Una storia straordinaria di coraggio e determinazione arriva da Milano, dove una giovane babysitter di 22 anni ha dimostrato che la preparazione e la prontezza di riflessi possono fare la differenza in situazioni di pericolo. Mariarita, studentessa fuorisede dell’Università Statale di Milano, ha messo KO un aspirante ladro grazie alle sue abilità nel judo. Questa vicenda non solo mette in luce le capacità di autodifesa della giovane, ma anche la preoccupante realtà della criminalità urbana.
L’incidente è avvenuto in una giornata di martedì, mentre Mariarita si trovava in attesa dell’uscita di un bambino di sei anni dalla scuola Martin Luther King, situata in piazza Santa Maria Nascente al QT8. La ragazza stava accudendo la sorellina di un anno, intenta a darle la merenda nel passeggino. L’atmosfera sembrava tranquilla, fino a quando un uomo, descritto come di origine maghrebina e di circa trent’anni, si è avvicinato a lei con intenzioni malevole.
Il tentativo di rapina
L’aggressore non ha perso tempo: senza dire una parola, ha spinto Mariarita contro una panchina e ha cercato di strapparle un ciondolo dorato a forma di dracma, simbolo della saggezza nella mitologia greca. Le sue azioni sono state brutali; nonostante Mariarita cercasse di resistere, l’uomo le ha inferto pugni al petto nella speranza di intimidire la giovane e ottenere ciò che voleva. È in questo momento che la preoccupazione per la sicurezza della bimba ha colpito Mariarita: il pianto della piccola ha risuonato nell’aria, spingendola a reagire.
La reazione e il judo
Con una prontezza che solo un’esperienza pregressa nel judo può fornire, Mariarita ha allontanato il passeggino e ha affrontato l’aggressore. Cresciuta praticando judo agonistico nelle palestre di Bari sin da bambina, si era persino qualificata per la nazionale, ma aveva dovuto rinunciare per dedicarsi agli studi di filosofia. Nonostante le pressioni degli allenatori, ha scelto di seguire il suo percorso accademico. Ora, grazie a queste competenze, è riuscita a difendersi e a mettere in difficoltà il ladro, che ha dovuto fare i conti con la forza e l’agilità della giovane.
- Mariarita ha dichiarato: «Se non ci fosse stata la bimba, lo avrei fatto “marcio”, lo scassavo di mazzate, come diciamo noi a Bari».
- La sua formazione nel judo le ha fornito le tecniche necessarie per affrontare l’aggressione e un forte senso di responsabilità verso la sicurezza della bambina.
La chiamata al 112
Dopo aver messo in fuga il ladro, Mariarita ha contattato il 112, il numero delle emergenze in Italia. «Tremavo e piangevo. Che uomo sei se non ti fermi neppure davanti a una bambina in fasce?», ha raccontato. La chiamata è stata un momento cruciale non solo per segnalare l’accaduto alle forze dell’ordine, ma anche per esprimere la sua indignazione verso un atto così vile. La sua reazione è un chiaro esempio di come le donne, spesso vittime di violenze e aggressioni, possano trovare la forza di reagire e difendersi.
Un mondo di preoccupazioni
Mariarita ha anche espresso il suo dispiacere nel dover affrontare una situazione così pericolosa, specialmente dopo solo due mesi di permanenza a Milano. La giovane, come molti altri studenti fuorisede, aveva scelto la città per le sue opportunità accademiche e professionali, ma si è trovata a dover fronteggiare una realtà ben diversa. Non è stato facile comunicare l’accaduto ai suoi genitori, preoccupati per la sicurezza della figlia in una grande città, convinti che Milano fosse una zona sicura.
Questo episodio mette in luce l’importanza non solo della formazione nelle arti marziali, ma anche della consapevolezza e della preparazione mentale. Mariarita ha dimostrato che essere in grado di reagire in modo appropriato e tempestivo può avere un impatto significativo sulla propria sicurezza e su quella degli altri. La sua esperienza è un invito a riflettere su come le competenze personali possano rivelarsi cruciali in situazioni di emergenza.
La storia di Mariarita è un esempio ispiratore di come la determinazione e la preparazione possano fare la differenza. La giovane non solo ha difeso se stessa e la bambina che accudiva, ma ha anche dimostrato che la violenza non deve essere accettata e che è possibile reagire. La sua vicenda rappresenta un faro di speranza e coraggio, in un mondo che spesso sembra privo di sicurezza. Con la sua esperienza, Mariarita invita tutti a non sottovalutare mai l’importanza di essere pronti ad affrontare le avversità, qualunque esse siano.