Il film “Per te”, diretto da Alessandro Aronadio, ha catturato l’attenzione del pubblico alla Festa di Roma, non solo per la sua qualità artistica, ma anche per il tema attuale e delicato che affronta: l’Alzheimer precoce. La pellicola racconta la vita di Paolo Piccoli, un uomo affetto da questa malattia, attraverso gli occhi di sua moglie Michela Morutto, interpretata dall’attrice Teresa Saponangelo. Durante l’incontro stampa, Michela ha condiviso la sua esperienza personale, mettendo in luce le sfide quotidiane che lei e la sua famiglia devono affrontare.
La consapevolezza di Paolo e il supporto della famiglia
Michela ha rivelato che suo marito non è completamente consapevole della realizzazione di questo film. “Gli è stato detto, ma lui non capisce,” ha spiegato. Tuttavia, in alcuni momenti, Paolo riesce ancora a interagire con il mondo che lo circonda, un aspetto che rende la sua condizione ancora più straziante per lei e per il loro figlio Mattia. Quest’ultimo, un giovane di grande sensibilità, ha ricevuto nel 2021 il titolo di Alfiere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella, riconoscendo il suo amore e la dedizione nel prendersi cura quotidianamente del padre malato.
L’importanza del film e la lotta contro l’abbandono
Michela ha sottolineato l’importanza del film, dicendo: “Questo film è una cosa molto importante perché innanzitutto parla di Alzheimer precoce, che è una malattia assolutamente troppo poco conosciuta.” La sua testimonianza evidenzia un problema di grande rilevanza sociale: molte famiglie si sentono abbandonate e sole nell’affrontare questa malattia devastante. “Mi sento abbandonata da tutti, anche dallo Stato,” ha aggiunto Michela, esprimendo un senso di frustrazione e impotenza.
Le difficoltà di ricevere supporto sono un tema ricorrente tra coloro che gestiscono la malattia di un familiare. Michela ha raccontato delle difficoltà economiche che affronta, evidenziando che l’assistenza necessaria per suo marito è costosa e che spesso è costretta a integrare la retta per la sua cura. “Con uno stipendio solo non posso andare avanti con due figli da crescere,” ha dichiarato, mettendo in luce una realtà che molti caregiver vivono quotidianamente.
La necessità di una maggiore consapevolezza
Il film “Per te” si propone di accendere i riflettori su queste problematiche, portando alla ribalta la questione dell’Alzheimer precoce, una condizione che colpisce non solo il malato, ma anche i suoi cari. La pellicola si fa portavoce di una realtà spesso ignorata, cercando di promuovere una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione su una malattia che, sebbene sia poco conosciuta, sta diventando sempre più comune.
L’Alzheimer precoce, che si manifesta generalmente prima dei 65 anni, porta con sé una serie di sfide uniche. Le famiglie si trovano a dover affrontare non solo il dolore della perdita progressiva della persona amata, ma anche la necessità di riorganizzare completamente le proprie vite per far fronte a una malattia che non conosce rimedio. Michela ha descritto come la sua vita sia stata stravolta dalla diagnosi di Paolo, un percorso che ha comportato la necessità di affrontare il dolore e la perdita con grande coraggio.
Un appello alla società e alle istituzioni
La testimonianza di Michela è anche un appello alla società e alle istituzioni affinché si prendano misure concrete per migliorare la vita delle persone affette da Alzheimer e dei loro familiari. La mancanza di supporto economico e psicologico da parte dello Stato rende la situazione ancora più critica. Michela ha evidenziato che, per poter affrontare la battaglia quotidiana, è essenziale che vengano messi in atto programmi di sostegno per le famiglie, che possano garantire il diritto a una vita dignitosa e serena anche in condizioni difficili.
Il film “Per te” non è solo una narrazione cinematografica; è un importante strumento di sensibilizzazione che può arricchire il dibattito pubblico sul tema dell’Alzheimer e sulle sue conseguenze per le famiglie. Attraverso la storia di Michela e Paolo, il pubblico è invitato a riflettere sulla necessità di una maggiore attenzione verso le persone che vivono con malattie neurodegenerative e verso coloro che si prendono cura di loro.
In un contesto in cui l’invecchiamento della popolazione porta a un aumento delle malattie neurodegenerative, è fondamentale che la società intera si mobiliti per garantire supporto e risorse adeguate a chi ne ha bisogno. La lotta contro l’Alzheimer e le sue conseguenze deve diventare una priorità, non solo per le famiglie colpite, ma per l’intera comunità. Michela Morutto, con la sua testimonianza, rappresenta una voce di chi sta combattendo una battaglia silenziosa e spesso invisibile.