Esportazioni italiane: ‘Bello e ben fatto’ vale 170 miliardi per Confindustria

Esportazioni italiane: 'Bello e ben fatto' vale 170 miliardi per Confindustria

Esportazioni italiane: 'Bello e ben fatto' vale 170 miliardi per Confindustria

Giada Liguori

Ottobre 19, 2025

Il Made in Italy continua a essere un pilastro fondamentale dell’economia italiana, e il concetto di “Bello e ben fatto” assume un significato sempre più rilevante nel contesto attuale. Secondo un rapporto di Confindustria, il valore delle esportazioni legate a questo paniere di prodotti di alta qualità supera i 170 miliardi di euro. Questo dato è emerso dalla 13ª edizione del rapporto “Esportare la Dolce Vita”, presentato durante la Fashion Week di San Paolo in Brasile, un evento di grande importanza per il settore della moda e del design, che funge da vetrina per il Made in Italy.

Il valore del “Bello e ben fatto”

Il rapporto, redatto dal Centro Studi di Confindustria in collaborazione con Sace, ha visto il contributo di diverse associazioni di categoria, tra cui Anfao, Confindustria Accessori Moda, Confindustria Moda, Confindustria Nautica, Federalimentare e FederlegnoArredo. Queste associazioni rappresentano settori chiave dell’industria italiana, ognuno con le proprie peculiarità e tradizioni, ma tutti uniti dalla volontà di valorizzare la qualità e il design italiano.

Ma cosa si intende esattamente per “Bello e ben fatto”? Questo termine non si limita a descrivere un prodotto di alta gamma, ma racchiude l’essenza dell’artigianalità industriale, la riconoscibilità e il valore reputazionale dei prodotti italiani sui mercati internazionali. Non si tratta solo di estetica, ma anche di:

  1. Qualità dei materiali
  2. Processo produttivo
  3. Attenzione ai dettagli

Questi elementi rendono il Made in Italy unico e desiderato in tutto il mondo.

Resilienza e opportunità di crescita

Il report mette in evidenza che il settore del Made in Italy ha dimostrato una notevole resilienza nonostante le crisi economiche globali degli ultimi anni. La capacità di adattamento delle aziende italiane, unite a un forte senso di tradizione e innovazione, ha permesso di mantenere e, in alcuni casi, aumentare le vendite all’estero. Si stima che ci sia un potenziale incremento delle esportazioni pari a ulteriori 27,6 miliardi di euro, un dato che sottolinea la vitalità e la competitività del settore.

L’analisi si concentra anche sull’importanza delle partnership economiche e culturali di lungo periodo. L’export del Made in Italy non è solo una questione di vendita di prodotti, ma implica la creazione di relazioni durature con i mercati esteri, che permettono di costruire una reputazione solida e garantire una presenza costante e riconoscibile.

Innovazione e sostenibilità

Il rapporto “Esportare la Dolce Vita” non si limita a fornire dati e statistiche, ma offre anche una panoramica sulle tendenze attuali e future del mercato. Ad esempio, l’evoluzione dei gusti dei consumatori, sempre più orientati verso prodotti sostenibili e rispettosi dell’ambiente, rappresenta una sfida e un’opportunità per le aziende italiane. L’adozione di pratiche produttive sostenibili non solo migliora l’immagine del brand, ma risponde anche a una domanda crescente da parte dei consumatori di tutto il mondo.

Inoltre, il rapporto evidenzia il ruolo cruciale delle fiere internazionali e degli eventi di settore nel promuovere il Made in Italy. Manifestazioni come la Fashion Week di San Paolo non solo offrono l’opportunità di presentare le ultime collezioni, ma anche di instaurare contatti commerciali e di networking che possono portare a nuove collaborazioni e opportunità di business.

In sintesi, il Made in Italy rappresenta un patrimonio culturale e industriale di inestimabile valore, in grado di affrontare le sfide del mercato globale con determinazione e creatività. L’iniziativa di Confindustria di promuovere il concetto di “Bello e ben fatto” non è solo un modo per valorizzare i prodotti italiani, ma anche un invito a guardare al futuro con ottimismo e ambizione, continuando a investire nella qualità, nell’innovazione e nelle relazioni internazionali.