Mara Favro: la procura chiede l’archiviazione per il caso della donna trovata morta in Valle di Susa

Mara Favro: la procura chiede l'archiviazione per il caso della donna trovata morta in Valle di Susa

Mara Favro: la procura chiede l'archiviazione per il caso della donna trovata morta in Valle di Susa

Matteo Rigamonti

Ottobre 19, 2025

La tragica vicenda di Mara Favro, una 51enne residente in Valle di Susa, ha lasciato un segno profondo nella comunità locale, sollevando interrogativi sulla sua scomparsa avvenuta nelle notti di inizio marzo 2024. Recentemente, la procura di Torino ha richiesto l’archiviazione del fascicolo relativo al suo caso, un passo che potrebbe porre fine a un lungo e doloroso capitolo per la famiglia e gli amici della donna.

La scomparsa di Mara Favro

Mara Favro è scomparsa nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2024, e il suo corpo è stato rinvenuto un anno dopo, nel marzo 2025, in fondo a un dirupo. Il recupero dei resti ha suscitato un’ondata di commozione e preoccupazione tra coloro che la conoscevano. La richiesta di archiviazione da parte della procura non chiarisce se si tratti di un’archiviazione totale o parziale, mantenendo così viva l’incertezza attorno a questo drammatico caso.

Le indagini e la reazione della famiglia

La famiglia di Mara, assistita dall’avvocato Roberto Saraniti, ha espresso preoccupazione per la mancanza di risposte definitive. La procura ha motivato la richiesta di archiviazione con l’assenza di elementi sufficienti a sostenere l’accusa contro terzi, nonostante le indagini abbiano coinvolto diverse persone. Questo caso ha attirato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, generando un dibattito su come siano state condotte le indagini e sulle eventuali responsabilità legate alla scomparsa della donna.

I risultati dell’esame medico legale

L’esame medico legale condotto sui resti di Mara Favro non ha fornito indicazioni chiare. I risultati, pubblicati lo scorso giugno, hanno rivelato segni di fratture gravi, ma le cause del decesso restano ambigue. Gli esperti hanno parlato di un “traumatismo da precipitazione”, il che implica che Mara potrebbe essere scivolata per circa sessanta metri. Tuttavia, non è stato possibile stabilire con certezza se si sia trattato di un gesto volontario, di un incidente o di un intervento esterno.

L’impatto sulla comunità

Mara lavorava in una pizzeria di Chiomonte, un luogo diventato un punto di riferimento per la comunità locale. La pizzeria, gestita da Vincenzo Milione, noto come Luca, ha visto un aumento dell’attenzione mediatica a causa del legame tra il titolare e la vittima. Sia Luca che un altro dipendente sono stati inseriti nel fascicolo d’indagine, ma entrambi hanno sempre dichiarato la loro estraneità ai fatti.

Dall’altra parte, l’avvocato Elena Piccatti, che rappresenta l’altro dipendente, ha affermato che non ci sono mai stati elementi concreti che potessero coinvolgere i suoi clienti. Queste dichiarazioni evidenziano la complessità della situazione e il desiderio di giustizia per Mara, ma anche la volontà di proteggere la reputazione delle persone coinvolte.

La scomparsa di Mara Favro ha messo in luce la necessità di procedure più efficaci per gestire situazioni simili e garantire che le famiglie possano ottenere risposte rapide e chiare. La comunità di Chiomonte ha mostrato un grande affetto per Mara, organizzando eventi e manifestazioni in sua memoria. La richiesta di archiviazione da parte della procura ha colpito duramente coloro che speravano in una risoluzione del caso.

Mentre la procura si prepara a definire i dettagli dell’archiviazione, la famiglia di Mara e i suoi amici continuano a cercare risposte. Questo drammatico episodio rimane una ferita aperta nella comunità, un richiamo alla fragilità della vita e alla necessità di proteggere le persone più vulnerabili. La speranza è che, nonostante l’archiviazione, si possa finalmente giungere a una verità che possa dare un senso a questa triste vicenda e onorare la memoria di Mara Favro.