Tragedia in ospedale: scoperto tumore al colon solo dopo un anno, la famiglia riceve 2,5 milioni di euro di risarcimento

Tragedia in ospedale: scoperto tumore al colon solo dopo un anno, la famiglia riceve 2,5 milioni di euro di risarcimento

Tragedia in ospedale: scoperto tumore al colon solo dopo un anno, la famiglia riceve 2,5 milioni di euro di risarcimento

Matteo Rigamonti

Ottobre 19, 2025

Una tragica vicenda di malasanità ha portato a una sentenza della Corte d’Appello di Firenze, che ha condannato l’Asl Toscana Nord Ovest a risarcire la famiglia di un uomo di 60 anni, deceduto nel 2007 a causa di una diagnosi errata di tumore al colon. La somma stabilita, pari a circa 2,5 milioni di euro, comprende danni morali e materiali, oltre alle spese legali, e dovrà essere corrisposta ai familiari nonostante l’azienda sanitaria abbia presentato ricorso in Cassazione.

La storia di un errore diagnostico

La vicenda inizia nel 2005, quando l’uomo residente nel Pisano inizia a manifestare problemi di anemia e disturbi emorroidari. Preoccupato per la sua salute, decide di rivolgersi al medico curante, il quale, sospettando una possibile patologia intestinale, prescrive una colonscopia. Questo esame, effettuato nel maggio 2006 presso l’ospedale Felice Lotti di Pontedera, risulta negativo. Tuttavia, secondo quanto stabilito dalla sentenza d’appello, la colonscopia è stata condotta in modo incompleto: il colon destro, dove successivamente verrà individuata la massa tumorale, non sarebbe stato ispezionato. Dimesso con un esito considerato normale, il paziente torna a casa, ma le sue condizioni continuano a deteriorarsi.

Il peggioramento della salute

Il peggioramento delle condizioni di salute dell’uomo culmina nel settembre 2007, quando viene nuovamente ricoverato. Solo in questa occasione, gli esami rivelano la presenza di un tumore al colon in fase avanzata, già metastatizzato. Nonostante un intervento chirurgico e un successivo ciclo di chemioterapia, le speranze di recupero svaniscono e l’uomo muore nel novembre dello stesso anno, a distanza di pochi mesi dalla diagnosi tardiva.

L’azione legale e le conseguenze

A seguito della morte del congiunto, la famiglia decide di intraprendere un’azione legale nei confronti dell’Asl, dei medici coinvolti e della struttura ospedaliera. Inizialmente, il Tribunale di Pisa respinge le loro richieste, ma la situazione cambia con la sentenza di secondo grado, che riconosce la responsabilità medica nella gestione del caso. La Corte d’Appello sottolinea che una diagnosi tempestiva avrebbe potuto permettere l’adozione di cure meno invasive e, con ogni probabilità, avrebbe alterato significativamente la prognosi del paziente.

Il caso ha suscitato un notevole interesse pubblico, non solo per l’entità del risarcimento, ma anche per le implicazioni più ampie legate alla responsabilità medica e alla gestione della salute pubblica. La questione della malasanità è un tema caldo in Italia, dove numerosi cittadini devono affrontare situazioni simili, con diagnosi errate o ritardi nelle cure che possono avere conseguenze fatali.

Il risarcimento di 2,5 milioni di euro non solo rappresenta un sostegno economico per la famiglia del defunto, ma funge anche da monito per le istituzioni sanitarie. La sentenza riconosce il dolore e la sofferenza subita dai familiari e evidenzia l’importanza di una corretta diagnosi e di un’adeguata gestione delle patologie, specialmente per malattie gravi come il cancro.

In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni sanitarie migliorino i servizi e garantiscano che i cittadini ricevano cure di qualità. La giustizia ha cercato di restituire dignità alla memoria del paziente e di sottolineare l’importanza di una diagnosi tempestiva e accurata. La famiglia del defunto, ora, si trova a dover affrontare il dolore della perdita, aggravato dalla consapevolezza che la vita del loro caro avrebbe potuto essere salvata con una diagnosi corretta e tempestiva.

In sintesi, il risarcimento rappresenta un passo verso la giustizia e un segnale forte per il sistema sanitario, affinché simili errori non possano più ripetersi in futuro.