Un milione speso per salvare i negozi: dove sono finiti i restanti 47?

Un milione speso per salvare i negozi: dove sono finiti i restanti 47?

Un milione speso per salvare i negozi: dove sono finiti i restanti 47?

Giada Liguori

Ottobre 19, 2025

Negli ultimi anni, il tema della delocalizzazione dei negozi è diventato sempre più centrale nel dibattito pubblico e politico italiano. Nonostante l’attenzione mediatica e la necessità di tutelare il commercio locale, i dati relativi all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal governo per contrastare questo fenomeno sono allarmanti. Solo 38 comuni italiani, su un potenziale di quasi 7.400, hanno effettivamente sfruttato le risorse previste per sostenere le attività commerciali, utilizzando poco più di un milione di euro rispetto ai 48 milioni disponibili.

Fondi per la promozione dell’economia locale

Il Centro studi enti locali ha analizzato la situazione e ha reso noto che, dal 2019, sono state stanziate ingenti somme per il “Fondo per la promozione dell’economia locale dei comuni fino a 20.000 abitanti”, introdotto dal “Decreto Crescita”. Questo fondo era stato concepito per:

  1. Incentivare la riapertura di esercizi commerciali chiusi da almeno sei mesi.
  2. Sostenere l’ampliamento di attività già esistenti nei comuni più piccoli.

Le risorse inizialmente disponibili ammontavano a 5 milioni di euro nel 2020, per salire a 10 milioni nel 2021, 13 milioni nel 2022, e raggiungere i 20 milioni annui a partire dal 2023.

La desertificazione commerciale

Questa misura è stata creata con l’intento di combattere la desertificazione commerciale, un fenomeno che ha colpito in modo particolare le piccole realtà urbane. La chiusura dei negozi non solo impoverisce l’offerta commerciale, ma ha anche un impatto negativo sulla vita sociale e culturale delle comunità. La possibilità di ricevere contributi è stata pensata per incoraggiare gli imprenditori a investire nel proprio territorio, creando nuove opportunità di lavoro e rinvigorendo l’economia locale.

Tuttavia, nonostante le buone intenzioni, l’utilizzo effettivo di questi fondi è rimasto estremamente limitato. Nel 2023, solo 38 comuni hanno ricevuto fondi, che si sono divisi un ammontare di poco superiore a 86.000 euro. Le cifre degli anni precedenti sono altrettanto deludenti:

  • 2020: 458.089 euro
  • 2021: 409.020 euro
  • 2022: 70.680 euro

Questo trend, a fronte di risorse disponibili sempre crescenti, evidenzia una difficoltà nell’accesso e nella gestione dei fondi da parte dei comuni.

Differenze regionali nell’utilizzo dei fondi

Analizzando le regioni che hanno beneficiato di questi aiuti, emergono differenze significative. A fine 2023, le regioni più virtuose sono risultate essere:

  1. Umbria: 243.028,64 euro
  2. Piemonte: 133.245,56 euro
  3. Trentino Alto Adige: 106.717 euro

Al contrario, le regioni che hanno ricevuto il minor supporto sono state la Basilicata, con soli 4.456 euro, e l’Abruzzo, che ha totalizzato appena 2.142 euro. Questi dati non solo pongono interrogativi sull’efficacia della misura, ma sollevano anche preoccupazioni sulla disparità tra le varie aree del paese.

Il meccanismo di funzionamento del fondo stabilisce che i comuni interessati possano erogare contributi basati sull’ammontare dei tributi comunali versati dall’esercente nell’anno precedente alla presentazione della domanda. Tuttavia, la complessità burocratica e le procedure richieste per accedere ai fondi possono rappresentare un ostacolo significativo, specialmente per i comuni più piccoli.

In un contesto in cui il commercio al dettaglio è messo a dura prova dalla crescente competitività delle piattaforme online e dalle nuove abitudini dei consumatori, è fondamentale che le politiche pubbliche siano più efficaci e rispondenti alle reali esigenze del territorio. Gli aiuti contro la delocalizzazione devono essere resi più accessibili, sia attraverso una semplificazione burocratica che attraverso una maggiore sensibilizzazione e supporto ai comuni.

Inoltre, è necessario un monitoraggio costante e una rendicontazione chiara sull’utilizzo dei fondi, affinché si possano apportare le necessarie modifiche alle misure esistenti e garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficiente e mirato. Senza un intervento proattivo, il rischio è che la desertificazione commerciale continui a colpire le piccole comunità, portando a un impoverimento culturale e sociale, oltre che economico.

Il futuro del commercio locale dipende dalla capacità di attuare politiche realmente efficaci, che non solo mettano a disposizione fondi, ma che incentivino anche una cultura di sostenibilità e di valorizzazione delle realtà locali. L’implementazione di misure che possano realmente supportare i negozi e le attività commerciali è quindi fondamentale per la ripresa e la crescita dell’economia locale in tutta Italia.