Il mistero della scomparsa di Marianna Bello: cosa è emerso dopo 18 giorni di ricerche nell’alluvione di Favara

Il mistero della scomparsa di Marianna Bello: cosa è emerso dopo 18 giorni di ricerche nell’alluvione di Favara

Il mistero della scomparsa di Marianna Bello: cosa è emerso dopo 18 giorni di ricerche nell’alluvione di Favara

Matteo Rigamonti

Ottobre 20, 2025

La tragedia di Marianna Bello, una madre di 38 anni, ha scosso la comunità di Favara e oltre. Il suo corpo è stato rinvenuto nel mare di contrada Misita, ad Agrigento, il 19 ottobre, dopo diciotto giorni di ricerche intense. Marianna era scomparsa il primo ottobre, quando l’alluvione ha colpito la sua città, portando devastazione e paura.

Il ritrovamento del cadavere è stato segnalato da un gruppo di cacciatori durante una battuta nella zona. Il corpo di Marianna era occultato in un canneto, nel punto in cui il fiume Naro sfocia nel mare. Le forze dell’ordine, già attive nelle ricerche, sono intervenute immediatamente, tra cui il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, e la polizia scientifica. Le prime identificazioni hanno confermato che si trattava di Marianna Bello, e i familiari sono stati avvisati per il riconoscimento del corpo, che si presentava in condizioni drammatiche: coperto di fango e privo di vestiti.

La scomparsa di Marianna ha suscitato un’ondata di solidarietà nella comunità locale. Le operazioni di ricerca hanno coinvolto centinaia di volontari, tra cui soccorritori, speleologi, sommozzatori e unità cinofile. In un momento così difficile, la comunità si è unita, mostrando una straordinaria determinazione.

Nei giorni successivi alla scomparsa, i familiari di Marianna hanno lanciato appelli accorati affinché le ricerche fossero prorogate. Hanno contattato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella speranza di ottenere maggiore attenzione e supporto. Le speranze di ritrovare Marianna viva si sono affievolite con il passare dei giorni, ma la determinazione dei ricercatori e dei volontari è rimasta intatta.

Circostanze della tragedia

Secondo le ricostruzioni, Marianna sarebbe stata travolta dalle acque dell’alluvione e successivamente trasportata all’interno di un collettore dove le grate risultavano sollevate. Questo fattore potrebbe aver contribuito alla sua tragica fine. Le autorità locali ora si trovano di fronte a un compito difficile: accertare le circostanze esatte della tragedia e comprendere come sia potuto accadere un simile evento in una comunità.

In seguito al ritrovamento del corpo, l’avvocato della famiglia, Salvatore Cusumano, ha annunciato l’intenzione di presentare un esposto. Ha espresso la necessità di fare piena luce sulla morte di Marianna, affermando che è fondamentale identificare eventuali responsabilità. Ha dichiarato: “Credo che sia fondamentale trovare il responsabile di tutto ciò, capire se l’allerta gialla era davvero gialla e non rossa. Dobbiamo anche capire se, negli anni, il convogliatore d’acqua piovana sia stato manutenuto a regola d’arte. Crediamo che se la manutenzione fosse stata adeguata, oggi non saremmo qui.”

L’impatto sulla comunità

L’avvocato ha anche sottolineato che, qualora la Procura dovesse individuare dei responsabili, la famiglia sarebbe pronta a costituirsi parte civile. Questo è un aspetto cruciale, poiché la ricerca di giustizia può offrire un certo grado di conforto in un momento così doloroso. La comunità di Favara si è unita nel cordoglio, mentre i familiari di Marianna continuano a cercare risposte su quanto accaduto.

L’alluvione che ha colpito Favara è stata devastante, evidenziando non solo la vulnerabilità della regione di fronte a eventi climatici estremi, ma anche la necessità di un miglioramento delle infrastrutture e della gestione del rischio idrogeologico. Le recenti inondazioni in diverse parti d’Italia hanno sollevato interrogativi sulla preparazione e la risposta delle autorità locali a tali emergenze.

Mentre la comunità di Favara piange la perdita di Marianna Bello, è chiaro che la sua storia rappresenta un richiamo all’azione per garantire la sicurezza e la protezione dei cittadini in futuro. Le indagini in corso potrebbero portare a cambiamenti significativi nelle politiche di gestione delle emergenze e nella manutenzione delle infrastrutture, affinché tragedie simili possano essere evitate in futuro.