L’ombra della ‘ndrangheta sull’attentato a Sigfrido Ranucci: rivelazioni inquietanti e un futuro incerto

L'ombra della 'ndrangheta sull'attentato a Sigfrido Ranucci: rivelazioni inquietanti e un futuro incerto

L'ombra della 'ndrangheta sull'attentato a Sigfrido Ranucci: rivelazioni inquietanti e un futuro incerto

Matteo Rigamonti

Ottobre 20, 2025

Il 24 ottobre 2023, un attentato ha colpito Sigfrido Ranucci, noto giornalista di Rai 3 e conduttore del programma d’inchiesta “Report”, insieme a sua figlia. Le due auto, parcheggiate davanti alla loro abitazione a Capo Ascolano, sono esplose in un attentato che ha scosso l’opinione pubblica e ha riacceso i riflettori su un tema delicato: le infiltrazioni mafiose nel settore delle energie rinnovabili, in particolare nell’eolico.

La tempistica dell’attentato è inquietante. Solo dieci ore prima dell’esplosione, un collaboratore di giustizia è stato trasferito in una località segreta. Questo individuo è stato al centro di inchieste cruciali su come la ‘ndrangheta stia cercando di infiltrarsi e dominare il mercato dell’energia eolica nel Nordest d’Italia. Le sue dichiarazioni hanno fornito a “Report” materiale prezioso per la realizzazione di uno dei servizi più delicati della nuova stagione, evidenziando l’interesse mafioso in un settore in forte espansione.

Le indagini sull’attentato

Secondo quanto riportato da fonti come Il Messaggero e Il Fatto Quotidiano, l’indagine avviata dalla procura di Roma, guidata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal pm Carlo Villani della direzione distrettuale antimafia, si concentra su possibili legami tra l’attentato e gli interessi della ‘ndrangheta. Il fascicolo è attualmente aperto per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, il che indica una chiara intenzione di intimidire il giornalista e zittire le voci critiche.

La questione del trasferimento del collaboratore di giustizia è complessa. Ranucci ha confermato in un colloquio con i pm che “Report” era in possesso del verbale dell’imprenditore, che ha rivelato dettagli inquietanti sulla criminalità organizzata. La testimonianza di questo collaboratore è particolarmente significativa poiché si collega a un altro ex boss della ‘ndrangheta, Luigi Bonaventura, che nel 2022 aveva dichiarato di aver sentito membri della stessa cosca affermare che «Ranucci è un uomo finito».

La struttura della ‘ndrangheta

La ‘ndrangheta ha dimostrato di avere una struttura operativa complessa e ramificata, con modalità di azione diversificate. Oggi i suoi interessi si sono espansi anche in altre regioni italiane, creando alleanze con gruppi criminali locali e sfruttando le vulnerabilità economiche legate a settori emergenti come quello delle energie rinnovabili. È possibile che la ‘ndrangheta abbia delegato l’esecuzione dell’attentato a “colleghi” del crimine organizzato attivi nell’hinterland romano, rendendo più difficile risalire ai mandanti.

Le indagini proseguono, e gli inquirenti stanno esaminando attentamente le immagini delle videocamere di sorveglianza nella zona. Un testimone ha riferito di aver visto un uomo con il passamontagna allontanarsi dalla scena poco prima dell’esplosione. Inoltre, sono in corso accertamenti sulla Fiat 500X rubata a Ostia e abbandonata a pochi metri dal luogo dell’attentato, un indizio che potrebbe rivelarsi significativo nel corso delle indagini.

Il futuro del giornalismo investigativo

L’episodio ha sollevato interrogativi sulla sicurezza di chi svolge un lavoro di inchiesta come Ranucci, ma anche su quanto sia profonda e radicata la penetrazione mafiosa in settori strategici come quello dell’energia. La crescita dell’eolico è stata accompagnata da segnalazioni di illeciti e frodi, e la paura è che il settore possa diventare un nuovo campo di battaglia per le organizzazioni criminali.

Il giornalismo investigativo, già soggetto a innumerevoli sfide, rischia di essere minacciato da coloro che temono l’esposizione delle loro attività illecite. Questo caso non è solo un attacco a Ranucci, ma un attacco alla libertà di stampa e alla democrazia in generale. È una chiamata alle armi per tutti coloro che credono nella verità e nella giustizia, un richiamo a non cedere alla paura e a continuare a raccontare le storie che devono essere raccontate.

La situazione è complessa e in continua evoluzione, con le autorità che cercano di fare luce su un caso che potrebbe avere ripercussioni ben più ampie. La lotta contro le infiltrazioni mafiose nel settore dell’eolico richiederà un’alleanza tra istituzioni, cittadini e media, affinché si possa garantire un futuro libero dalla criminalità organizzata.