Non essere cattivo: un viaggio tra passione e integrità con Caligari

Non essere cattivo: un viaggio tra passione e integrità con Caligari

Non essere cattivo: un viaggio tra passione e integrità con Caligari

Giada Liguori

Ottobre 20, 2025

Il cinema italiano si prepara a riabbracciare uno dei suoi capolavori più toccanti: “Non essere cattivo”, il film postumo di Claudio Caligari. A dieci anni dalla sua uscita, il film torna sul grande schermo, non solo come parte di una retrospettiva dedicata al regista piemontese alla Festa del Cinema di Roma, ma anche attraverso una distribuzione evento prevista dal 27 al 29 ottobre. Questa è un’occasione imperdibile per rivivere la potenza di una narrazione che ha saputo toccare le corde più profonde dell’animo umano.

L’eredità di Claudio Caligari

Alessandro Borghi, uno dei protagonisti del film, ha recentemente condiviso i suoi ricordi di Caligari durante l’evento. “Se non avessi incontrato Claudio Caligari il mio percorso non sarebbe stato assolutamente quello che ho realizzato. Mi ha veramente insegnato l’importanza del cinema, del rispetto della propria identità, di sapere raccontare nuovi pensieri”, ha dichiarato. Questa testimonianza evidenzia come l’influenza del regista sia stata fondamentale non solo per lui, ma per tutti coloro che hanno lavorato al suo fianco.

Caligari, scomparso nel 2015 a soli 67 anni, ha lasciato un’eredità di passione e integrità che continua a ispirare i giovani cineasti. L’interpretazione di Borghi, insieme a quella di Luca Marinelli, Silvia D’Amico, Roberta Mattei e Valerio Mastandrea, ha dato vita a un racconto crudo e autentico della vita di due amici che si confrontano con la realtà della droga e delle difficoltà sociali.

Un maestro di vita

Mastandrea, che ha conosciuto Caligari nel 1997 per “L’odore della notte”, ha sottolineato il supporto che ha cercato di offrire al regista durante la produzione di “Non essere cattivo”. Questo film, nonostante le sfide, è riuscito a vedere la luce grazie alla determinazione di tutti coloro che vi hanno partecipato. “Parliamo di una persona che ha insegnato qualcosa a tutti, che viveva per la sua passione”, ha affermato Mastandrea, mettendo in luce la sensibilità e la consapevolezza delle fragilità di Caligari.

Roberta Mattei ha raccontato come il suo incontro con Caligari all’inizio della sua carriera le abbia fornito una “direzione precisa su come portare avanti questo mestiere”. Ha messo in evidenza quanto sia difficile trovare un’universalità come quella di Caligari, il quale si avvicinava al pubblico con umiltà e rispetto, un approccio raro nel panorama cinematografico contemporaneo.

L’importanza di raccontare storie autentiche

Silvia D’Amico ha aggiunto che lavorare con Caligari ha rappresentato una sfida continua. “Spesso non hai la possibilità di scegliere i progetti guidati da quel tipo di rigore”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza della lezione che Caligari ha lasciato ai cineasti di oggi. La sua dedizione al cinema e alla verità dovrebbe essere una guida per chi sogna di raccontare storie autentiche.

Anche Luca Marinelli ha voluto condividere il suo ricordo di quell’anno, quando “Non essere cattivo” e “Lo chiamavano Jeeg Robot” hanno rappresentato due progetti che nessuno voleva produrre. “Questi film mi hanno insegnato l’importanza di avere coraggio”, ha detto, evidenziando come Caligari lo abbia ispirato a rispettare il pubblico, un aspetto spesso sottovalutato nell’industria cinematografica.

La retrospettiva e l’uscita evento di “Non essere cattivo” non sono solo un modo per celebrare il talento di Claudio Caligari, ma anche un’opportunità per riflettere sul significato del cinema. Questo film, con la sua intensa esplorazione delle fragilità umane e delle sfide quotidiane, continua a rimanere un faro per le generazioni future di cineasti e appassionati di cinema. La sua eredità vive attraverso le parole e l’arte di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e collaborare con lui.