Aiuti insufficienti a Gaza: è tempo di aprire tutti i valichi

Aiuti insufficienti a Gaza: è tempo di aprire tutti i valichi

Aiuti insufficienti a Gaza: è tempo di aprire tutti i valichi

Matteo Rigamonti

Ottobre 21, 2025

Il Programma Alimentare Mondiale (Wfp) ha lanciato un allarme cruciale riguardante la situazione umanitaria a Gaza, dove il flusso di aiuti sta aumentando, ma non in misura sufficiente per soddisfare le necessità della popolazione. Secondo l’organizzazione, l’obiettivo giornaliero ideale per l’invio di aiuti umanitari è fissato a 2.000 tonnellate, ma i numeri attuali sono ben lontani da questa soglia critica. Abeer Etefa, portavoce del Wfp, ha dichiarato che l’unico modo per raggiungere questo obiettivo è quello di aprire ogni valico di frontiera disponibile.

La situazione attuale a Gaza

Attualmente, le forniture che sono state importate a Gaza sono sufficienti a sfamare solo circa mezzo milione di persone per un periodo di due settimane. Questa stima si basa sull’uso limitato dei valichi di Kerem Shalom e Kissufim, che sono i principali punti di accesso per le merci nel territorio. Tuttavia, la scarsità di aiuti è un problema che si aggrava ogni giorno, e le risorse attualmente disponibili non sono in grado di coprire nemmeno le necessità basilari della popolazione.

La situazione a Gaza è particolarmente critica a causa del lungo blocco imposto da Israele dal 2007 e delle violenze persistenti nella regione. Gli abitanti del territorio hanno vissuto anni di conflitti e tensioni, che hanno portato a una grave crisi umanitaria. La carenza di cibo, acqua potabile, cure mediche e altri beni essenziali è ormai una realtà quotidiana per milioni di persone. L’agenzia delle Nazioni Unite ha evidenziato come, senza un accesso adeguato e sostenibile agli aiuti, le condizioni di vita continuano a deteriorarsi.

Iniziative e sfide del Wfp

Il Wfp ha avviato diverse iniziative per cercare di migliorare la situazione, ma i risultati sono limitati dall’accesso restrittivo ai valichi. L’apertura di ulteriori punti di accesso è quindi fondamentale per consentire un afflusso maggiore di aiuti. Nonostante gli sforzi per aumentare la quantità di aiuti umanitari, la domanda supera di gran lunga l’offerta. Abeer Etefa ha sottolineato che è essenziale lavorare per garantire che il flusso di aiuti possa aumentare in modo significativo, e questo richiede un impegno collettivo da parte della comunità internazionale.

La crisi sanitaria e le conseguenze economiche

Recentemente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha anche lanciato un appello urgente per migliorare le condizioni sanitarie a Gaza. Gli ospedali e le strutture sanitarie sono stati duramente colpiti dai conflitti, e la mancanza di forniture mediche ha reso difficile affrontare le emergenze sanitarie. La scarsità di medicinali e attrezzature ha portato a situazioni in cui le vite delle persone sono a rischio. L’ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia, è spesso al limite della sua capacità operativa.

Inoltre, l’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha segnalato un aumento del numero di rifugiati a causa dell’escalation del conflitto. Molti palestinesi sono costretti a lasciare le loro case in cerca di sicurezza, e questo crea ulteriore pressione sulle già limitate risorse disponibili. Gli sfollati interni necessitano di cibo, riparo e assistenza sanitaria, ma molti di loro si trovano in situazioni disperate e senza speranza.

Il blocco economico e le restrizioni imposte su Gaza hanno anche avuto un impatto devastante sull’economia locale. Le piccole imprese faticano a sopravvivere, e la disoccupazione è ai livelli più alti mai registrati. Queste difficoltà economiche contribuiscono a un ciclo di povertà e insicurezza alimentare che sembra non avere fine. Il Wfp ha lanciato programmi per sostenere l’agricoltura locale e migliorare la sicurezza alimentare, ma il successo di queste iniziative è fortemente limitato dalla situazione di conflitto e dall’assenza di stabilità.

La necessità di un impegno collettivo

La comunità internazionale deve fare di più per rispondere a questa crisi umanitaria. È fondamentale che i paesi donatori e le organizzazioni internazionali si uniscano per garantire un aumento significativo degli aiuti e per lavorare verso una soluzione duratura al conflitto. Solo attraverso un impegno collettivo e un approccio coordinato sarà possibile migliorare le condizioni di vita della popolazione di Gaza e garantire che le necessità essenziali siano soddisfatte.

In conclusione, la situazione a Gaza rappresenta una delle crisi umanitarie più gravi del nostro tempo. La richiesta di apertura di tutti i valichi di frontiera per facilitare il flusso di aiuti è un passo necessario per affrontare questa emergenza. Le parole del Wfp devono servire da campanello d’allarme per il mondo intero, affinché si attivino risposte concrete e tempestive. La vita di milioni di persone dipende dalla nostra capacità di agire e di garantire loro un futuro migliore.