La vita e l’arte si intrecciano in modo potente nel nuovo film “Couture”, presentato da Angelina Jolie alla Festa del Cinema di Roma. Non solo attrice, ma anche coproduttrice del progetto, Jolie ha voluto portare sul grande schermo una storia che esplora le battaglie personali di tre donne immerse nel caotico mondo delle sfilate di moda di Parigi. Il film, che uscirà nelle sale nel 2026 grazie a Plaion Pictures, è diretto da Alice Winocour e vede nel cast anche attori di spicco come Louis Garrel, Ella Rumpf e Vincent Lindon.
La trama di “Couture”
La trama di “Couture” ruota attorno al personaggio di Maxine Walker, interpretato da Jolie, una regista di film horror in ascesa che sta affrontando un divorzio e le sfide della maternità con un’adolescente. Maxine viene ingaggiata da una prestigiosa casa di moda per girare un corto che accompagnerà una sfilata cruciale. Tuttavia, la sua vita prende una piega drammatica quando, dopo essersi sottoposta a esami medici a Parigi, riceve la diagnosi di cancro al seno. Una realtà che non è estranea all’attrice, la quale ha vissuto sulla propria pelle il dolore della malattia, avendo perso la madre e la nonna a causa di tumori e avendo subito una doppia mastectomia per ridurre il rischio di sviluppare la malattia.
Messaggi di resilienza e identità
Durante la sua presenza alla Festa del Cinema di Roma, Jolie ha scelto di non tenere una conferenza stampa, limitandosi a rispondere a domande sul red carpet. Tuttavia, le sue parole hanno avuto un forte impatto, sottolineando la sua determinazione a condividere la propria esperienza e a sensibilizzare il pubblico sulla lotta contro il cancro. “Sono sempre stata molto sincera sui miei problemi di salute – ha dichiarato – e sono sempre rimasta profondamente toccata da chi ha condiviso con me la storia del proprio percorso nella malattia. È una comunità che mi ha aiutato a guarire, che mi ha trasmesso quanto sia importante potersi affidare gli uni agli altri.”
Jolie ha messo in evidenza l’importanza di mantenere un senso di identità e sensualità, anche di fronte a diagnosi difficili. “Volevo creare un senso di connessione, ed è importante ricordare che nonostante il tumore siamo sempre donne, anche nella nostra sensualità come in tutti gli aspetti che fanno la nostra identità. Un elemento che anche uomini e donne che ci stanno accanto dovrebbero comprendere.” Queste affermazioni risuonano profondamente in un’epoca in cui il corpo e la salute delle donne sono ancora al centro di dibattiti complessi e talvolta controproducenti.
Impegno sociale e attenzione alle crisi umanitarie
Oltre alla tematica centrale del film, Angelina Jolie ha sfruttato l’occasione per parlare di questioni sociali più ampie, in particolare riguardo alla situazione attuale in Medio Oriente. “Come tanti altri, sto cercando di capire quello che sta succedendo adesso a Gaza,” ha affermato, esprimendo la sua preoccupazione per le dichiarazioni ufficiali e le azioni intraprese per aiutare le persone colpite. La sua attenzione verso le crisi umanitarie è ben nota e dimostra il suo impegno costante per i diritti umani.
Riflessioni finali
“Stiamo guardando qualcosa che è così devastante, che ha messo in discussione tutte le leggi e le tutele internazionali sui diritti umani,” ha proseguito Jolie. “Ora dobbiamo chiedere al sistema di istituzioni e leggi internazionali cosa stia bloccando l’offrire un aiuto concreto alle zone del mondo più disperate come il Sudan del Sud, l’Afghanistan, Gaza.” Queste parole richiamano l’attenzione sulla necessità di una risposta globale più efficace e umana di fronte alle crisi.
In questo contesto, “Couture” non è solo un film, ma un potente strumento di comunicazione e connessione, capace di affrontare temi complessi e di stimolare un dibattito necessario. La combinazione di esperienza personale e impegno sociale rende Angelina Jolie una figura di riferimento, non solo nel mondo del cinema, ma anche nella lotta per una maggiore consapevolezza e giustizia sociale. La sua presenza alla Festa del Cinema di Roma è stata un momento significativo, dove il confine tra vita e arte si è dissolto, lasciando spazio a una narrazione autentica e toccante.