L’epidemia degli oppioidi sintetici continua a rappresentare una grave minaccia a livello globale, e l’Italia non è immune a questa problematica crescente. La recente tragedia che ha colpito un giovane di 28 anni a Brunico, in provincia di Bolzano, segna il primo caso documentato nel Paese legato al nitazeni, un nuovo e potente oppioide sintetico che ha destato preoccupazione tra le autorità sanitarie e giudiziarie. Questo evento, avvenuto il 10 settembre 2024, ha messo in luce la gravità della situazione, rivelando dettagli inquietanti sulle sostanze in circolazione.
il caso di brunico
Inizialmente, le indagini sulla morte del giovane avevano escluso un decesso legato a droghe, poiché non erano state trovate siringhe o sigarette. Tuttavia, ulteriori analisi condotte dai Ris di Roma hanno rivelato la presenza di nitazeni in alcuni pezzi di stagnola rinvenuti nella sua abitazione. Questo potente oppioide è stato definito “una bomba” dal procuratore di Bolzano, Axel Bisignano, ed è considerato fino a venti volte più potente del fentanyl, noto per la sua pericolosità.
L’indagine ha portato all’arresto di un presunto spacciatore, un altoatesino di 29 anni, accusato di aver fornito la sostanza letale alla vittima e di essere coinvolto in un traffico di oppioidi sintetici provenienti da varie nazioni europee. Le forze dell’ordine hanno sequestrato numerosi pacchi contenenti oppioidi sintetici, acquistati online con criptovalute e inviati da paesi come Grecia, Polonia e Gran Bretagna. Questo scenario è particolarmente preoccupante, poiché i consumatori spesso non sono consapevoli dei rischi associati all’assunzione di queste sostanze.
la riscoperta del nitazeni
Il nitazeni non è un composto nuovo; la sua origine risale agli anni ’50, quando fu sviluppato come antidolorifico dalla casa farmaceutica Ciba. A differenza del fentanyl, che ha trovato un utilizzo medico, i nitazeni non hanno mai avuto un impiego terapeutico ufficiale. La loro riscoperta nel mercato illegale è avvenuta intorno al 2019, in risposta ai crescenti controlli sulla produzione e distribuzione di fentanyl e dei suoi derivati. Oggi, i nitazeni sono disponibili in varie forme, come:
- Liquide
- Pillole
- Polvere
Queste diverse forme rendono la loro identificazione e il controllo ancora più complessi.
Uno degli aspetti più preoccupanti del nitazeni e di altri oppioidi sintetici è la loro potenza. L’elevata concentrazione di questi composti rende difficile un dosaggio sicuro, aumentando il rischio di overdose. Inoltre, i test di routine per la rilevazione di droghe non identificano i nitazeni, complicando ulteriormente la situazione.
una crisi sociale
Il fenomeno dei nitazeni è legato a un cambiamento nel panorama globale del narcotraffico. Il calo della produzione di oppio in Afghanistan ha spinto i narcotrafficanti a cercare alternative, portando a un aumento dell’uso di oppioidi sintetici. In questo contesto, il nitazeni rappresenta una risposta letale a una domanda di sostanze stupefacenti, con un costo umano devastante. Anche gli utenti occasionali possono affrontare conseguenze mortali senza rendersi conto della pericolosità delle sostanze che assumono.
Il caso di Brunico ha sollevato un’ondata di preoccupazione tra le autorità locali e nazionali. La morte del giovane è accompagnata da altre 35 segnalazioni correlate al nitazeni in Italia, evidenziando un fenomeno crescente che richiede un’attenzione immediata e un intervento deciso da parte delle istituzioni.
La risposta a questa crisi non può limitarsi a misure repressive; è fondamentale adottare un approccio educativo e di prevenzione. È necessario sensibilizzare la popolazione sui rischi legati all’uso di oppioidi sintetici e potenziare i servizi di assistenza per coloro che si trovano in difficoltà. La lotta contro il narcotraffico e la diffusione di sostanze letali deve diventare una priorità per garantire la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini.
La questione del nitazeni e degli oppioidi sintetici non è solo un problema di salute pubblica, ma un’urgente crisi sociale che richiede il coinvolgimento di tutti: istituzioni, famiglie, scuole e comunità. Solo unendo le forze sarà possibile affrontare questa emergenza e prevenire ulteriori perdite di vite umane nel nostro Paese.