Lavoro e pensioni: nel 2050 si andrà in pensione quasi a 69 anni

Lavoro e pensioni: nel 2050 si andrà in pensione quasi a 69 anni

Lavoro e pensioni: nel 2050 si andrà in pensione quasi a 69 anni

Giada Liguori

Ottobre 21, 2025

Secondo le recenti stime dell’Istat, l’età pensionabile in Italia è destinata a salire a 68 anni e 11 mesi per entrambi i sessi entro il 2050, un incremento significativo rispetto ai 67 anni attuali. Questo cambiamento proseguirà, portando il limite a 70 anni nel 2067. Questi dati emergono da un focus dell’Istituto Nazionale di Statistica, che analizza le previsioni riguardanti la forza lavoro nel nostro Paese, in un contesto demografico e sociale in profonda evoluzione.

aumento della partecipazione degli anziani al lavoro

L’aumento dell’età pensionabile è solo una parte di un quadro più ampio che evidenzia una crescente partecipazione al mercato del lavoro delle persone mature e anziane. Tra il 2024 e il 2050, si prevede che il tasso di attività nella fascia di età 55-64 anni aumenterà dal 61% al 70%. Questo trend rappresenta un cambiamento significativo, poiché sempre più persone in questa fascia di età si sentiranno motivate e in grado di continuare a lavorare. Inoltre, anche il tasso di attività per la fascia 65-74 anni è previsto in aumento, passando dall’11% nel 2024 al 16% nel 2050.

cambiamenti demografici in italia

Un aspetto interessante di queste stime è l’andamento del tasso di attività complessivo, che potrebbe arrivare al 62% nel 2050, rispetto al 58% del 2024. Questo aumento riguarderà soprattutto le donne, il cui tasso di partecipazione al lavoro raggiungerà il 55%, con un incremento di 5,6 punti percentuali, mentre gli uomini saliranno al 68,3%, con un aumento più contenuto di 1,8 punti.

La demografia italiana sta cambiando rapidamente. Nel 2024, circa il 24,3% della popolazione avrà più di 65 anni, ma questa percentuale è destinata a superare il 34,6% entro il 2050. Contestualmente, la quota di persone nella fascia di età 15-64 anni diminuirà drasticamente, passando dal 63,5% del 2024 al 54,3% nel 2050. Questi dati suggeriscono una crescente necessità di adattare le politiche lavorative e previdenziali alle nuove realtà demografiche.

l’aspettativa di vita e le sfide future

Un altro fattore rilevante è l’aspettativa di vita, che continua a crescere. Secondo le previsioni, nel 2050 la speranza di vita alla nascita raggiungerà per gli uomini i 84,3 anni, rispetto agli 81,7 del 2024, mentre per le donne si passerà da 85,6 a 87,8 anni. Anche la speranza di vita a 65 anni è destinata a crescere, arrivando a 21,5 anni per gli uomini e 24,4 anni per le donne. Questo aumento della longevità è generalmente accompagnato da un miglioramento delle condizioni di salute, come sottolineato dall’Istat, il che potrebbe incentivare le persone anziane a rimanere attive nel mercato del lavoro.

Tuttavia, nonostante queste previsioni positive riguardo alla partecipazione degli anziani al lavoro, la realtà è più complessa. La popolazione in età lavorativa, ossia quella compresa tra i 15 e i 64 anni, è destinata a diminuire drasticamente, con una perdita stimata di oltre 7,2 milioni di individui tra il 2024 e il 2050. Questo calo demografico porterà a una riduzione della popolazione attiva, che includerà sia gli occupati che i disoccupati, di circa 3,2 milioni.

Le proiezioni indicano che la popolazione di età 15-64 anni passerà da 37,2 milioni nel 2024 a meno di 30 milioni nel 2050, con una diminuzione del 21%. Questa diminuzione avrà un impatto più marcato sulle donne, con un calo previsto del 24,4%, rispetto al 17% per gli uomini. All’interno di questo contesto, la popolazione attiva mostrerà una riduzione contenuta: gli uomini attivi scenderanno da 14,1 a 12,3 milioni, mentre le donne attive passeranno da 10,7 a 9,3 milioni.

Questa situazione porterà a una crescente pressione sul sistema previdenziale e sul mercato del lavoro, richiedendo strategie innovative per integrare gli anziani e garantire la sostenibilità del welfare. L’adeguamento delle politiche lavorative e previdenziali sarà cruciale per affrontare le sfide del futuro, in un contesto in cui le dinamiche demografiche stanno cambiando radicalmente.

In un’ottica di preparazione, è fondamentale avviare un dibattito pubblico su come garantire non solo la sostenibilità economica, ma anche il benessere delle persone anziane, che sempre più rappresenteranno una parte significativa della forza lavoro. La combinazione di esperienze, conoscenze e competenze degli individui più anziani potrebbe rivelarsi un valore aggiunto per il mercato del lavoro, contribuendo a una società più inclusiva e coesa.