Pietro Castellitto: la mia vita tra Br, Moro e la Banda della Magliana

Pietro Castellitto: la mia vita tra Br, Moro e la Banda della Magliana

Pietro Castellitto: la mia vita tra Br, Moro e la Banda della Magliana

Giada Liguori

Ottobre 21, 2025

Il nuovo film “Il falsario”, presentato in anteprima alla Festa di Roma, si propone di esplorare una figura storica affascinante e controversa: Antonio Giuseppe Chichiarelli, noto come Toni della Duchessa. Questo artista e falsario ha vissuto nel tumultuoso contesto romano degli anni ’70 e ’80. La pellicola, che arriverà su Netflix il 23 gennaio, si distacca dalla narrazione documentaristica per abbracciare una visione più avventurosa e romanzata del personaggio, interpretato da Pietro Castellitto.

la visione di stefano lodovichi

Il regista Stefano Lodovichi invita il pubblico a prendere le distanze dalla verità storica, affermando che “Dimenticate la verità per un attimo”. La rappresentazione di Toni nel film è quella di un giovane avventuriero, imperfetto e irrisolto, che si muove in un mondo complesso e pericoloso. La storia inizia con Toni che, proveniente dalla provincia, arriva a Roma insieme a due amici: un operaio, interpretato da Pierluigi Gigante, e un prete, Andrea Arcangeli. La capitale, in quegli anni, era un crogiolo di ideali e conflitti, e Toni aspira a diventare un artista.

L’incontro con una gallerista, interpretata da Giulia Michelini, segna un punto di svolta nella vita di Toni. La sua abilità nel riprodurre opere d’arte lo trasforma in un abile falsario, ben remunerato per il suo talento. Tuttavia, la sua vita si intreccia inevitabilmente con le ombre delle Brigate Rosse e della Banda della Magliana. Toni non è solo un artista; diventa anche un attore in un dramma più grande, falsificando comunicati e interagendo con figure chiave di un’epoca segnata da violenze e ideologie contrastanti.

la riflessione di pietro castellitto

Pietro Castellitto, che ha anche una carriera da regista, riflette sul suo personaggio, sottolineando come Toni rappresenti una metafora del periodo storico in cui si muove. “Come me li sono immaginati? Come un’epoca molto viva in cui in ognuno c’era la consapevolezza che si potesse davvero cambiare il mondo”, afferma l’attore. Questa riflessione si inserisce in un contesto più ampio, in cui molti giovani di oggi si sentono rassegnati e privi di prospettive. Castellitto sottolinea che, rispetto al passato, il presente sembra offrire solo “pagine già scritte”.

un’opera di grande impatto

“Il falsario” è ispirato al libro “Il falsario di Stato. Uno spaccato noir della Roma degli anni di piombo” di Nicola Biondo e Massimo Veneziani, e la sceneggiatura è firmata da Stefano Lodovichi e Sandro Petraglia. La pellicola è prodotta da Cattleya, una delle case di produzione più attive e rispettate in Italia, nota per il suo impegno nel raccontare storie significative e di grande impatto. La presenza nel cast di attori come Aurora Giovinazzo e Claudio Santamaria arricchisce ulteriormente il progetto, promettendo una performance corale di alto livello.

Un aspetto interessante da considerare è come “Il falsario” si inserisca in una tradizione cinematografica italiana che ha già esplorato i temi della criminalità e della politica, da film come “Roma città aperta” di Roberto Rossellini a “Il Divo” di Paolo Sorrentino. Tuttavia, la scelta di Lodovichi di adottare un approccio più narrativo e avventuroso potrebbe rappresentare una novità, portando una ventata di freschezza in un genere che rischia di diventare ripetitivo.

La ricostruzione storica dell’epoca è uno degli elementi chiave del film. Gli anni di piombo, caratterizzati da tensioni politiche e sociali, fanno da sfondo a una storia che, pur essendo romanzata, non perde di vista il contesto storico. Elementi come la lotta contro il terrorismo, le Brigate Rosse e la Banda della Magliana sono integrati nella trama, dando vita a un racconto che si dipana tra realtà e finzione.

In conclusione, “Il falsario” si preannuncia come un’opera che non solo intratterrà il pubblico, ma stimolerà anche riflessioni più profonde sulla gioventù, le aspirazioni e le disillusioni. La figura di Toni della Duchessa, pur essendo un personaggio di fantasia, rappresenta una generazione che cercava di affermarsi in un mondo pieno di contraddizioni. Con un cast di talento e una direzione creativa, il film promette di essere un’importante aggiunta al panorama cinematografico italiano contemporaneo.