Ritrovati a Bruxelles: 300 tesori etruschi e romani tornano a casa dall’ombra dei tombaroli

Ritrovati a Bruxelles: 300 tesori etruschi e romani tornano a casa dall'ombra dei tombaroli

Ritrovati a Bruxelles: 300 tesori etruschi e romani tornano a casa dall'ombra dei tombaroli

Matteo Rigamonti

Ottobre 21, 2025

L’arte e la cultura italiana sono da sempre oggetto di ammirazione e rispetto in tutto il mondo, ma purtroppo anche di traffico illecito. Recentemente, una straordinaria operazione congiunta tra le autorità italiane e belghe ha portato alla luce circa 300 reperti di origine etrusca e romana, rinvenuti a Bruxelles. Questi oggetti, trafugati da tombaroli e illegalmente esportati, sono stati riconosciuti grazie a un lavoro meticoloso dei carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale italiano.

Un patrimonio culturale da salvaguardare

L’elenco dei reperti ritrovati è variegato e comprende:

  1. Ceramiche etrusche
  2. Statue romane
  3. Vasi
  4. Gioielli

Ognuno di questi oggetti racconta una storia millenaria, testimoniando la grandezza delle civiltà che li hanno prodotti. La loro restituzione rappresenta non solo un atto di giustizia, ma anche un passo fondamentale per la preservazione della nostra eredità culturale.

Un mercato globale in espansione

La questione del traffico di reperti archeologici è complessa e affonda le radici in un mercato globale che spesso ignora l’importanza della provenienza e del contesto storico degli oggetti. Negli ultimi anni, il fenomeno è cresciuto, alimentato da un crescente interesse per l’arte antica e da collezionisti disposti a pagare somme considerevoli per possedere pezzi unici. L’indagine che ha portato al ritrovamento di questi reperti è iniziata diversi anni fa, collegandosi al caso di Michael Steinhardt, un collezionista di New York costretto nel 2021 a restituire 180 antichità rubate. Questo caso ha messo in luce le dinamiche del mercato nero dell’arte e l’urgenza di un intervento coordinato a livello internazionale.

Un processo di identificazione complesso

Il sequestro dei reperti è stato il risultato di un lavoro di riconoscimento estremamente dettagliato. Gli investigatori hanno setacciato archivi e banche dati, confrontando le caratteristiche dei reperti con le informazioni disponibili. Attualmente, 132 oggetti hanno già dimostrato una chiara provenienza italiana, mentre per altri 151 la probabilità che siano stati trafugati dall’Italia è molto alta. Questo processo di identificazione non è semplice; le opere d’arte possono cambiare forma e contesto nel corso degli anni, rendendo la loro tracciabilità una sfida continua.

Le antichità trafugate sono state rinvenute nei depositi della Phoenix Ancient Art di Bruxelles, una società specializzata nel commercio di antichità. Sebbene i fondatori della Phoenix, i fratelli Aboutaam, non siano attualmente sotto indagine, i documenti legali emessi dalla procura di Roma impongono loro di mantenere i reperti sotto custodia fino al loro trasferimento in Italia. Il timore espresso nel decreto di sequestro è che, se non adeguatamente custoditi, questi oggetti possano essere venduti a musei o collezionisti privati, disperdendo per sempre le prove del loro passato e della loro provenienza.

Un futuro per il patrimonio culturale

La restituzione di questi reperti è anche un’opportunità per riflettere sul valore del patrimonio culturale. L’arte non è solo un bene materiale, ma un veicolo di storia e identità. Ogni reperto racconta una parte della nostra storia collettiva, e la sua perdita rappresenta una frattura nel legame tra passato e presente. Le istituzioni culturali italiane, insieme con le autorità, stanno lavorando per garantire che questi oggetti ritornino ai luoghi da cui provengono, permettendo così di preservare la memoria storica e di educare le future generazioni sull’importanza della tutela del patrimonio.

In un mondo dove il mercato dell’arte continua a evolversi, è fondamentale che i governi collaborino per combattere il traffico illecito e promuovere la restituzione dei beni culturali. La situazione di Bruxelles è un esempio di come la cooperazione internazionale possa portare a risultati tangibili. La speranza è che il ritorno di questi reperti non sia solo un evento isolato, ma l’inizio di una nuova era di impegno condiviso nella protezione del patrimonio culturale mondiale.

L’operazione di recupero dei reperti etruschi e romani non solo riporta a casa oggetti di inestimabile valore, ma riafferma anche l’importanza della cultura e della storia nella società contemporanea, sottolineando il nostro dovere collettivo di proteggerli per le future generazioni.