Braccialetto elettronico per il 45enne di Varese: la drammatica aggressione all’ex sul bus e le sue conseguenze

Braccialetto elettronico per il 45enne di Varese: la drammatica aggressione all'ex sul bus e le sue conseguenze

Braccialetto elettronico per il 45enne di Varese: la drammatica aggressione all'ex sul bus e le sue conseguenze

Matteo Rigamonti

Ottobre 22, 2025

Un episodio di violenza ha scosso la comunità di Varese, quando un uomo di 45 anni è stato arrestato per aver aggredito la sua ex compagna di 19 anni. L’incidente, avvenuto in una fermata dell’autobus, ha visto l’uomo trascinare la giovane, costringendola a salire su un mezzo pubblico. Questo drammatico evento ha portato il giudice per le indagini preliminari, Alessandro Chionna, a disporre l’uso del braccialetto elettronico per entrambi, l’aggressore e la vittima.

L’aggressione e l’intervento della polizia

La vicenda è stata portata alla luce grazie a una tempestiva chiamata di un amico della giovane, che ha contattato il numero di emergenza 112 per segnalare l’aggressione in corso. La ragazza, visibilmente scossa e in lacrime, è riuscita a comunicare con il suo conoscente subito dopo essere stata picchiata dall’ex compagno. Mentre si trovavano entrambi su un autobus di linea, la vittima ha avuto la prontezza di contattare aiuto.

L’operatore della centrale operativa ha mantenuto il contatto telefonico con lei, chiedendole di fornire dettagli sulla sua posizione, come la presenza di punti di riferimento visibili dal finestrino dell’autobus, per facilitare l’intervento delle pattuglie. Grazie a queste informazioni, gli agenti della polizia di Stato sono riusciti a localizzare e fermare il pullman, arrestando l’uomo e portandolo in Questura per accertamenti. La rapidità e l’efficacia della risposta delle forze dell’ordine hanno contribuito a prevenire ulteriori danni alla giovane, che è stata immediatamente assistita.

La decisione del giudice e le misure di protezione

Dopo la convalida dell’arresto, il giudice ha inizialmente deciso di rimettere in libertà il 45enne, imponendogli un divieto di avvicinamento alla vittima. Tuttavia, data la gravità della situazione e il rischio di comportamenti persecutori futuri, il giudice Chionna ha ritenuto necessario un intervento più rigoroso. Ha quindi ordinato l’uso del braccialetto elettronico per l’uomo, che dovrà mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla giovane e dai luoghi da lei frequentati. Il gip ha avvertito che qualsiasi violazione delle prescrizioni comporterebbe automaticamente la custodia in carcere.

In aggiunta, è stata disposta l’applicazione dello stesso dispositivo di controllo elettronico anche per la giovane vittima. Questa misura ha lo scopo di prevenire qualsiasi riavvicinamento tra i due ex partner, garantendo così una maggiore protezione alla ragazza, che continua a ricevere assistenza da parte di servizi specializzati per la protezione delle donne vittime di violenza.

Il contesto e l’importanza della prevenzione della violenza di genere

Questo tragico episodio mette in evidenza la crescente preoccupazione per la violenza di genere in Italia, un problema che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione sia della società civile che delle istituzioni. L’uso del braccialetto elettronico rappresenta una misura di prevenzione fondamentale per proteggere le vittime e prevenire ulteriori atti di violenza. La legge italiana ha fatto significativi progressi in questo ambito, introducendo misure di protezione e strumenti legali volti a garantire la sicurezza delle persone coinvolte in situazioni di violenza domestica.

In Italia, il numero di femminicidi e di violenze domestiche è purtroppo in aumento, e gli atti di violenza come quello accaduto a Varese non sono isolati. Le autorità, insieme a diverse organizzazioni non governative, stanno lavorando per sensibilizzare l’opinione pubblica e migliorare i servizi di supporto per le vittime. Le campagne di sensibilizzazione mirano a educare la popolazione sull’importanza di riconoscere e denunciare la violenza, oltre a incoraggiare le vittime a chiedere aiuto.

Il ruolo delle istituzioni e della società civile

Le istituzioni hanno un ruolo cruciale nell’affrontare la violenza di genere e nel fornire supporto alle vittime. È fondamentale che le forze dell’ordine siano formate e preparate a gestire situazioni di violenza domestica in modo sensibile e competente. Inoltre, i servizi di assistenza psicologica e legale sono essenziali per aiutare le vittime a ricostruire le proprie vite e a riacquistare un senso di sicurezza.

La comunità locale di Varese, alla luce di questo evento, potrebbe essere stimolata a partecipare a iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. Coinvolgere la società civile in programmi di educazione e formazione è un passo fondamentale per combattere questo problema, rendendo tutti consapevoli delle risorse disponibili e delle azioni da intraprendere in caso di violenza.

Infine, è essenziale che la società nel suo insieme continui a riflettere su come affrontare la violenza di genere, promuovendo una cultura di rispetto e uguaglianza. Solo attraverso un impegno collettivo e costante sarà possibile sperare in un futuro in cui episodi come quello di Varese diventino sempre più rari.