Da badante a vittima: la drammatica storia di una donna sequestrata a Catania

Da badante a vittima: la drammatica storia di una donna sequestrata a Catania

Da badante a vittima: la drammatica storia di una donna sequestrata a Catania

Matteo Rigamonti

Ottobre 22, 2025

Una vicenda agghiacciante ha scosso la comunità di Palagonia, in provincia di Catania, dove un uomo di 60 anni è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di sequestro di persona e violenza sessuale. La vittima, una donna di 44 anni di origini romene, aveva risposto a un annuncio di lavoro online che prometteva un impiego come badante per anziani. Quella che doveva essere un’opportunità di lavoro si è trasformata in un incubo durato un mese.

L’inserzione, pubblicata sui social, sembrava legittima e attirava diverse persone in cerca di lavoro. La donna, attratta dalla possibilità di guadagnare un reddito per sostenere la sua famiglia, si è recata all’abitazione dell’uomo per discutere i dettagli del lavoro. Tuttavia, una volta arrivata, ha scoperto che l’annuncio era solo un pretesto. L’uomo le ha svelato le sue reali intenzioni e l’ha costretta a restare prigioniera.

La prigionia e le violenze subite

Il sequestro è iniziato il giorno stesso in cui la donna è entrata nell’appartamento. Secondo le ricostruzioni degli investigatori, la 44enne ha immediatamente cercato di fuggire, ma ha trovato la porta chiusa a chiave. L’aguzzino ha anche sottratto il suo telefono cellulare, privandola della possibilità di contattare qualcuno per chiedere aiuto. Gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri hanno descritto il calvario della donna, costretta a subire violenze e angherie.

Durante il mese di prigionia, la donna ha subito ripetute aggressioni fisiche. L’uomo, per sottometterla, l’avrebbe colpita con schiaffi e pugni. Inoltre, la vittima, separata e madre di un ragazzo di 12 anni, era costretta a soddisfare le richieste del suo carceriere, che lasciava l’appartamento solo per brevi periodi, giusto il tempo di acquistare sigarette, birre e generi alimentari. La situazione si è protratta per un lungo mese, durante il quale la donna ha vissuto nella paura e nella sottomissione.

La fuga e l’intervento delle forze dell’ordine

L’epilogo di questa tragica storia è arrivato quando l’uomo, in un momento di disattenzione, ha lasciato a casa il cellulare della vittima. Approfittando di questa opportunità, la donna è riuscita a contattare un’amica tramite un messaggio, chiedendo aiuto e di chiamare i carabinieri. Tuttavia, nella paura di essere scoperta, ha tempestivamente cancellato il messaggio. Questa manovra ha dimostrato la sua astuzia e determinazione a liberarsi dalle grinfie del suo aguzzino.

Quando i carabinieri sono stati allertati dall’amica, si sono precipitati nell’appartamento. Al loro arrivo, l’uomo ha cercato di giustificarsi, affermando di avere una compagna. Tuttavia, le sue scuse non hanno trovato riscontro nella realtà. La donna, vedendo i militari, è corsa verso di loro implorando aiuto. È stata immediatamente soccorsa e portata all’ospedale di Caltagirone, dove i medici hanno confermato la presenza di lesioni fisiche e psicologiche compatibili con una violenza sessuale.

Riflessioni sulla sicurezza nel mercato del lavoro

Questo caso ha sollevato un acceso dibattito sulla sicurezza delle persone che cercano lavoro, soprattutto in settori vulnerabili come quello dell’assistenza agli anziani. Infatti, l’affidabilità degli annunci di lavoro online è spesso messa in discussione, e la mancanza di controlli adeguati può portare a situazioni di sfruttamento e violenza. Le autorità locali e le associazioni che tutelano i diritti delle donne stanno monitorando la situazione, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi connessi alla ricerca di lavoro attraverso canali non sicuri.

Inoltre, si sta cercando di capire come prevenire simili situazioni in futuro, attraverso campagne di informazione e formazione per chi cerca lavoro, ma anche per chi offre impieghi. È fondamentale creare una rete di supporto che possa garantire la sicurezza di tutti coloro che, per necessità, si avvicinano al mercato del lavoro.

La storia della donna romena, che ha trovato il coraggio di chiedere aiuto e di denunciare il suo aguzzino, rappresenta un importante monito per tutti. La sua esperienza, sebbene traumatica, è un esempio di resilienza e forza, che può ispirare altre vittime a non rimanere in silenzio. Le indagini sul caso sono ancora in corso, e ci si aspetta che il 60enne arrestato venga giudicato per i suoi crimini, affinché possa ricevere la giusta punizione per le atrocità commesse.