Garlasco: la verità sul supertestimone e il misterioso scontrino di Andrea Sempio

Garlasco: la verità sul supertestimone e il misterioso scontrino di Andrea Sempio

Garlasco: la verità sul supertestimone e il misterioso scontrino di Andrea Sempio

Matteo Rigamonti

Ottobre 22, 2025

La vicenda di Garlasco, che ha profondamente colpito l’opinione pubblica italiana, si arricchisce di un nuovo capitolo grazie alla testimonianza di un supertestimone. Questo individuo si è presentato spontaneamente ai carabinieri di via Moscova a Milano, riaccendendo l’interesse per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. La sua affermazione che lo scontrino del parcheggio di Vigevano, datato proprio quel giorno e pagato per un’ora di sosta alle 10:18, non appartiene né ad Andrea Sempio né ai suoi familiari, rappresenta un elemento cruciale per le indagini condotte dal procuratore aggiunto di Pavia, Stefano Civardi, e dalle pm Giuliana Rizza e Valentina De Stefano.

La testimonianza che smonta l’alibi

Questa testimonianza è di fondamentale importanza poiché mette in discussione l’alibi di Sempio, che si basava proprio sullo scontrino in questione. Il supertestimone ha fornito dettagli precisi e ha dimostrato una credibilità tale da spingere i carabinieri a effettuare ulteriori riscontri. Le implicazioni di questa nuova testimonianza potrebbero rivelare una presenza chiave al momento del delitto, suggerendo un possibile coinvolgimento di Sempio insieme a Alberto Stasi.

Questo scontrino era già stato un punto centrale nella prima archiviazione del caso, operata dal gip Fabio Lambertucci. Le indagini sono ora riaperte, e si stanno esaminando anche sospetti di corruzione legati agli atti giudiziari precedenti, con particolare attenzione al procuratore dell’epoca, Mario Venditti.

La storia dello scontrino

Un anno dopo il delitto, il 4 ottobre 2008, Sempio consegnò ai carabinieri di Vigevano lo scontrino durante il suo secondo interrogatorio. In un successivo interrogatorio, il 10 febbraio 2017, Sempio spiegò che il ticket era stato rinvenuto dai suoi genitori sulla loro auto alcuni giorni dopo l’omicidio. I suoi genitori, preoccupati per la situazione, decisero di conservarlo “per sicurezza”. Durante quell’interrogatorio, Sempio dichiarò di non averlo portato con sé, ma di aver semplicemente informato i carabinieri della sua esistenza. In seguito, insieme a suo padre, andò a recuperarlo per presentarlo ufficialmente.

Un ticket controverso

Il ticket di piazza Sant’Ambrogio, pagato alle 10:18 del giorno dell’omicidio, ha presentato modalità di consegna anomale, un aspetto emerso solo in seguito. Daniela Ferrari, madre di Sempio, ha subito un malore mentre veniva interrogata dai carabinieri, proprio mentre venivano formulate domande riguardo al ticket e alla sua amicizia con un vigile del fuoco di Vigevano, Antonio B. Le circostanze temporali e gli spostamenti di quel giorno sono elementi fondamentali per l’inchiesta. La relazione dei detective della Skp Investigazioni, redatta nel dicembre 2016, ha messo in discussione molte delle coincidenze presentate.

Incertezze nelle dichiarazioni

I Sempio hanno riconosciuto di aver lasciato alcune discrepanze nelle loro dichiarazioni agli inquirenti. Un particolare momento di confusione è emerso quando Sempio ha ammesso di aver detto che lo scontrino era stato trovato dopo il suo primo interrogatorio, mentre un’altra affermazione indicava il contrario. Queste contraddizioni hanno portato a una nuova indagine riguardante un presunto insabbiamento che risale a otto anni fa.

Recentemente, Fabrizio Gallo, avvocato dell’ex difensore di Sempio, Massimo Lovati, ha messo ulteriormente in discussione la validità dell’alibi di Sempio. Nel corso di un’intervista alla trasmissione “Ignoto X” di La7, Gallo ha affermato che “se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro: lo scontrino è falso“. Lovati ha suggerito che una persona innocente non dovrebbe sentirsi obbligata a cercare un alibi.

In un contesto di crescente tensione, Andrea Sempio ha rilasciato un’intervista all’emittente “Chi l’ha visto?”, esprimendo le sue preoccupazioni riguardo alla situazione legale che sta affrontando. Ha parlato di sentirsi come un “soldato in trincea”, in attesa che la verità emerga. Sempio ha anche accennato a interrogativi sulla gestione della sua difesa e ha sollevato il tema della corruzione, chiedendo chiarimenti riguardo ai fondi eventualmente ricevuti dal suo ex avvocato.

Questa intricata vicenda, che continua a sollevare domande e ipotesi, non sembra avviarsi verso una conclusione rapida. Le nuove testimonianze e le rivelazioni sulle indagini passate potrebbero rivelarsi determinanti per il futuro del caso e per il destino di Sempio e degli altri coinvolti.