Il tragico caso di Pamela Genini, una giovane donna brutalmente assassinata a Milano con 24 coltellate il 14 ottobre, continua a suscitare indignazione e dolore. Sua madre, Uma Smirnova, ha rilasciato dichiarazioni forti e cariche di emozione durante un’intervista a “Dentro la notizia”, esprimendo la sua delusione non solo verso l’assassino, ma anche nei confronti delle amiche di Pamela. In un momento di profondo dolore, la madre ha dichiarato: «Se sapevano, dovevano denunciare. L’hanno lasciata sola». Queste parole mettono in luce una questione cruciale: la responsabilità di chi è vicino in situazioni di violenza.
il racconto di uma smirnova
Uma Smirnova ha raccontato di come, inizialmente, l’assassino di sua figlia, un uomo di nome Soncin, si fosse presentato come una persona gentile e affettuosa. «Mi aveva detto al telefono che le voleva bene, che aveva attenzioni per lei», ha affermato. La madre ha confessato di non essere a conoscenza delle violenze subite da Pamela, affermando che se ne fosse stata informata, avrebbe sicuramente sporto denuncia. «Se me ne avesse parlato avrei denunciato e forse non sarebbe successo tutto questo», ha aggiunto, esprimendo il rimorso di non aver potuto proteggere sua figlia.
le accuse alle amiche di pamela
Le accuse nei confronti delle amiche di Pamela sono particolarmente incisive. Smirnova ha detto chiaramente: «Non le conosco e non mi hanno contattato». Questo aspetto è emblematico di una dinamica spesso presente in situazioni di violenza domestica, dove i testimoni o le persone vicine possono sentirsi impotenti o spaventati nel denunciare. Alcuni amici di Pamela, ascoltati dagli inquirenti, hanno confermato che la ragazza ha subito violenze ripetute e che il suo rapporto con Soncin era definito «tossico». Tuttavia, risulta che non abbiano mai preso l’iniziativa di presentare una denuncia formale.
- In passato, Soncin avrebbe aggredito Pamela in più occasioni.
- Un episodio particolarmente grave si è verificato a Cervia, dove Soncin le avrebbe fratturato un dito.
- Pamela ha cercato cure presso l’ospedale di Seriate, dove ha anche compilato un questionario anti-violenza, segnalando le aggressioni subite.
La questione della denuncia appare quindi centrale: se le amiche avessero avuto il coraggio di parlare, avrebbero potuto forse salvare la vita della giovane.
il destino di bianca
La situazione di dolore e violenza non si ferma qui. La madre di Pamela ha anche espresso una forte preoccupazione riguardo al destino della cagnolina di sua figlia, Bianca. Francesco Dolci, un amico di Pamela, è attualmente in possesso del cane, ma la madre ha affermato che il ritiro del barboncino è avvenuto in modo illegittimo. «Dolci sta trattenendo il cane illegalmente, l’ha sottratto a me in modo osceno e non vuole restituirlo. Voglio che Bianca torni a casa, per mia figlia. È fragile, ha bisogno di cure veterinarie», ha dichiarato Uma Smirnova.
La madre ha raccontato di aver tentato di riottenere la custodia di Bianca, recandosi presso l’abitazione di Dolci anche con l’intervento dei Carabinieri. Tuttavia, ogni tentativo di riconsegnare il cane è stato vano, con Dolci che ha sempre rifiutato di aprire la porta. «Abbiamo anche il certificato veterinario che dimostra che la cagnolina apparteneva a Pamela, ma è stato tutto inutile», ha aggiunto, evidenziando la frustrazione e l’impotenza di una madre che cerca di riottenere un pezzo della vita di sua figlia, in un momento già di grande sofferenza.
La storia di Pamela Genini, purtroppo, è solo uno dei tanti esempi di violenza di genere che affliggono la società contemporanea. Il suo caso mette in luce l’importanza di una rete di supporto tra giovani, che può fare la differenza in situazioni di abuso. Le parole di Uma Smirnova risuonano come un appello a tutti coloro che si trovano in situazioni simili: non rimanere in silenzio, non lasciare che l’ignavia prenda il sopravvento. La denuncia e il sostegno reciproco possono essere strumenti fondamentali per prevenire tragedie come quella di Pamela.
Le autorità stanno continuando a indagare sul caso, e il dibattito pubblico sulla violenza di genere sta guadagnando sempre più attenzione. In un momento in cui le testimonianze di abusi e violenze sono sempre più spesso portate alla luce, la speranza è che la storia di Pamela possa servire da monito per tutti noi, affinché nessuno debba più sentirsi solo e abbandonato.