La condanna di Francesca Marenco, ex responsabile amministrativa di ActionAid, ha suscitato un forte scalpore, non solo per la gravità delle accuse, ma anche per la complessità della situazione. La Gip Sonia Mancini ha descritto Marenco come una persona con una «impressionante inclinazione criminale», ora agli arresti domiciliari per aver sottratto circa 1,5 milioni di euro dai fondi dell’associazione. Questo caso si sviluppa tra il febbraio 2022 e il maggio 2024, periodo durante il quale Marenco ha messo in atto un piano ben orchestrato per appropriarsi delle risorse di ActionAid.
Il ruolo di Marenco e le modalità di appropriazione
Marenco, responsabile della tesoreria dell’organizzazione, ha avuto accesso alle credenziali bancarie necessarie per operare. Ha addirittura fatto cambiare queste credenziali presso Poste Italiane, permettendole di gestire indisturbata le finanze dell’associazione. Secondo la Pubblica Accusa, i fondi rubati sono stati utilizzati per una serie di spese personali, tra cui:
- Ristrutturazione della sua abitazione
- Acquisto di un’auto
- Pagamento di rette scolastiche per i suoi figli
Un aspetto inquietante è che Marenco ha versato ingenti somme al suo avvocato, evidenziando l’ampiezza della sua appropriazione.
Un passato criminale inquietante
La situazione si complica ulteriormente considerando il passato criminale di Marenco. Tra il 2011 e il 2014, era già stata coinvolta in un caso di appropriazione indebita, in cui si era appropriata di oltre 364 mila euro tramite l’home banking della società per cui lavorava come commercialista. Questo precedente ha sollevato interrogativi sulle sue capacità di gestire responsabilità legate alla tesoreria.
Marenco ha tessuto una rete di menzogne e artifizi per giustificare le sue azioni, utilizzando eventi personali drammatici come la morte del marito e la malattia della figlia per mascherare le sue appropriazioni. Ha anche usato email falsificate per attestare la regolarità della sua gestione amministrativa, dimostrando abilità nel manipolare la verità.
Nuove accuse e sviluppi
Nel 2023, Marenco è stata condannata a quattro anni e mezzo di reclusione per una truffa sentimentale in cui ha estorto circa 400 mila euro a una donna, sfruttando la sua vulnerabilità emotiva. Le recenti accuse comprendono appropriazione indebita, reati tributari e accesso abusivo a sistemi informatici.
Le autorità hanno recentemente sequestrato oltre 480 mila euro nei confronti dell’ex responsabile amministrativa, segno di un tentativo di recuperare parte delle somme sottratte. La decisione di porre Marenco agli arresti domiciliari è stata influenzata dalla presenza dei suoi quattro figli, un elemento che ha avuto un peso significativo nella sua situazione legale.
Nonostante le precedenti condanne, Marenco ha continuato a lavorare, grazie a un’autorizzazione del Tribunale di Sorveglianza. La sua carriera in un’altra organizzazione di volontariato, la Fondazione Arca, è ora sotto esame, con verifiche in corso sui bonifici da 12 mila euro effettuati a suo favore.
La vicenda di Francesca Marenco rappresenta un caso emblematico delle truffe nel settore no-profit, dove la fiducia deve essere gestita con la massima attenzione. In un contesto in cui le onlus sono sostenute da donazioni e finanziamenti pubblici, proteggere le risorse è fondamentale per garantire che queste organizzazioni possano continuare a operare e perseguire le loro missioni benefiche. La speranza è che casi come questo portino a una maggiore vigilanza e a misure più rigorose per prevenire futuri abusi.
