George Clooney si confessa: ‘Non sono io’ nella crisi di Jay Kelly

George Clooney si confessa: 'Non sono io' nella crisi di Jay Kelly

George Clooney si confessa: 'Non sono io' nella crisi di Jay Kelly

Giada Liguori

Ottobre 25, 2025

In ‘Jay Kelly’, il nuovo film di Noah Baumbach disponibile su Netflix, George Clooney interpreta un personaggio che riflette la sua carriera: una star del cinema con oltre trent’anni di successi alle spalle. Clooney, due volte premio Oscar e noto per il suo fascino e la sua eleganza, veste i panni di Jay Kelly, un attore intrappolato in una profonda crisi di identità. L’ambientazione del film, che inizia con la scena di un set cinematografico, serve da palcoscenico per esplorare temi complessi come il sacrificio personale, la solitudine e la ricerca di un significato più profondo nella vita.

la crisi di jay kelly

La pellicola si apre con una sequenza emblematicamente drammatica: Jay Kelly è sul set mentre gira la scena della sua morte. Ferito e accasciato a terra, con solo il suo cane al suo fianco, la sua richiesta di ripetere la scena sottolinea un desiderio di rivisitare le scelte fatte nel corso della sua vita. “Vorrei avere un altro ciak”, sembra dire, un pensiero che risuona con forza in un’epoca in cui molti di noi si trovano a riflettere sulle proprie scelte e opportunità mancate. Clooney stesso, durante una conferenza stampa a Los Angeles, ha dichiarato: “Molte persone mi hanno detto: ‘È come se interpretassi te stesso’. Invece no. Io non ho i rimpianti che ha questo personaggio”. Le sue parole rivelano una distinzione fondamentale tra lui e Jay Kelly, evidenziando la sua attuale realizzazione personale e professionale.

un personaggio complesso

Clooney ha chiarito che la sua vita è molto diversa da quella del suo personaggio. “I miei figli hanno otto anni e per ora mi vogliono bene. Ho buoni rapporti con tutte le persone con cui ho lavorato”, ha affermato, evidenziando il contrasto tra la sua situazione e quella di Kelly, un uomo che ha sacrificato relazioni importanti per la carriera. “Dai, Jay Kelly è uno stronzo”, ha aggiunto, scatenando le risate dei presenti, un momento che ha reso evidente la leggerezza con cui Clooney affronta anche le questioni più pesanti.

La complessità del personaggio di Jay Kelly è ulteriormente approfondita dalla sceneggiatura, scritta da Baumbach insieme a Emily Mortimer, che interpreta la truccatrice personale della star. Clooney ha descritto Kelly come un individuo paragonabile a un moderno Frankenstein, che distrugge le vite degli altri senza rendersene conto. Questo parallelo mette in luce una delle tematiche centrali del film: l’egoismo e le conseguenze delle azioni. “Il mio personaggio passa la vita a distruggere beatamente quella degli altri, li usa o li ignora”, ha spiegato, riflettendo su come il pubblico possa empatizzare con un personaggio così imperfetto.

riflessioni sulla vita e la carriera

Noah Baumbach ha aggiunto un ulteriore strato di significato al film, sottolineando una verità universale: molti di noi, da giovani, credono di avere tutto il tempo del mondo e fanno scelte basandosi su questa illusione. “Questo film parla del momento in cui ci rendiamo conto — in modo insieme ovvio e scioccante — che invece questa è l’unico tentativo che abbiamo”, ha dichiarato il regista. Jay Kelly, nel suo cammino di autoscoperta, deve confrontarsi con le scelte fatte e le loro conseguenze, un processo doloroso e imprevedibile.

Il film non si limita a esplorare la vita di Jay Kelly, ma si allarga a un panorama più ampio dello showbiz, mostrando anche i dilemmi dei suoi collaboratori. Il manager Ron, interpretato da Adam Sandler, e l’addetta stampa Liz, portata in vita da Laura Dern, si trovano a dover affrontare le proprie sfide personali mentre orbitano attorno a Kelly. Questa dinamica mette in evidenza la solitudine che spesso accompagna la fama, lasciando il protagonista a confrontarsi con il suo passato e i fantasmi di relazioni perdute, in particolare con le figlie che desiderano tenere il padre a distanza.

In una riflessione più ampia sulla carriera e la vita, Clooney ha ricordato i suoi inizi, quando faceva lavori umili come tagliare tabacco per tre dollari l’ora. “Quando sentivo qualche attore famoso lamentarsi della propria vita, pensavo: ma vaffanculo, lo vedi cosa sto facendo io?”, ha raccontato con una risata. A 64 anni, continua a ricevere ruoli significativi, un segno della sua resilienza e della sua capacità di adattarsi al cambiamento. “Certo, con l’età ci sono cose che non puoi più fare, ma è sempre molto meglio che tagliare tabacco”, ha concluso, mostrando la sua gratitudine per il percorso intrapreso e per le opportunità che la vita continua a offrirgli.

In questo contesto, ‘Jay Kelly’ non è solo un film, ma un manifesto di introspezione e una meditazione sulla vita, il tempo e le scelte che ci definiscono. La performance di Clooney, con il suo mix di umorismo e vulnerabilità, offre al pubblico uno sguardo raro e autentico su un uomo in cerca di risposte in un mondo che spesso sembra non dare seconde possibilità.