Dopo la sua applauditissima prima mondiale alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori, il documentario Film di Stato di Roland Sejko si prepara a sbarcare in uno dei festival più prestigiosi dedicati al documentario d’autore: il Ji.hlava International Documentary Film Festival. Questo festival, che si tiene annualmente in Repubblica Ceca, è considerato il principale appuntamento per il documentario di creazione nell’Europa centrale e orientale, attirando cineasti e appassionati da tutto il mondo.
La partecipazione di Film di Stato rappresenta un evento di grande rilevanza, poiché il film è l’unico titolo italiano a essere selezionato per il concorso principale ‘Opus Bonum’. Questa sezione è dedicata ai migliori documentari presentati in prima mondiale o internazionale e, nel caso di Sejko, il suo film è programmato come primo titolo della sezione, con proiezione prevista per sabato 25 ottobre. La presenza di un’opera italiana in un contesto così prestigioso sottolinea l’importanza crescente del cinema documentaristico italiano sulla scena mondiale.
Un’immersione nella dittatura albanese
Prodotto e distribuito da Luce Cinecittà, Film di Stato è previsto per una distribuzione nelle sale italiane nella prossima primavera. Questo documentario offre un’immersione profonda nella dittatura albanese, che ha caratterizzato il paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al 1990. Un periodo storico segnato dalla figura di Enver Hoxha, il leader del regime comunista albanese, che ha plasmato non solo la politica, ma anche la vita quotidiana dei cittadini.
Ciò che rende Film di Stato particolarmente affascinante è il modo in cui Sejko riesce a ricreare un’atmosfera storica attraverso una combinazione di immagini, suoni e montaggio. Le sequenze visive, spesso inedite e prodotte dallo stesso regime, vengono utilizzate per raccontare storie di riti, attese, folle e solitudini. La narrazione si sviluppa attraverso una sorta di “colonna sonora del potere”, che offre uno spaccato della vita sotto un regime totalitario, mettendo in luce non solo gli eventi pubblici, ma anche i silenzi e le cecità di un sistema oppressivo.
La visione del regista
Sejko, che ha già ricevuto riconoscimenti come il David di Donatello per Anjia – La nave e il Nastro d’Argento per La macchina delle immagini di Alfredo C., ha dichiarato: “Film di Stato è un film fatto solo di immagini esistenti, ma che cerca – con il montaggio, il suono, il ritmo – di costruire un racconto diverso da quello che quelle immagini volevano imporre.” L’intento del regista non è semplicemente mostrare, ma piuttosto trasformare e far emergere, all’interno della costruzione propagandistica, le crepe, i vuoti e i segnali di una possibile lettura alternativa delle immagini e della realtà.
Riflessioni sui meccanismi del potere
L’importanza di Film di Stato va oltre la sua narrazione cinematografica; esso si pone come un’importante riflessione sui meccanismi del potere e sulla memoria storica. La dittatura albanese, sotto Hoxha, ha lasciato un segno profondo nella cultura e nella società albanese, e questo film si propone di esplorare tali aspetti in modo critico e innovativo.
Con un’analisi attenta dei materiali d’archivio, Sejko offre uno sguardo critico sul passato, stimolando il pubblico a riflettere su come la storia venga raccontata e, soprattutto, su quali verità vengano omesse. Il Ji.hlava International Documentary Film Festival, che si svolge dal 25 al 30 ottobre, si dedica a promuovere la creatività e l’innovazione nel campo del documentario. In questo contesto, Film di Stato non solo rappresenta un’opportunità per il regista italiano di farsi conoscere a livello internazionale, ma contribuisce anche a un dibattito più ampio sui temi della libertà, della memoria e delle narrazioni storiche.
In attesa della sua proiezione al Ji.hlava, Film di Stato promette di essere un’esperienza cinematografica profonda e provocatoria, capace di stimolare il dibattito su temi di rilevanza storica e contemporanea.
