Scamarcio svela il lato ambiguo di Pietro Baldi: un personaggio complesso e affascinante

Scamarcio svela il lato ambiguo di Pietro Baldi: un personaggio complesso e affascinante

Scamarcio svela il lato ambiguo di Pietro Baldi: un personaggio complesso e affascinante

Giada Liguori

Ottobre 26, 2025

Riccardo Scamarcio, uno degli attori più noti e apprezzati del panorama cinematografico italiano, ha recentemente condiviso la sua visione del personaggio che interpreta nel film “Alla festa della rivoluzione”, diretto da Arnaldo Catinari. Presentato nella sezione Grand Public della Festa di Roma, il film si basa su un periodo storico affascinante e complesso: i cinquecento giorni della Repubblica di Fiume, un esperimento di libertà e autonomia guidato da Gabriele D’Annunzio. In questo contesto, Scamarcio interpreta Pietro Baldi, un capo dei servizi che si pone in posizione ambigua, sfuggendo a facili categorizzazioni.

il personaggio di pietro baldi

Nelle sue dichiarazioni, Scamarcio ha sottolineato l’importanza di rendere credibile un personaggio che, pur essendo negativo, non è da considerarsi cattivo. “È un personaggio ambiguo, non cattivo, e il divertimento è stato quello di riuscire a trasferire e rendere credibile questo personaggio negativo cercando di non giudicarlo”, ha affermato l’attore. Questa sfumatura di complessità caratterizza non solo il suo ruolo, ma anche l’intero film, che si propone di esplorare le dinamiche sociali e politiche di un’epoca turbolenta.

Pietro Baldi è descritto da Scamarcio come un personaggio “claramente inventato”, ma che trae ispirazione da una tipologia di uomo reale in quegli anni. Questo aspetto è fondamentale, poiché la figura di Baldi incarna l’inizio di una certa concezione di fascismo, che si stava affacciando sulla scena politica italiana. L’interpretazione di Scamarcio, quindi, non si limita a riportare in vita un personaggio storico, ma si propone di esplorare le radici di un’ideologia che avrebbe avuto conseguenze devastanti per il paese e per l’Europa.

la sfida della sceneggiatura

Il film è tratto dall’omonimo saggio di Claudia Salaris, pubblicato nel 2002 da Il Mulino, e si avvale di una sceneggiatura scritta dallo stesso regista insieme a Silvio Muccino. La scelta di adattare un’opera saggistica in un film narrativo rappresenta una sfida interessante, poiché richiede di tradurre concetti complessi in un linguaggio accessibile e coinvolgente per il grande pubblico. La Repubblica di Fiume, sebbene possa sembrare un episodio marginale nella storia italiana, è in realtà un punto di partenza per riflettere su temi come la libertà, l’identità e la lotta per l’autonomia.

l’impatto di gabriele d’annunzio

La presenza di Gabriele D’Annunzio, figura controversa e carismatica, aggiunge ulteriore profondità alla narrazione. D’Annunzio, poeta e avventuriero, ha guidato l’occupazione di Fiume nel 1919, proclamando la Repubblica di Fiume come un atto di ribellione contro le ingiustizie del trattato di Versailles. La sua visione utopica si scontrò ben presto con le dure realtà politiche, e il film di Catinari sembra voler esplorare proprio questo contrasto tra idealismo e pragmatismo.

Scamarcio, con il suo stile unico e la sua capacità di interpretare personaggi complessi, riesce a dare vita a un Pietro Baldi che è al contempo affascinante e inquietante. La sua ambiguità morale è un elemento centrale della trama, permettendo al pubblico di riflettere su questioni più ampie riguardanti la natura del potere e le scelte individuali in tempi di crisi. La performance dell’attore pugliese è attesa con interesse, poiché è noto per la sua capacità di immergersi completamente nei ruoli, lasciando un segno indelebile nel cuore degli spettatori.

Il film, prodotto da Italian International Film e Rai Cinema, è previsto nelle sale italiane il 1° aprile. La data di uscita non è casuale, poiché coincide con un periodo di rinnovata attenzione verso le questioni storiche e politiche che hanno segnato l’Italia e l’Europa nel ventesimo secolo. “Alla festa della rivoluzione” si propone di stimolare il dibattito su temi di rilevanza contemporanea, utilizzando il passato come specchio per comprendere il presente.

In un’epoca in cui il fascismo e le sue forme contemporanee tornano a essere oggetto di discussione, il film di Catinari potrebbe rappresentare una chiave di lettura interessante per analizzare le dinamiche di potere e le ideologie che ancora oggi influenzano il nostro modo di pensare e di agire. Scamarcio, con il suo Pietro Baldi ambiguo, non solo intrattiene, ma invita anche a riflettere sulle scelte fatte dal passato e sulle loro ripercussioni nel presente e nel futuro.

In un contesto cinematografico dove la ricerca della verità storica si intreccia con la narrazione creativa, “Alla festa della rivoluzione” si profila come un’opera capace di suscitare riflessioni profonde e di coinvolgere il pubblico in una discussione critica su un’epoca che, sebbene distante nel tempo, continua a influenzare il nostro presente.