A San Donato Milanese, la situazione all’interno della Sms Group, una multinazionale tedesca nel settore della siderurgia, è diventata critica. Con circa 80 dipendenti in Italia, l’azienda si trova al centro di una controversia che coinvolge C.M., un logistic manager di 58 anni, il quale ha ricevuto un ultimatum: trasferirsi a Tarcento, in provincia di Udine, o affrontare il licenziamento. Questa decisione ha scatenato una forte protesta tra i lavoratori, non solo per il caso di C.M., ma anche per le implicazioni più ampie sui diritti dei dipendenti.
la questione della legge 104
C.M. beneficia della Legge 104, che tutela i lavoratori che assistono familiari con disabilità. La Sms Group ha chiesto a C.M. di rinunciare ai permessi previsti dalla legge per accettare il trasferimento. Le sue parole sono chiare: «Mi hanno convocato in direzione e mi hanno detto che o andavo in Friuli o mi licenziavano». La sua situazione è particolarmente delicata, considerando che si trova a pochi anni dalla pensione e teme di non trovare un’altra occupazione a 59 anni.
la solidarietà dei colleghi
In risposta a questa ingiustizia, i colleghi di C.M. hanno avviato uno sciopero, interrompendo il lavoro per un’ora ogni pomeriggio. Questo atto di solidarietà ha visto la partecipazione di quasi il 90% del personale, inclusi i lavoratori da remoto. «Giovedì eravamo in settanta», hanno dichiarato i lavoratori, sottolineando il loro impegno nel chiedere il reintegro dei colleghi colpiti e l’apertura di un dialogo serio con la direzione della Sms Group.
la posizione dei sindacati
La Fiom Cgil ha preso in carico la vertenza, con il segretario milanese Andrea Torti che ha descritto la situazione come «grave e inaccettabile». Secondo Torti, l’azienda ha opposto un muro di gomma alle richieste dei sindacati. Ha anche chiesto l’intervento del sindaco di San Donato per facilitare il dialogo. «Non è accettabile che un lavoratore venga messo alla porta per aver esercitato un diritto riconosciuto dalla legge», ha affermato Torti.
La tensione all’interno della Sms Group è palpabile, con i dipendenti preoccupati non solo per il futuro di C.M. e delle sue colleghe, ma anche per la stabilità dell’azienda. Sulle vetrate della sede è apparsa la scritta “uffici in locazione”, suggerendo un possibile ridimensionamento o delocalizzazione del reparto logistico. I lavoratori si sentono in un clima di incertezza, con molti che cercano alternative occupazionali.
La vicenda di C.M. e delle sue colleghe non è un caso isolato, ma rappresenta una battaglia più ampia per i diritti dei lavoratori. La Sms Group, contattata dai sindacati e dai giornalisti, ha mantenuto il silenzio, ma le richieste di giustizia e trasparenza continuano a risuonare. La gestione delle risorse umane e il rispetto dei diritti dei dipendenti sono elementi fondamentali per il futuro delle organizzazioni, specialmente in un contesto economico e sociale in continua evoluzione.
