Kingston, 27 giugno – L’uragano Melissa, di categoria 5 sulla scala Saffir-Simpson, avanza lentamente nel Mar dei Caraibi, puntando dritto su Giamaica e Cuba. Dopo aver già provocato almeno quattro morti e un disperso tra Haiti e Repubblica Dominicana, la tempesta spinge raffiche di vento fino a quasi 260 chilometri orari. Intanto, la popolazione si prepara ad affrontare una delle peggiori emergenze degli ultimi anni.
Allarme rosso tra Giamaica e Cuba
In Giamaica, le autorità hanno ordinato l’evacuazione delle zone costiere, soprattutto nel sud dell’isola. Il Servizio meteorologico nazionale lancia l’allarme per mareggiate alte fino a quattro metri. L’aeroporto internazionale di Kingston, cruciale per i collegamenti nell’area caraibica, è stato chiuso tra mercoledì e giovedì notte. Anche i porti marittimi sono stati bloccati: navi commerciali e pescherecci sono tornati a riva o sono rimasti ancorati al largo.
“Abbiamo chiesto a chi vive nelle aree più a rischio di lasciare le case e rifugiarsi nei centri allestiti dal governo”, ha detto il ministro della Sicurezza nazionale, Horace Chang, durante una conferenza stampa. A Kingston, nel primo pomeriggio, si sono create lunghe file davanti ai supermercati e alle stazioni di servizio. “Non sappiamo quanto durerà, ma è meglio prepararsi”, ha raccontato una donna fuori da un negozio in Half Way Tree Road.
La lentezza dell’uragano aggrava la situazione
A preoccupare gli esperti è la lentezza con cui Melissa si muove. Il National Hurricane Center di Miami conferma: la tempesta procede a meno di 15 chilometri orari. Questo vuol dire che le zone colpite dovranno resistere a condizioni estreme per molte ore, aumentando il rischio di danni seri.
Gli esperti prevedono fino a un metro di pioggia nelle prossime 24-36 ore in alcune aree. Il pericolo più grande sono le inondazioni lampo e le frane, soprattutto nelle zone montuose dell’interno di Giamaica e Cuba. “Il terreno è già satura dalle piogge recenti”, spiega il climatologo locale Michael Stewart. “Basta poco per far crollare il terreno o provocare smottamenti improvvisi”.
Haiti e Repubblica Dominicana sotto choc
Nel frattempo, Haiti e Repubblica Dominicana stanno facendo i conti con i primi danni causati dall’uragano. La Protezione civile haitiana parla di almeno quattro morti: tre uomini travolti da una frana vicino a Jacmel e una donna annegata nel Sud-Est. Un giovane risulta ancora disperso nella zona di Barahona, in Repubblica Dominicana.
Le tv locali mostrano immagini di case senza tetto, strade allagate e villaggi isolati dall’acqua e dal fango. In alcune aree rurali, i soccorritori riescono ad arrivare solo a piedi o con mezzi anfibi. “Serve aiuto subito”, ha detto un volontario della Croce Rossa dominicana, indicando un gruppo di bambini seduti su una panchina bagnata davanti a una scuola elementare di Los Patos.
Preparativi e timori a Cuba
A Cuba, l’allerta è stata estesa a tutte le province occidentali. Le scuole sono state chiuse e le squadre di emergenza rafforzate negli ospedali principali dell’Avana. Nelle ultime ore, il vento ha cominciato a sollevare detriti lungo il Malecón, il famoso lungomare della capitale.
