Donne e lavoro: il divario retributivo del 25% rispetto agli uomini

Donne e lavoro: il divario retributivo del 25% rispetto agli uomini

Donne e lavoro: il divario retributivo del 25% rispetto agli uomini

Giada Liguori

Ottobre 28, 2025

Roma, 12 giugno 2024 – In Italia, le donne continuano a guadagnare molto meno degli uomini. La differenza sfiora il 25%. È quanto emerge dal Rendiconto sociale dell’Inps, presentato stamattina nella sede di via Ciro il Grande, a Roma. I dati, riferiti al 2023, mostrano che nonostante i passi avanti fatti negli ultimi anni, il divario tra salari maschili e femminili nel settore privato resta netto.

Guadagni a confronto: un divario che non si colma

Il rapporto indica che la paga media giornaliera di un lavoratore uomo nel privato è di 107,5 euro, mentre per le donne si ferma a 79,8 euro. Tradotto in busta paga, il gap diventa ben evidente. “Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri”, ha detto un funzionario Inps presente all’evento. “Dietro ogni cifra c’è una persona e una storia”.

Il documento entra nel dettaglio dei vari settori. Le Attività finanziarie e assicurative sono tra i più pagati: qui gli uomini prendono in media 216,7 euro al giorno, le donne 147,3 euro. Segue la Fornitura di energia, con 171,4 euro per i maschi e 145,6 euro per le femmine. C’è un’eccezione curiosa nell’Estrazione di minerali da cave e miniere: qui le donne guadagnano in media 174,2 euro, più degli uomini che si fermano a 168,2 euro. Gli analisti spiegano che si tratta di poche donne, ma tutte in ruoli molto specializzati.

Nei settori più popolati il divario si allarga

Nei comparti dove lavorano più persone – manifattura, commercio, servizi di alloggio e ristorazione – la forbice resta ampia. Nel manifatturiero, gli uomini guadagnano in media 119 euro al giorno, le donne 95,3 euro. Nel commercio, 92,3 euro contro 79,9 euro. Nei servizi di alloggio e ristorazione, la media scende a 65,6 euro per i maschi e 54,9 euro per le femmine.

“Questi dati non sorprendono chi lavora qui”, ha spiegato una sindacalista della Cgil fuori dalla sede Inps. “Spesso le donne sono impiegate in ruoli meno pagati o con contratti più fragili”. Un cameriere del centro storico romano ha aggiunto: “Le ragazze fanno gli stessi turni, ma prendono meno. Lo sanno tutti”.

Dietro il divario: contratti, ruoli e orari

Gli esperti Inps spiegano che il gap salariale nasce da diversi fattori insieme. Le donne sono più presenti nei part-time e nei contratti a termine. Inoltre, arrivano meno spesso ai vertici aziendali. “Il problema non è solo il salario all’ora”, ha detto un dirigente dell’Istituto durante la presentazione. “Conta anche la possibilità di fare carriera e accedere ai ruoli di responsabilità”.

I dati lo confermano: nelle attività finanziarie e assicurative, dove si guadagna di più, le donne sono poche ai livelli dirigenziali. Però, quando riescono a salire in alto, il divario si riduce.

Le reazioni e cosa aspettarsi

Il rapporto ha subito scatenato reazioni tra sindacati e associazioni di categoria. “Serve un intervento vero e deciso”, ha detto Francesca Re David, segretaria nazionale della Uil. “Le leggi sulla parità salariale da sole non bastano, se poi i salari restano così diversi”.

Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha commentato nel pomeriggio: “Il divario salariale è una priorità per il governo. Stiamo lavorando a misure che rendano più trasparente il sistema e aiutino le donne a raggiungere ruoli di responsabilità”.

Un quadro che chiede risposte concrete

Il Rendiconto sociale dell’Inps offre un quadro aggiornato sulla situazione delle lavoratrici in Italia. Ma, come dicono molti osservatori, i numeri da soli non raccontano tutta la storia. Solo affrontando tutte le cause si potrà davvero parlare di parità. Nel frattempo, i dati restano lì, freddi ma chiari.

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