Il sorprendente ingegnere della natura: i castori tornano a prosperare nel Tarvisiano

Il sorprendente ingegnere della natura: i castori tornano a prosperare nel Tarvisiano

Il sorprendente ingegnere della natura: i castori tornano a prosperare nel Tarvisiano

Giada Liguori

Ottobre 28, 2025

Tarvisio, 6 giugno 2024 – Dopo quasi mezzo millennio di assenza, il castoro europeo ha fatto di nuovo capolino nelle foreste di Tarvisio, in provincia di Udine. La sua presenza, segnalata per la prima volta nel 2018, ha subito catturato l’attenzione di biologi e naturalisti. Oggi, secondo i dati del Corpo forestale regionale, si contano almeno sei esemplari lungo il Rio Bianco e nei dintorni dei Laghi di Fusine. Un ritorno che, spiegano gli esperti, sta cambiando il volto del territorio e arricchendo la biodiversità locale.

Il castoro torna a casa: dal confine a Tarvisio

Tutto è cominciato sei anni fa, con l’avvistamento di un castoro adulto, probabilmente un maschio, vicino al confine con l’Austria. Viene dalla Carinzia, dove la specie era già stata reintrodotta con successo. Ha risalito il fiume Gail, poi il Gailitz, la Slizza e infine il Rio Bianco, fino a stabilirsi nella valle dei Laghi di Fusine. “Non vedevamo un castoro qui da almeno 450 anni”, racconta Marco Zorzi, guardia forestale a Tarvisio. “All’inizio sembrava un episodio isolato, poi però sono arrivati i primi segnali: alberi rosicchiati, tane scavate tra le radici, dighe improvvisate”.

L’architetto del bosco e il suo impatto

Il castoro (Castor fiber), uno dei roditori più grandi d’Europa, è famoso per la sua capacità di modificare l’ambiente. Costruisce dighe, scava tane profonde e cambia il corso dei ruscelli. Secondo i ricercatori dell’Università di Udine, queste opere favoriscono la nascita di nuove zone umide e creano habitat fondamentali per molte altre specie. “Abbiamo già notato il ritorno di lontre, libellule rare, pesci come il temolo e anfibi che non si vedevano da anni”, spiega la biologa Francesca De Luca. “Anche il gambero di torrente, specie in declino, sembra aver trovato nuovi rifugi grazie alle pozze formate dalle dighe dei castori”.

Biodiversità in crescita, ma non mancano i problemi

Non tutto però va liscio. L’attività dei castori può causare piccoli allagamenti e modificare il flusso delle acque, creando qualche disagio ai proprietari dei terreni vicini. “In alcune zone siamo dovuti intervenire per evitare che le dighe danneggiassero le strade forestali”, ammette Zorzi. Nonostante questo, il bilancio è positivo: la presenza dei castori aiuta a ridurre l’inquinamento dell’acqua e aumenta la biodiversità. Uno studio pubblicato su “Conservation Biology” dimostra che le zone umide create dai castori trattengono sedimenti e sostanze inquinanti, migliorando la qualità delle acque.

Un ritorno atteso: tra tutela e convivenza

Il ritorno del castoro in Friuli Venezia Giulia è stato accolto con entusiasmo dagli ambientalisti. “È un segnale che gli ecosistemi alpini stanno recuperando parte della loro ricchezza originale”, spiega Paolo Fontana, presidente della Società Italiana di Ecologia. Le autorità locali stanno seguendo da vicino la popolazione e valutano possibili interventi per garantire una convivenza serena tra uomo e castoro. Per ora, nessuna misura drastica: solo cartelli informativi e incontri con i residenti per spiegare l’importanza di questa specie.