L’Italia della Space Economy: un protagonista emergente in Europa

L'Italia della Space Economy: un protagonista emergente in Europa

L'Italia della Space Economy: un protagonista emergente in Europa

Matteo Rigamonti

Ottobre 28, 2025

Roma, 13 giugno 2024 – L’Italia si prepara a giocare un ruolo più forte nella Space Economy europea, puntando dritto ai grandi appuntamenti internazionali, a partire dalla Conferenza ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che si terrà il 26 e 27 novembre a Brema, in Germania. Questo è quanto è emerso oggi a Roma, dove istituzioni, imprese e centri di ricerca si sono incontrati alla Farnesina per il primo di tre appuntamenti degli Stati generali della Space Economy, promossi dall’Intergruppo Parlamentare dedicato al settore.

Italia, tra know-how e ambizioni europee

“Nel settore spaziale l’Italia ha competenze straordinarie”, ha esordito il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aprendo i lavori poco dopo le 10. “Nel nostro Paese – ha aggiunto – non ci sono solo grandi aziende, ma anche molte piccole e medie imprese che creano opportunità concrete”. Tajani ha ribadito con forza l’importanza di mantenere un ruolo attivo nella politica spaziale europea. Un messaggio chiaro, rivolto a interlocutori nazionali e partner europei.

La sala conferenze della Farnesina era carica di energia: tecnici, rappresentanti istituzionali, manager del settore. Qualcuno prendeva appunti su tablet, altri scambiavano opinioni a bassa voce tra una pausa e l’altra. Tutti con lo sguardo fisso sulle sfide e sulle occasioni future del comparto.

Spazio in trasformazione: nuovi protagonisti e alleanze

Sul cambiamento in corso è intervenuto anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy e Autorità delegata per le politiche spaziali e aerospaziali. In un messaggio letto durante l’incontro, Urso ha parlato di uno spazio “al centro di una rivoluzione, con nuovi Paesi che entrano in gioco e attori privati che prendono sempre più spazio”. Per il ministro la cooperazione rimane la chiave per mantenere il passo tecnologico: “Nell’ESA l’Italia è al fianco di Francia e Germania per il ruolo guida che vuole continuare a svolgere”, ha spiegato.

L’arrivo di nuovi attori internazionali – dagli Stati Uniti alla Cina, fino a startup e grandi aziende private – spinge l’Europa a rivedere le proprie strategie. E l’Italia, secondo gli esperti, punta a restare tra i leader.

Dai primi passi sulla Luna allo Space Act europeo

“La Luna è il prossimo traguardo, dopo l’orbita bassa”, ha detto Andrea Mascaretti, presidente dell’Ipse. Un obiettivo che richiede investimenti, ricerca e una visione condivisa tra pubblico e privato. Anche la vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna, ha sottolineato il ruolo centrale dello spazio come nuova “frontiera dell’economia”. Sberna ha richiamato l’attenzione sul dibattito europeo in corso sullo Space Act: “Potrebbe arrivare tra cinque o sei anni, ma bisogna prepararsi subito”, ha avvertito. Il rischio è farsi trovare impreparati di fronte ai nuovi protagonisti globali.

Economia e lavoro: cosa cambierà

Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, ha messo in luce le ricadute economiche del settore: “La Space Economy è un tema cruciale, con prospettive di crescita sia sul fatturato che sull’occupazione”, ha spiegato a margine dell’incontro. Per Valente, l’Italia continuerà a giocare un ruolo di primo piano, come già accaduto negli ultimi anni.

Non sono stati forniti dati precisi durante la giornata, ma le stime più recenti parlano di un valore di circa 2 miliardi di euro all’anno per il comparto spaziale italiano, con oltre 7.000 addetti tra industria e ricerca. Numeri destinati a crescere con i nuovi programmi europei.

Territori e fondi Ue: una sfida da non perdere

Anche le realtà locali guardano con interesse alle opportunità offerte dallo spazio. “Lo spazio è un settore strategico per l’economia, l’innovazione e la competitività”, ha detto Roberta Angelilli, vicepresidente della Regione Lazio e assessore allo Sviluppo economico. Angelilli ha ricordato che la prossima programmazione dei fondi europei – attiva dal primo gennaio 2028 – metterà sul piatto risorse senza precedenti: circa 2.000 miliardi di euro a livello continentale.

Un investimento che, secondo chi era presente alla Farnesina, può rivoluzionare il panorama industriale italiano ed europeo nei prossimi anni. A patto che istituzioni, aziende e ricerca riescano a lavorare insieme.

La partita sulla Space Economy è appena cominciata. E l’Italia, questo è chiaro da Roma, non vuole stare a guardare.


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