Milano, 10 giugno 2024 – Il prezzo dell’oro apre la settimana sotto i 4.000 dollari l’oncia, segnando un calo che interessa sia il mercato spot sia i contratti a termine. Questa mattina, il contratto spot quota 3.952,5 dollari l’oncia, in calo dello 0,75% rispetto alla chiusura di venerdì. Anche il future con scadenza dicembre arretra, fermandosi a 3.972,70 dollari, con una perdita dell’1,17%. Secondo gli operatori di Piazza Affari, si tratta di un segnale di consolidamento dopo i picchi raggiunti a maggio.
Oro sotto quota 4.000: cosa dicono i mercati globali
Gli analisti di Intesa Sanpaolo spiegano che il ribasso dell’oro nasce da diversi fattori a livello internazionale. Da un lato, il dollaro si mantiene forte, sostenuto dalle aspettative di una politica monetaria ancora rigida da parte della Federal Reserve. Dall’altro, la progressiva distensione delle tensioni in Medio Oriente e in Ucraina ha allontanato parte degli investitori dal metallo giallo, tradizionalmente un rifugio sicuro nei momenti di crisi. “L’oro resta un bene rifugio – commenta un trader milanese – ma per ora il mercato sembra preferire altri investimenti, almeno nel breve”.
Mercati europei in attesa, occhi puntati sulle banche centrali
Anche le borse europee aprono la giornata con prudenza. A Milano, il Ftse Mib si muove intorno alla parità nelle prime ore di scambi. Tutti guardano alle prossime mosse delle banche centrali: mercoledì la Fed terrà la sua riunione, mentre la Bce ha già tagliato i tassi la settimana scorsa. “L’oro risente molto delle decisioni sui tassi – ricorda Marco Bianchi, analista finanziario – perché un costo del denaro più alto rende meno appetibili gli asset che non danno rendimenti, come il metallo prezioso”.
Soglia psicologica e volumi ancora alti
Il livello di 4.000 dollari rappresenta una barriera psicologica importante per gli operatori. A metà maggio, l’oro aveva raggiunto un record vicino ai 2.450 dollari l’oncia (circa 2.250 euro), spinto dalle tensioni internazionali e dai timori sull’inflazione. Ora il quadro è cambiato: “C’è stata una presa di profitto diffusa – ammette un trader della City – e molti fondi stanno riorganizzando i portafogli”. Il mercato resta però molto vivace: secondo la London Bullion Market Association, nelle ultime 24 ore sono state scambiate oltre 25 milioni di once.
Le mosse delle grandi banche centrali asiatiche
Sul fronte istituzionale, le principali banche centrali asiatiche, in particolare la People’s Bank of China, hanno rallentato gli acquisti di oro rispetto ai mesi scorsi. Un dettaglio non passato inosservato agli occhi degli operatori occidentali. “La domanda fisica resta forte in India e Medio Oriente – spiega una fonte di JP Morgan – ma la componente speculativa si è ridotta”. Intanto, i dati della Commodity Futures Trading Commission mostrano un lieve calo delle posizioni nette lunghe sui future dell’oro.
Risparmiatori italiani: poca reazione al calo
Tra i piccoli risparmiatori italiani, il calo dell’oro non ha scatenato movimenti particolari. Nelle filiali delle principali banche di Milano, questa mattina gli sportelli dedicati ai metalli preziosi sono rimasti tranquilli. “Chi compra oro fisico pensa al lungo termine”, spiega un consulente finanziario di via Monte Napoleone. Ma tra gli addetti ai lavori c’è prudenza: “Se la Fed dovesse sorprendere con una stretta ancora più forte – aggiunge Bianchi – potremmo vedere nuovi cali”.
Estate incerta per l’oro: tra attesa e possibili scossoni
In attesa dei dati economici dagli Stati Uniti e delle decisioni della Federal Reserve, gli esperti sono divisi sulle prospettive dell’oro per l’estate. C’è chi prevede un andamento laterale tra 3.900 e 4.050 dollari l’oncia. Altri invece non escludono nuovi ribassi se le attese su tassi elevati dovessero rafforzarsi. Solo allora si capirà se il metallo giallo tornerà a brillare o resterà sotto pressione ancora a lungo.
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