Roma, 13 giugno 2024 – Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha lanciato un appello a smorzare i toni nel rapporto tra politica e magistratura. È intervenuto questa mattina al Salone della Giustizia, durante un faccia a faccia con il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti. “Spero che questa aggressività verbale, soprattutto da parte della magistratura, possa fermarsi e che il dibattito resti su un piano ragionevole”, ha detto Nordio, seduto sul palco della sala principale del centro congressi di via Cavour. Le sue parole arrivano dopo giorni di tensione, in un clima che vede la riforma della giustizia al centro di un acceso scontro.
Nordio: “Basta accuse, serve un confronto civile”
Visibilmente teso ma determinato, il ministro ha ammesso che la riforma proposta dal governo può far nascere dubbi. “So che questa riforma è una novità e può far sorgere perplessità”, ha spiegato, rivolgendosi sia ai presenti sia a chi seguiva l’evento in streaming. Ma ha voluto mettere un punto chiaro: “Mi auguro che il confronto non degeneri in accuse pesanti, come dire che il ministro della Giustizia attenta alla Costituzione quando invece la sta solo applicando”.
Negli ultimi giorni, diverse voci della magistratura hanno espresso critiche dure contro la riforma, accusando il governo di voler limitare l’indipendenza dei giudici. Nordio ha respinto con forza queste accuse, bollandole come “inopportune” e “sbagliate”. “Da quando sono ministro ho sentito di tutto, anche le critiche più pesanti”, ha detto, lasciando trasparire una punta di amarezza.
La Costituzione al centro del dibattito e le accuse infuocate
Parlare di “attentato alla Costituzione” per Nordio è “quasi un controsenso”. La Carta, ha ricordato, prevede già un procedimento per essere modificata, anche se lungo e complesso. “La Costituzione ha il suo meccanismo di correzione. C’è l’articolo 138 che garantisce l’equilibrio istituzionale”, ha sottolineato il ministro.
Il nodo più delicato resta però il ruolo della magistratura nel dibattito politico. Nordio non ha nascosto il suo disappunto per alcune posizioni di giudici e pm. “Quello che mi dispiace è che certe accuse arrivino proprio da magistrati, perché la giustizia non può essere usata come strumento politico o stravolta per interessi di parte”. Le sue parole, nette, hanno provocato qualche mormorio tra il pubblico e subito acceso la discussione sui social.
Governo e toghe, un clima sempre più teso
Il confronto tra Nordio e Sallusti si è svolto in un clima carico di tensione, segnato dalle polemiche delle ultime settimane. La riforma della giustizia, che tra le altre cose prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm, è diventata il fulcro di uno scontro istituzionale molto acceso. Da una parte il governo che spinge per un sistema più moderno; dall’altra, una parte della magistratura che teme un ridimensionamento delle garanzie di indipendenza.
Fonti vicine al ministero raccontano che la tensione è salita dopo alcune dichiarazioni pubbliche di rappresentanti dell’Associazione Nazionale Magistrati. In sala, tra i presenti, volti noti del mondo giudiziario e politico: il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, e la senatrice Pd Anna Rossomando. Nessuno dei due ha voluto commentare subito le parole del ministro.
Il finale: una stretta di mano e uno sguardo che parla da sé
Alla fine dell’incontro, Nordio si è alzato dalla poltrona blu scuro, ha stretto la mano a Sallusti e si è allontanato senza aggiungere altro ai giornalisti. Un gesto veloce, quasi automatico, mentre fuori dalla sala un gruppo di studenti di giurisprudenza discuteva animatamente delle sue parole. “Non avevamo mai visto un ministro così diretto”, ha sussurrato uno di loro, con il taccuino in mano.
