Torino, 6 giugno 2024 – La linea ferroviaria Torino-Lione, uno dei cantieri più discussi e strategici d’Europa, ha superato il 28% degli scavi previsti per le gallerie. Sono 45 i chilometri già completati su un totale di 160. Oggi a Palazzo Farnese, a Roma, Maurizio Bufalini, direttore generale di Telt – la società italo-francese che guida i lavori – ha tracciato un quadro aggiornato. “L’infrastruttura sta prendendo forma”, ha detto, sottolineando che solo nel 2024 sono stati spesi circa un miliardo di euro, e che una cifra simile è prevista anche per quest’anno.
Scavi quasi a un terzo, ma la strada è lunga
Bufalini ha spiegato che tutti gli appalti per i lavori civili sono stati chiusi. Il prossimo passo sarà affidare gli impianti tecnologici, una fase che partirà nel 2027. Solo dopo si potrà lavorare al completamento della linea, con l’obiettivo di farla entrare in funzione entro il 2033. “Abbiamo scavato 45 chilometri, circa il 28% del totale”, ha ribadito. Nonostante le difficoltà tecniche e burocratiche, il cronoprogramma resta solido.
Il bilancio arriva a dieci anni dalla nascita di Telt, in occasione della conferenza “Future Cornerstones – Le condizioni essenziali per le infrastrutture del futuro, dalla progettazione alla gestione”, evento che ha aperto il Forum Torino-Lione 2025. Qui si sono confrontati manager ed esperti internazionali, divisi in due tavole rotonde focalizzate su governance, innovazione e sostenibilità.
Governance e innovazione: la sfida di domani
Daniel Bursaux, presidente di Telt, ha ricordato come la società si sia dovuta adattare a un contesto in continuo cambiamento. “In questi dieci anni ci siamo trasformati, affrontando cambiamenti spesso improvvisi, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo fissato dagli Stati”, ha detto davanti a una platea di rappresentanti istituzionali italiani e francesi.
Dalle discussioni è emerso un punto chiaro: la sostenibilità delle infrastrutture future richiede una governance più snella, capace di guardare avanti e di integrare innovazioni non solo tecnologiche, ma anche giuridiche e sociali. Un principio che, secondo i relatori, deve guidare ogni fase del progetto.
Sostenibilità, un impegno irrinunciabile
Manuela Rocca, direttrice generale aggiunta Italia di Telt, ha definito la sostenibilità “un criterio irrinunciabile”. “Oltre ai contratti tecnici e finanziari, abbiamo sottoscritto un Patto di sostenibilità con tutte le imprese coinvolte nella Torino-Lione”, ha spiegato. Il patto si basa su quattro pilastri: territorio, etica, ambiente e persone. “Questi sono i nostri punti fermi”, ha ribadito.
Durante i lavori, ha aggiunto Rocca, “ogni innovazione, proposta o buona pratica che emerge viene discussa per migliorare e sfruttare ogni opportunità”. Un metodo che punta a coinvolgere non solo i tecnici, ma anche le comunità locali, per limitare l’impatto ambientale e sociale dei cantieri.
Dieci anni di sfide e lezioni
La conferenza è stata anche un momento per fare il punto su quanto imparato in un decennio. “Abbiamo capito che flessibilità e capacità di ascolto sono fondamentali”, ha confidato un dirigente francese a margine dell’evento. Nel cortile di Palazzo Farnese, tra un caffè e l’altro, alcuni tecnici italiani hanno acceso il dibattito sulle prossime sfide. “Il vero banco di prova sarà gestire gli impianti tecnologici”, ha ammesso uno di loro, guardando il cronoprogramma stampato su un foglio.
Restano ancora diversi nodi da sciogliere, tra rapporti con i territori e autorizzazioni, ma l’impressione generale è che il progetto sia ormai avviato. Un ingegnere francese, taccuino alla mano, ha preso nota: “Se tutto va come previsto, nel 2033 potremo finalmente vedere i primi treni passare nel tunnel”.
