Napoli, 7 giugno 2024 – Contratti diversi, tutele più forti: questo è il cuore del dibattito che ieri ha riunito esperti, sindacalisti e consulenti del lavoro nella sala “Aula delle opportunità” del centro congressi della stazione marittima di Napoli. L’appuntamento, promosso da FonARCom, si è svolto nell’ambito della Convention nazionale dei Consulenti del Lavoro, con il titolo “Appalti e Ccnl: dal principio di equivalenza alla sua attuazione concreta”. Al centro della discussione, il nuovo scenario disegnato dal Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) e dalle Linee guida Anac. Oggi non c’è più un solo modello di contratto valido, ma diversi contratti collettivi che devono però garantire qualità, coerenza e vere tutele per i lavoratori.
Il valore del contratto sta nei contenuti, non nei nomi
“La norma che abbiamo approfondito ieri – ha spiegato Lucia Alfieri, consigliera di FonARCom – apre la strada a un pluralismo sindacale maturo e ci spinge a riflettere: il valore di un contratto non si misura più dal nome delle parti che lo firmano, ma da quello che contiene”. Alfieri ha puntato il dito su ciò che conta davvero: tutele, politiche attive, formazione, welfare contrattuale. Sono questi gli aspetti che oggi fanno la differenza, sia per le imprese sia per i lavoratori. Un cambio di passo, secondo la dirigente, che lancia una sfida a sindacati e associazioni datoriali: “Si può fare una contrattazione di qualità, capace di superare le vecchie abitudini e alzare l’asticella”.
Cifa-Confsal: innovare senza perdere di vista la persona
In questo quadro si inserisce la proposta di contrattazione di Cifa Italia e Confsal, che mette al centro la persona e la competitività delle aziende. Andrea Cafà, presidente di Cifa Italia e FonARCom, ha ricordato come il mercato del lavoro sia segnato da problemi come la diminuzione della popolazione attiva e la fuga dei cervelli. “La contrattazione deve mettere la persona al centro, valorizzando le competenze e creando condizioni che rispondano alle aspettative di vita e crescita dei lavoratori”, ha detto Cafà. Flessibilità, benessere, obiettivi chiari: questi sono i pilastri della loro proposta.
Il presidente ha poi elencato i punti chiave dei nuovi Ccnl: “Non si tratta solo di rispettare i parametri Anac, ma di inserire contenuti innovativi che garantiscano tutele concrete ai lavoratori e flessibilità alle imprese”. Digitalizzazione, nuove competenze, conciliazione tra vita privata e lavoro, sostenibilità sociale ed economica sono le sfide che vogliono affrontare. Per farlo, Cifa Italia e Confsal hanno creato organismi paritetici, enti bilaterali per le politiche attive e la formazione, osservatori tematici. “Il contratto non è solo un foglio firmato – ha concluso Cafà – ma uno strumento per innovare la società”.
Nuove regole, più tutele concrete
Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della Confsal, ha sottolineato: “La contrattazione collettiva non è una questione di appartenenza, ma di regole chiare, contenuti concreti e responsabilità”. Margiotta ha elencato alcune novità della contrattazione Cifa-Confsal-Federlavoratori: preavviso attivo per la ricollocazione dei lavoratori, indennità di qualificazione per riconoscere i titoli di studio, indennità di vacanza contrattuale. Non solo. Si parla anche di salute e sicurezza con un ruolo rafforzato per il preposto, tutele più forti contro i licenziamenti ingiustificati, premi legati alla retribuzione e welfare integrato.
“Non è una contrattazione alternativa in senso riduttivo – ha precisato Margiotta – ma un modello evoluto. La nostra proposta è una sfida aperta alla staticità della contrattazione confederale tradizionale”.
Consulenti del lavoro, un ruolo chiave
Sul fronte tecnico-giuridico, Paolo Pizzuti, docente di Diritto del lavoro all’Università del Molise, ha spiegato che oggi la rappresentatività di un contratto non dipende più da chi lo firma, ma dalla qualità e dal contenuto. “Il criterio della rappresentatività comparativa è superato – ha detto – l’imprenditore può scegliere liberamente il contratto, purché ci sia una dichiarazione di equivalenza”.
Francesco Capaccio, avvocato giuslavorista e consulente del lavoro, ha ricordato che la dichiarazione di equivalenza è un documento tecnico molto preciso: “Un errore può far perdere una gara d’appalto. Per questo il ruolo del consulente del lavoro è fondamentale, per aiutare le aziende a verificare che il contratto scelto sia davvero equivalente dal punto di vista normativo e salariale”.
