Roma, 7 giugno – Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha parlato oggi a margine dell’assemblea di Federmanager a Roma, toccando il nodo della crisi industriale di Taranto. La leader dem ha ricordato che la vertenza dell’ex Ilva resta una delle priorità del suo partito. Ha chiesto un impegno chiaro delle istituzioni per assicurare un futuro certo sia ai lavoratori sia alla città pugliese.
Taranto, la vertenza che non si può ignorare
“Sto seguendo molto da vicino la situazione di Taranto”, ha detto Schlein ai giornalisti in via Ravenna, poco dopo le 11. Ieri ha incontrato i sindacati dei metalmeccanici. “Sono molto preoccupati”, ha spiegato. “Serve che le istituzioni diano risposte chiare e concrete per il futuro di Taranto”. Parole che valgono per migliaia di lavoratori coinvolti nella crisi dell’acciaieria, ma anche per tutta la comunità, da anni in attesa di risposte su lavoro e salute.
Lavoratori e cittadini chiedono certezze
Per Schlein la priorità è “dare garanzie a chi lavora e si trova in difficoltà”, ma anche tranquillizzare la città. “Bisogna far capire che la politica sta lavorando a una soluzione”, ha aggiunto. “E che si troverà un modo per proteggere l’ambiente e la salute della gente di Taranto”. Un tema che i comitati locali e le associazioni ambientaliste hanno sollevato più volte. Qui la questione ambientale non può essere separata da quella del lavoro: il futuro dell’ex Ilva è appeso a un equilibrio difficile tra produzione e salute pubblica.
Lo Stato deve farsi carico della transizione
Schlein ha poi puntato il dito sulla necessità di un intervento diretto dello Stato. “Lo Stato deve prendersi la responsabilità di guidare la decarbonizzazione”, ha detto la segretaria del Pd, “per garantire il futuro industriale della città, il lavoro e la salute delle persone”. Un messaggio chiaro al governo Meloni, che deve sciogliere i nodi su investimenti e strategie per rilanciare l’acciaieria. Secondo i sindacati, i dipendenti diretti dello stabilimento sono circa 8.200, senza contare l’indotto. Numeri che rendono questa vertenza una delle più delicate in Italia.
Sindacati allarme rosso, la politica sotto pressione
Le parole di Schlein arrivano in un momento teso tra sindacati e governo. Solo ieri i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm hanno ribadito la richiesta di “un piano chiaro” per rilanciare l’impianto. “Non si può più aspettare”, ha detto Rocco Palombella della Uilm. “Servono certezze su investimenti e lavoro”. Il Pd si inserisce proprio in questo quadro: Schlein ha confermato l’intenzione di tenere alta l’attenzione e ha chiesto a Palazzo Chigi di non abbandonare i lavoratori.
Futuro incerto e proteste crescenti
Per ora il destino dell’ex Ilva è ancora tutto da scrivere. Il governo ha più volte parlato di investire nella decarbonizzazione per ridurre le emissioni, ma i dettagli restano oscuri. Intanto, a Taranto cresce la tensione: nelle ultime settimane si moltiplicano assemblee e proteste davanti ai cancelli. “La città non può più aspettare”, ha detto un operaio all’uscita dal turno serale. “Vogliamo sapere cosa succederà nei prossimi mesi”.
Il Pd chiama alla responsabilità
Schlein ha chiuso sottolineando la volontà del Pd di lavorare con tutte le forze politiche e sociali per trovare una soluzione condivisa. “Serve responsabilità da tutti”, ha detto. “Taranto non può restare sola”. Un appello che arriva mentre il dibattito sulla transizione ecologica dell’industria italiana si fa sempre più acceso. E mentre a Roma si discute, a Taranto – tra allarmi e silenzi carichi d’attesa – si spera ancora in una svolta reale.
