Il manifesto funebre che scuote San Giuseppe Vesuviano: Dimettiti entro 5 giorni o muori

Il manifesto funebre che scuote San Giuseppe Vesuviano: Dimettiti entro 5 giorni o muori

Il manifesto funebre che scuote San Giuseppe Vesuviano: Dimettiti entro 5 giorni o muori

Matteo Rigamonti

Ottobre 29, 2025

San Giuseppe Vesuviano, 12 giugno 2024 – Un manifesto funebre con la scritta «Dimettiti entro 5 giorni o muori» è comparso ieri mattina all’interno del municipio di San Giuseppe Vesuviano, scatenando paura e sconcerto nella cittadina ai piedi del monte Somma. Sul volantino, che ha l’aspetto di un vero annuncio di lutto, spiccano i volti del sindaco Michele Sepe e di Padre Pio. Il messaggio, inquietante e minaccioso, è stato infilato sotto la porta degli uffici comunali, allarmando subito dipendenti e amministratori. Sepe, eletto nel 2023 con il Partito Democratico, ha denunciato l’accaduto alle autorità. La polizia ha già avviato le indagini per risalire agli autori della minaccia.

Minacce e tensioni al municipio

Alle 8.30 di ieri, il municipio era già pieno del solito via vai di impiegati e cittadini. Ma è solo allora che qualcuno ha notato quel foglio appeso: un manifesto funebre su carta bianca, con la foto del sindaco e la frase «Il sindaco muore se non si dimette entro cinque giorni». Un gesto che ha lasciato tutti di stucco. «Non avevamo mai visto niente di simile», racconta una dipendente comunale, ancora scossa.

San Giuseppe Vesuviano conta circa 30mila abitanti e vive una realtà politica spesso accesa, ma episodi del genere sono un salto di qualità preoccupante. Sepe guida una giunta attenta a temi come la legalità e la riqualificazione urbana, in un territorio che non manca di tensioni sociali. «Non mi faccio intimidire», ha detto il sindaco ai giornalisti dopo aver presentato denuncia dai carabinieri.

Le indagini partono senza testimoni

Le forze dell’ordine hanno già raccolto i filmati delle telecamere di sicurezza all’ingresso del municipio. Stando alle prime ricostruzioni, il manifesto è stato affisso tra le 7 e le 8 del mattino. Finora nessuno ha visto chi ha lasciato il volantino. Gli investigatori stanno seguendo varie piste: dalle ritorsioni per l’attività amministrativa a possibili dissidi personali. «Stiamo cercando di scoprire chi c’è dietro», ha detto una fonte della polizia locale, senza entrare nei dettagli.

La notizia si è sparsa rapidamente tra i cittadini. In piazza Garibaldi, davanti al municipio, piccoli gruppi commentano a bassa voce. Qualcuno scuote la testa, altri preferiscono non parlare. «Qui si respira paura», confida un commerciante, indicando la porta del municipio.

Politica unita contro la minaccia

La risposta delle istituzioni è stata immediata. Il Partito Democratico di Napoli ha definito il gesto «vile e inaccettabile», parlando di una minaccia grave che colpisce tutta la comunità. In una nota, la segreteria provinciale ha espresso «solidarietà piena e convinta al sindaco Sepe e alla sua squadra», fiduciosa che le indagini faranno chiarezza e garantiranno la sicurezza degli amministratori.

Anche Fratelli d’Italia ha espresso sostegno, definendo l’episodio «un atto vile che non può vincere sulla democrazia». «Siamo scossi – si legge nella nota – ma incoraggiamo il sindaco a continuare il suo lavoro». Parole simili da altri sindaci dell’area vesuviana. Luigi Mennella, primo cittadino di Torre del Greco, ha voluto mostrare «la solidarietà della città» e la certezza che episodi del genere non fermeranno chi lavora per il bene delle comunità.

Un territorio fragile e diviso

San Giuseppe Vesuviano non è nuova a momenti di tensione politica. Negli ultimi anni, l’amministrazione guidata da Sepe ha puntato sulla riqualificazione urbana e sulla lotta all’illegalità. Un cammino difficile, segnato da resistenze. «Chi vuole cambiare le cose spesso si scontra con ostacoli duri», spiega un assessore comunale, che preferisce restare anonimo.

Le indagini restano coperte da stretto riserbo. Non ci sono rivendicazioni ufficiali né indizi chiari su chi possa aver ordinato il gesto. La comunità aspetta risposte. Intanto, il sindaco Sepe ha ribadito la sua fermezza: «Non faremo un passo indietro – ha detto – la legalità non si minaccia con un pezzo di carta».


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