Roma, 7 giugno 2024 – Il futuro dell’industria italiana è stato il cuore pulsante dell’Assemblea nazionale di Federmanager, che quest’anno ha festeggiato gli 80 anni con il titolo “Orizzonti industriali – l’Italia che produce il futuro”. A fare da sfondo, la capitale. Tra i presenti anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che ha scambiato qualche parola con il presidente della federazione, Valter Quercioli, poco prima dell’avvio dei lavori. “Sono certo che tutto l’arco parlamentare è attento ai temi industriali che portiamo avanti”, ha detto Quercioli, sottolineando quanto sia urgente una visione comune per rilanciare il settore.
Bilancio europeo e investimenti: l’Italia vuole giocare da protagonista
Al centro del confronto, le risorse europee. Quercioli ha puntato i riflettori sul bilancio UE 2028-2034, che mette sul piatto 500 miliardi di euro. “L’Italia deve prendersi una fetta importante di questi fondi”, ha detto il presidente di Federmanager, convinto che il nostro Paese abbia le carte giuste per rafforzare la sua industria. L’obiettivo è chiaro: “Un’Italia che decide il proprio futuro industriale e sociale, seduta al tavolo da protagonista”.
Ha ribadito l’urgenza di “tracciare una rotta chiara” e non lasciarsi trasportare dagli eventi, in un mondo che cambia in fretta e sotto forti pressioni globali. “Vogliamo un’Italia che produce, investe e innova”, ha detto, chiedendo un impegno serio per non lasciare che l’industria diventi solo un ricordo.
Crisi demografica e inclusione: le sfide da affrontare a casa nostra
Tra le sfide interne, Federmanager ha posto la crisi demografica. Quercioli l’ha definita “una questione su cui si può intervenire”, non un destino segnato. Serve una politica per la famiglia e strumenti di welfare in azienda. “Così si può aiutare la gente a non rinunciare al proprio futuro”, ha spiegato, rimarcando l’importanza di conciliare lavoro e vita privata.
Altro tema caldo: le politiche di inclusione. “Non è un vezzo, ma una strategia”, ha sottolineato Quercioli, parlando della parità di genere sul lavoro come motore di maggiore produttività e innovazione. Ha citato il Gruppo Donne – Minerva, che riunisce le manager di Federmanager e porta avanti studi su questi temi.
Un contratto unico per i manager industriali: basta frammentazioni
Sul fronte delle relazioni industriali, Quercioli ha rilanciato l’idea di un contratto collettivo nazionale unico per i manager industriali, superando la confusione attuale tra dirigenti e quadri apicali. “Le aziende faticano a gestire il management con contratti diversi”, ha spiegato, invitando a lavorare insieme per semplificare le regole e rispondere alle esigenze delle imprese.
Inoltre, Federmanager chiede al Governo un Piano straordinario per portare il management in 20mila PMI nei prossimi dieci anni, con un investimento di 10 miliardi di euro. L’obiettivo è raddoppiare il numero di imprese italiane capaci di competere nel mondo e dare slancio a tutte le filiere nazionali.
Transizione industriale e Stato: quando serve l’intervento pubblico
Nel suo intervento, Quercioli ha ricordato il valore dell’industria italiana, anche in tempi difficili. Ha fatto l’esempio delle Acciaierie d’Italia di Taranto, sottolineando la necessità di riflettere sul ruolo dello Stato nella gestione delle aziende strategiche. “Anche gli Stati Uniti stanno diventando più interventisti nei settori chiave”, ha detto, invitando a non avere timore di soluzioni pubbliche quando servono.
“Non è la proprietà a fare il destino di un’azienda, ma la qualità del suo management”, ha aggiunto, sottolineando che l’Italia ha talenti e competenze riconosciute.
Fiscalità, pensioni e Mezzogiorno: le richieste di Federmanager
Sul fronte fiscale, Federmanager chiede una fiscalità più giusta, che premi chi produce valore senza schiacciare nessuno. Quercioli ha portato dati alla mano: “Quando il 5% dei contribuenti paga il 43% dell’Irpef, non si può più parlare di sistema progressivo, è sbilanciato”. Ha riconosciuto i primi segnali del Governo con il Ddl di Bilancio 2026, ma ha chiesto misure più decise contro evasione ed elusione.
Attenzione anche ai pensionati: “Le istituzioni devono difendere il loro reddito e la dignità sociale”, ha detto, ricordando che le pensioni dei manager sono il frutto di anni di contributi. Federmanager si affida alla Confederazione Cida per proseguire con studi e iniziative sul tema.
Infine, uno sguardo al Mezzogiorno. “Non è un problema da risolvere, ma un potenziale da far emergere”, ha affermato Quercioli. Secondo Federmanager servono infrastrutture moderne, più digitale e management per attrarre investimenti e fermare la fuga di talenti. “Il futuro dell’industria italiana passa anche – e forse soprattutto – dal Sud”, ha concluso.
 
 