La vendetta inaspettata: come una suora ha incastrato il ladro che l’aveva derubata

La vendetta inaspettata: come una suora ha incastrato il ladro che l'aveva derubata

La vendetta inaspettata: come una suora ha incastrato il ladro che l'aveva derubata

Matteo Rigamonti

Ottobre 29, 2025

Napoli, 7 giugno 2024 – Una suora, un ladro e una trappola organizzata con la polizia: è questa la storia che si è svolta pochi giorni fa nel cuore di Napoli. Un uomo di 38 anni, già noto alle forze dell’ordine per furto ed estorsione, è stato arrestato dalla Squadra Mobile dopo aver tentato di ricattare le suore dell’istituto “Suore di Gesù Redentore” in via Castellino. Il motivo? Aveva rubato croci, calici e altri oggetti sacri e poi chiesto 2 mila euro per restituirli.

Furto e ricatto in un istituto religioso

Tutto è cominciato qualche giorno prima, in un clima apparentemente tranquillo. Le suore, impegnate nell’assistenza ai malati e ai detenuti, si sono accorte che dalla cappella mancavano alcuni arredi sacri: croci, calici, piccoli oggetti dal valore più simbolico che economico. “Abbiamo subito capito che qualcosa non andava”, ha raccontato una delle religiose, ancora scossa. Poche ore dopo il furto, il telefono dell’istituto ha cominciato a squillare. Dall’altra parte una voce maschile – napoletana e decisa – ha chiesto senza mezzi termini un riscatto: “Duemila euro e vi restituisco tutto”.

Le telefonate si sono fatte sempre più insistenti. Le suore, dopo un breve confronto, hanno deciso di rivolgersi alla polizia. Così una di loro si è recata in Questura, portando con sé i dettagli delle chiamate ricevute. “Non potevamo cedere al ricatto”, ha spiegato agli agenti.

La trappola in piazza Garibaldi

Mentre denunciava, il telefono è squillato di nuovo. Era il ladro, pronto a fissare l’appuntamento per lo scambio. La Squadra Mobile – i cosiddetti Falchi – ha colto al volo l’occasione: hanno consigliato alla suora di accettare, fingendo di voler pagare. Il luogo scelto è stato piazza Garibaldi, un punto molto frequentato e caotico della città.

Il giorno dell’incontro, poco dopo le 11 del mattino, la suora si è presentata puntuale. Con lei, un agente in borghese che si è finto un amico di fiducia. Il ladro è arrivato con passo esitante, portando una busta con parte della refurtiva. Ha chiesto i soldi, guardandosi intorno più volte. Solo quando ha consegnato gli oggetti rubati, gli agenti appostati sono intervenuti. In pochi secondi il 38enne è stato bloccato e ammanettato.

Il ritorno degli oggetti sacri e la gratitudine delle suore

La refurtiva – croci, calici e altri arredi liturgici – è stata recuperata e restituita alle suore nel pomeriggio. “Siamo sollevate”, ha detto una delle religiose uscendo dalla Questura. “Non tanto per il valore materiale, quanto per quello affettivo e spirituale”. L’istituto di via Castellino, da anni un punto di riferimento per i più fragili, aveva subito un duro colpo. “Ci siamo sentite violate”, ha ammesso una delle sorelle.

Secondo gli investigatori, il ladro ha agito da solo. Ha forzato una porta laterale nelle prime ore del mattino, approfittando dell’assenza delle suore dalla cappella. Gli agenti hanno sottolineato che senza il coraggio e la prontezza delle religiose sarebbe stato difficile prenderlo in flagrante.

Un “cavallo di ritorno” fuori dal comune

Il cosiddetto “cavallo di ritorno” – rubare per poi chiedere un riscatto – è purtroppo noto a Napoli, soprattutto per auto e motorini. Questa volta però a finire nel mirino sono stati oggetti sacri, destinati a una comunità religiosa attiva nel sociale. Un dettaglio che ha colpito anche gli agenti: “Non è comune vedere richieste del genere rivolte a chi si occupa degli ultimi”, ha commentato uno dei poliziotti.

Il 38enne, napoletano con precedenti, è ora in attesa di giudizio per furto ed estorsione. La vicenda ha lasciato il segno non solo dentro l’istituto ma anche nel quartiere Arenella. Alcuni fedeli si sono fermati davanti al portone per mostrare solidarietà alle suore. Un gesto semplice: una stretta di mano, una parola sussurrata.

La storia si chiude con un sospiro di sollievo e una lezione sulla forza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine. Come ha detto una delle suore con un sorriso stanco: “La fiducia non va mai persa”.


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