Kingston, 27 ottobre 2025 – L’uragano Melissa, il più potente del 2025 secondo il National Hurricane Center degli Stati Uniti, ha attraversato i Caraibi ieri, lasciando dietro di sé paura e immagini che mostrano tutta la forza della natura. Classificato come uragano di categoria 5, è stato ripreso dai satelliti europei mentre si avvicinava alla Giamaica, attirando l’attenzione di meteorologi e autorità locali.
Satelliti europei, occhi puntati sulla tempesta
L’immagine più chiara, scattata il 26 ottobre, arriva dalla missione Sentinel-3 di Copernicus, il programma europeo per l’osservazione della Terra gestito dalla Commissione europea e dall’Agenzia Spaziale Europea. Un dettaglio che non è sfuggito agli esperti: “Con queste immagini riusciamo a seguire le tempeste con una precisione mai vista prima”, ha detto ieri un portavoce dell’ESA, contattato a Parigi.
Sentinel-3 si concentra soprattutto sul monitoraggio di mari e oceani, analizzando dati come temperatura superficiale, colore e livello delle acque. In questo caso, la tecnologia ha permesso di catturare la cosiddetta ‘brightness temperature’, un valore che non indica la temperatura reale, ma fornisce informazioni fondamentali sulla struttura e la forza dell’uragano.
Melissa sotto la lente: cosa dicono i dati
I sensori del satellite hanno rilevato temperature di circa -75 gradi Celsius vicino all’occhio della tempesta, mentre nelle zone esterne si attestano intorno ai -25 gradi. “Temperature così basse nella parte alta delle nubi indicano una tempesta molto potente”, ha spiegato il meteorologo statunitense John Ramirez durante un briefing online con i giornalisti. Sotto, invece, l’oceano caldo si fa sentire: le acque caraibiche raggiungono i 25 gradi, alimentando la forza del ciclone.
Il contrasto tra le nubi gelide e l’acqua calda è il motore che ha permesso a Melissa di rafforzarsi così in fretta nelle ultime 48 ore. Nonostante questo, le prime verifiche degli esperti locali non segnalano danni gravi sulle isole minori lungo il percorso.
Giamaica e Caraibi in stato di allerta
A Kingston, la capitale della Giamaica, la gente segue con attenzione gli aggiornamenti delle autorità. Tra le 8 e le 9 di mattina, nei bar e per strada, piccoli gruppi si sono radunati attorno a radio portatili e schermi. “Siamo abituati agli uragani, ma questa volta sembra diverso”, ha detto una residente di Harbour View mentre chiudeva le imposte di casa.
Le scuole sono rimaste chiuse per sicurezza. Il governo ha chiesto ai cittadini di evitare spostamenti inutili e di prepararsi a possibili blackout. “Stiamo monitorando la situazione minuto per minuto”, ha detto il ministro della Sicurezza Nazionale, Horace Chang, in una nota diffusa alle 11.30 ora locale.
Tecnologia europea, alleata preziosa
La collaborazione tra agenzie spaziali europee e centri meteorologici internazionali si conferma fondamentale. Le immagini raccolte da Sentinel-3 vengono condivise in tempo reale con i servizi di protezione civile dei Caraibi. “Questi dati ci aiutano a organizzare evacuazioni e a valutare i rischi”, ha detto un funzionario della Protezione Civile giamaicana davanti alla sede del governo.
Non è la prima volta che la tecnologia europea gioca un ruolo chiave nella gestione delle emergenze climatiche ai Caraibi. Ma, come ricordano gli esperti, ogni uragano ha le sue incognite: “Possiamo prevedere la traiettoria con buona precisione, ma l’impatto finale dipende da molti fattori”, ha aggiunto Ramirez.
Le prossime ore saranno decisive
Secondo gli ultimi bollettini del National Hurricane Center, Melissa dovrebbe toccare la costa nord della Giamaica entro 24 ore. Le autorità insistono: “Non sottovalutate l’allerta”, si sente ripetere dalle radio locali.
Nel frattempo, i satelliti continuano a inviare immagini ai centri operativi europei e caraibici. Un flusso continuo di dati che, tra numeri, mappe e testimonianze dal territorio, racconta una storia ancora in corso.
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