Roma, 6 giugno 2024 – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha scelto un videomessaggio per intervenire questa mattina all’assemblea che celebra gli 80 anni di Federmanager. Ha messo in luce il ruolo fondamentale dei manager nel cuore dell’industria italiana e ha sottolineato l’urgenza di un cambio di mentalità nelle aziende. “Solo il 5% delle 370mila imprese industriali ha una guida manageriale – ha detto Urso – un dato che deve farci riflettere, soprattutto in un momento che cambia così velocemente e che ha bisogno della vostra competenza”.
Manager e transizione digitale: la sfida da affrontare subito
Il ministro ha puntato il dito sulla necessità di rivedere i modelli di gestione per far fronte alle nuove sfide della transizione digitale ed ecologica. “Non si tratta solo di tecnologia – ha spiegato – ma di cambiare anche il modo in cui si organizzano e si vivono le aziende”. Non basta aggiornare i macchinari o installare nuovi software: serve un cambiamento più profondo, che coinvolga le persone e come si prendono le decisioni. Per Urso, la capacità di rinnovarsi in fretta e di aggiungere nuove competenze è oggi “una leva decisiva per restare competitivi e, in certi casi, per sopravvivere”.
Governance solida e responsabilità sociale: la strada da seguire
Nel suo intervento, il ministro ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una governance solida, in grado di guidare le aziende attraverso i cambiamenti richiesti dal mercato. “Bisogna spingere sull’innovazione e promuovere la responsabilità, sia sociale che ambientale”, ha detto Urso. Un passaggio che ha colpito chi era in sala, dove molti hanno accolto con favore il richiamo alla sostenibilità come pilastro imprescindibile della strategia d’impresa.
Più risorse per la crescita: oltre 9 miliardi nella legge di bilancio
Sul fronte dei fondi, Urso ha ricordato che nella legge di bilancio sono stati stanziati “oltre 9 miliardi di euro in più per il triennio 2026-2028”. Si tratta di diverse misure pensate per sostenere lo sviluppo e la crescita del sistema produttivo italiano. “Questi fondi – ha aggiunto – hanno bisogno della vostra collaborazione per essere messi in moto e raggiungere i risultati sperati”.
Transizione 5.0: incentivi per digitale ed energia
Tra le novità, il ministro ha parlato di uno stanziamento di 4 miliardi di euro per la nuova transizione 5.0. Una misura automatica, “facile da usare”, che si aggiunge ai precedenti piani 5.0 e industria 4.0. L’obiettivo è dare una spinta decisa all’innovazione digitale ed energetica nelle imprese, tramite un iper ammortamento con bonus, legato soprattutto al miglioramento dell’efficienza energetica. Una notizia importante soprattutto per le aziende che vogliono ridurre i consumi e rendere più sostenibili i loro processi.
Zes unica e altri fondi: risorse per Sud, turismo e sviluppo
A questi fondi si aggiungono altri 4 miliardi di euro per la Zes unica (Zona economica speciale) nei prossimi tre anni: 2,3 miliardi nel 2026, un miliardo nel 2027 e 750 milioni nel 2028. Risorse pensate per spingere gli investimenti soprattutto nel Mezzogiorno. Ma non solo: sono previsti anche 750 milioni per la nuova Sabatini, dedicati all’acquisto di beni strumentali, 550 milioni per i contratti di sviluppo e 150 milioni per le imprese turistiche e alberghiere.
Il ruolo chiave dei manager nella politica industriale
Urso ha chiuso il suo intervento ribadendo che il successo di queste misure passa dalla capacità dei manager italiani di sfruttare le opportunità offerte dalla nuova politica industriale. “Serve il vostro impegno – ha detto – per mettere in moto queste risorse e raggiungere gli obiettivi di crescita”. Un messaggio diretto, rivolto a una platea che conosce bene le difficoltà del mercato ma che, secondo il ministro, può giocare un ruolo decisivo nella trasformazione del Paese.
In sala, tra i delegati Federmanager riuniti a Roma, si è sentita una certa attesa. Qualcuno ha commentato a voce bassa: “Siamo pronti a fare la nostra parte, ma servono regole chiare e tempi certi”. La sfida è aperta. E passa anche dalla capacità di ascoltare chi ogni giorno guida le imprese italiane.
