Cagliari, 6 giugno 2024 – Questa mattina Niko Pandetta, 32 anni, cantante neomelodico di Catania, ha lasciato il carcere di Uta, appena fuori Cagliari. Ora sarà trasferito in una comunità terapeutica in Calabria, dove continuerà a scontare la condanna. La decisione è stata presa dal magistrato di sorveglianza, come previsto dalla legge, a poco più di un anno dal suo arresto a Milano, il 19 ottobre 2023, dopo che la Cassazione ha confermato la sentenza per spaccio di droga ed evasione.
Da Uta alla Calabria: il nuovo inizio di Pandetta
A dare la notizia è stato lo stesso Pandetta, nome all’anagrafe Vincenzo, con un video sul suo profilo Instagram. Nel filmato, lo vediamo in tuta scura mentre esce dal carcere e si avvicina a un suv parcheggiato fuori. “Finalmente un po’ d’aria diversa”, dice rivolto ai suoi follower, che non hanno tardato a riempirlo di messaggi di sostegno e domande sul suo futuro artistico.
Il magistrato ha stabilito che Pandetta dovrà seguire le regole della struttura calabrese e partecipare a un percorso di recupero. Questa misura alternativa alla detenzione arriva dopo una valutazione della sua condotta e delle condizioni personali. “È un passo importante per me”, ha aggiunto il cantante nel video, senza nascondere un po’ di emozione.
Spaccio, evasione e nuovi sospetti: il quadro giudiziario
Pandetta è noto per i suoi brani che raccontano la vita nelle periferie siciliane. È anche nipote di Turi Cappello, storico boss mafioso catanese. La sua vicenda giudiziaria si intreccia più volte con la criminalità organizzata. La condanna, superiore a quattro anni, riguarda spaccio e evasione. Ma non è tutto: la Direzione distrettuale antimafia di Palermo lo tiene sotto indagine per un presunto traffico di cellulari e droga dentro il carcere Pagliarelli.
Gli inquirenti hanno trovato telefoni cellulari nella sua cella durante la detenzione a Palermo. Questo ha portato al suo trasferimento a Cagliari e all’apertura di un nuovo fascicolo. “Stiamo ancora controllando i dettagli”, ha detto una fonte della Dda palermitana, confermando che le indagini sono tuttora in corso.
Musica, polemiche e controlli in carcere
Nonostante la detenzione, Pandetta ha mantenuto un legame forte con la musica neomelodica e i suoi fan. A maggio scorso, è apparso in videochiamata durante un concerto del rapper Baby Gang – anche lui ai domiciliari per possesso di arma – scatenando polemiche e puntando i riflettori sui controlli in carcere. Dopo quell’episodio, la direzione del Pagliarelli ha deciso di intensificare i controlli sulle comunicazioni dei detenuti.
Il cantante non ha mai nascosto le sue origini difficili né i legami familiari con ambienti criminali. In varie interviste ha detto: “Non rinnego il mio passato, ma voglio cambiare”. Parole che oggi suonano diverse, di fronte alla possibilità di un percorso di recupero fuori dal carcere.
Tra speranze e dubbi, cosa aspettarsi da Pandetta
La notizia della scarcerazione ha fatto subito il giro dei social. Sotto il video su Instagram, i commenti si sono moltiplicati: c’è chi gli chiede di tornare a fare musica, chi vuole chiarezza sulle accuse ancora aperte. “Spero che questa sia la volta buona”, scrive un fan. Altri ricordano i suoi concerti a Catania e Palermo, con il pubblico in delirio.
Per ora, Pandetta dovrà rispettare le regole della comunità calabrese e attendere come evolveranno le indagini. Solo allora, forse, potrà pensare a un ritorno in musica. Nel frattempo, le autorità non abbassano la guardia sulle sue frequentazioni e sulle possibili ripercussioni giudiziarie.
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