Ranucci e l’audio contestato: il Garante della Privacy ha ragione, ecco perché Report deve riflettere

Ranucci e l'audio contestato: il Garante della Privacy ha ragione, ecco perché Report deve riflettere

Ranucci e l'audio contestato: il Garante della Privacy ha ragione, ecco perché Report deve riflettere

Matteo Rigamonti

Ottobre 29, 2025

Roma, 13 giugno 2024 – Sigfrido Ranucci e la trasmissione Report si trovano al centro di una polemica inattesa, scatenata oggi su Repubblica. Motivo del contendere: la multa inflitta alla Rai dal Garante della Privacy per la diffusione di un audio privato tra il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e la moglie Federica Corsini. A sorprendere è la critica, che non arriva dai soliti giornali di centrodestra, ma da Luigi Manconi, ex senatore e da sempre difensore dei diritti civili.

Manconi: una critica che viene da sinistra

Nel suo intervento, pubblicato sia sulla versione cartacea che online del quotidiano, Manconi parte da un gesto di solidarietà verso Ranucci, recentemente vittima di un attentato. Poi però stona una nota critica, soprattutto dopo aver stigmatizzato la visita di Agostino Ghiglia, membro dell’Autorità per la Privacy, nella sede romana di Fratelli d’Italia. “Gli argomenti del Garante della privacy sono francamente condivisibili”, scrive l’ex parlamentare. E aggiunge: “Il principio dell’indispensabilità della divulgazione, essenziale per la rilevanza dell’informazione, non è stato rispettato”.

Per Manconi, il contenuto della telefonata tra Sangiuliano e Corsini è “non solo irrilevante dal punto di vista penale, ma anche del tutto superfluo rispetto a quella che potrebbe essere una necessità di completezza giornalistica”. In parole semplici, l’audio pubblicato ha violato la privacy senza aggiungere nulla di davvero importante al dibattito pubblico.

Il Garante, la privacy e il confine da rispettare

La vicenda è esplosa dopo che il Garante per la protezione dei dati personali ha multato la Rai per aver mandato in onda quel materiale. Una decisione che ha riaperto il confronto tra libertà di stampa e rispetto della riservatezza. “Qui si tratta solo di una rivelazione di un momento familiare, anzi, della sfera intima di due persone unite dal matrimonio, mostrate nella loro vulnerabilità”, sottolinea Manconi. “Che cosa ci dice quella conversazione su fatti di pubblico interesse o anche solo sul contesto in cui si svolgono?”, si domanda.

La questione resta aperta. In redazione, qualcuno ricorda l’articolo 15 della Costituzione, che tutela l’inviolabilità delle comunicazioni private. Un principio ribadito anche dalla Corte costituzionale nel 1991 come uno spazio vitale che circonda la persona, senza il quale non può esistere né svilupparsi con dignità.

Solidarietà sì, ma con rispetto

Il commento di Manconi arriva in un momento delicato per Ranucci e Report. Solo pochi giorni fa, il conduttore aveva ricevuto messaggi di sostegno da tutto il mondo politico dopo l’attentato subito. Eppure, sottolinea Manconi, “sarebbe importante che Ranucci e Report continuassero a lavorare in piena autonomia, ma che fossero anche i primi a rispettare quello spazio vitale”.

Alla sede Rai di via Teulada la questione divide. C’è chi difende la scelta editoriale come un dovere di informare in modo completo; altri invece parlano sottovoce di “scivolone”. Nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata dalla direzione Rai nelle ultime ore. Ranucci, contattato da alcuni colleghi, ha preferito non rispondere.

Un precedente che fa discutere

Il caso apre un dibattito più ampio sul confine tra diritto di cronaca e tutela della privacy. Non è la prima volta che Report finisce sotto i riflettori per scelte editoriali controverse. Ma questa volta la critica arriva da una voce inaspettata: Luigi Manconi, noto per le sue battaglie a difesa dei diritti.

Intanto, il Garante ribadisce la sua posizione: “La privacy non è un ostacolo all’informazione – ha spiegato una fonte dell’Autorità – ma un diritto fondamentale da bilanciare con attenzione”. La discussione resta aperta. In redazione si attende una replica ufficiale da parte di Ranucci o della Rai.

Per ora resta un monito chiaro: anche chi fa informazione deve ricordare che esiste un limite invalicabile, quello della dignità e della riservatezza delle persone. Una lezione che oggi arriva proprio dalle pagine di Repubblica.


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