Roma, 19 giugno 2024 – Riccardo Milani ha scelto la sala piena del cinema Tevere di Castiglione in Teverina, un piccolo paese della Tuscia, per presentare in anteprima, con parole semplici, il suo nuovo film, “La vita va così”, prodotto da Medusa Film e PiperFilm. L’appuntamento, che ha aperto la Festa del Cinema di Roma, si è tenuto ieri sera in un cinema storico, guidato dalla famiglia Perquoti dal 1964. “Non voglio fare il regista autore, ma solo divertire e parlare alla gente”, ha detto Milani a un pubblico attento e coinvolto.
Legal drama tra Sardegna e borghi dimenticati
Il nuovo film di Milani è un legal drama ambientato nel sud della Sardegna, ispirato a una storia vera. Il protagonista, Efisio Mulas, è un pastore solitario che lotta con tutte le sue forze per difendere casa e animali, in una terra messa sotto pressione da speculatori. “Voglio mettere in luce la forza e la tenacia di chi arriva ai suoi obiettivi”, ha spiegato il regista durante l’incontro. Il film scorre tra paesaggi incontaminati e tensioni sociali, raccontando la battaglia di chi cerca di resistere per non perdere la propria identità.
Il cinema che va nelle piccole comunità
Non è cosa comune vedere un regista che gira per i piccoli borghi con il suo film. Eppure Milani, da sempre attento alla cultura dei luoghi meno noti, ha deciso di portare la sua opera proprio lì, dove il cinema è ancora un punto di ritrovo. Dopo Castiglione in Teverina, il tour è passato da Bolsena e altri paesi della Tuscia. “Voglio parlare con tutti, anche con chi non la pensa come me”, ha raccontato Milani all’ANSA. “Ascoltare, confrontarsi. Solo così si capisce davvero cosa muove le persone”.
Un cinema che ascolta e fa comunità
La serata è iniziata con il violino di Leonardo Ceccani, nato proprio a Castiglione in Teverina. Un dettaglio che ha dato subito il tono: atmosfera calda, applausi spontanei, qualche battuta tra il pubblico e il regista. Stefano Perquoti, che da anni guida il cinema con la famiglia, ha ricordato come la sala sia in attività senza pause dal 1964. “Qui il cinema è ancora un rito collettivo”, ha detto Perquoti, “portare un film nuovo significa dare nuova vita al paese”.
Territori da difendere, tra realtà e finzione
“La storia di Efisio Mulas – ha sottolineato Milani – rispecchia tanti piccoli borghi italiani”. Il regista ha insistito sull’importanza di guardare con cura alle caratteristiche di questi luoghi, valorizzarli e creare lavoro senza scontri. “Solo così si può garantire un futuro a queste terre e alla gente che ci vive”, ha concluso. Nel film, la Sardegna diventa simbolo di molte zone interne d’Italia, spesso dimenticate ma ricche di risorse umane e naturali.
Un appello contro le divisioni
Durante l’incontro, Milani ha mostrato preoccupazione per il clima che si respira oggi. “Mi sembra che ci stiano sempre più mettendo gli uni contro gli altri”, ha ammesso. “Se riuscissimo a incontrarci e mettere da parte le ostilità, staremo tutti meglio”. Parole semplici, accolte da un lungo applauso.
“La vita va così”: un film per tutti, tra pubblico e territorio
“La vita va così” non punta su effetti speciali o grandi proclami. Racconta la fatica di chi vive ai margini, la dignità silenziosa dei piccoli centri, la forza delle comunità. Un film che vuole parlare a tutti, senza distinzioni. E che trova nei piccoli cinema di provincia il suo pubblico più vero.
