Capigruppo della maggioranza lanciano la raccolta firme per un referendum decisivo

Capigruppo della maggioranza lanciano la raccolta firme per un referendum decisivo

Capigruppo della maggioranza lanciano la raccolta firme per un referendum decisivo

Matteo Rigamonti

Ottobre 30, 2025

Roma, 19 giugno 2024 – Nel pomeriggio di oggi a Palazzo Madama, i capigruppo di maggioranza del Senato – Lucio Malan (Fratelli d’Italia), Massimiliano Romeo (Lega), Maurizio Gasparri (Forza Italia) e Michaela Biancofiore (Noi Moderati) – hanno avviato le procedure per la raccolta delle firme dei senatori necessarie a chiedere il referendum popolare sulla legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente. La legge era stata appena approvata dall’Aula, in una giornata segnata da tensioni, con la maggioranza unita e l’opposizione spaccata.

Referendum sulla separazione delle carriere: si parte con le firme

Come prevede l’articolo 138 della Costituzione, per chiedere un referendum serve il sostegno di almeno un quinto dei membri di una Camera. I capigruppo, in una nota diffusa alle 17.30, hanno spiegato che “nelle prossime ore il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e partiranno tutte le procedure previste”. In pratica, i senatori della maggioranza stanno già raccogliendo le firme – almeno 64 su 320 – per far partire la consultazione popolare, passaggio obbligato visto che la riforma non ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi.

Fonti parlamentari dicono che la raccolta dovrebbe chiudersi entro pochi giorni. “Vogliamo che siano i cittadini a decidere su una riforma così importante”, ha detto Malan ai cronisti nei corridoi del Senato, poco dopo il voto. Romeo ha aggiunto: “È una questione di trasparenza e partecipazione democratica”.

La riforma e le reazioni: tra divisioni e conferme

La legge costituzionale sulla separazione delle carriere – approvata con 109 voti a favore, 77 contrari e 1 astenuto – stabilisce che i magistrati giudicanti (giudici) e quelli requirenti (pubblici ministeri) avranno percorsi di carriera separati e organi di autogoverno distinti. Secondo chi sostiene la riforma, questo cambiamento garantirà più imparzialità e chiarezza nei ruoli della magistratura.

L’opposizione ha criticato la decisione di puntare al referendum. “È un modo per scaricare sui cittadini una responsabilità politica”, ha detto la senatrice Anna Rossomando (Pd). Matteo Renzi (Italia Viva) ha definito la mossa “divisiva”. Dall’altra parte, Gasparri ha risposto: “Non abbiamo paura del giudizio popolare. Anzi, lo cerchiamo”.

I tempi e i prossimi passi

Il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale entro stasera. Da quel momento scatteranno i tre mesi previsti dalla Costituzione per raccogliere le firme e presentare la richiesta ufficiale di referendum. Se il numero di firme sarà sufficiente – come sembra probabile – il Presidente della Repubblica dovrà fissare la data della consultazione entro 60 giorni.

Così, il referendum potrebbe tenersi tra l’autunno e l’inizio del 2025. Nel frattempo, il confronto politico si annuncia acceso. “Sarà una vera campagna referendaria”, ha confidato Biancofiore ai colleghi di partito, “dovremo spiegare bene ai cittadini cosa cambia”.

Una riforma al centro di un dibattito lungo decenni

La questione della separazione delle carriere è da anni al centro del dibattito politico e giudiziario in Italia. Se ne parla fin dagli anni Novanta, ma solo ora una maggioranza è riuscita a far approvare il testo in Senato. I sostenitori sottolineano l’importanza di “evitare mescolanze tra chi giudica e chi accusa”, come ha ricordato Romeo in Aula.

I critici, invece, temono che la riforma possa indebolire l’autonomia dei magistrati. L’Associazione Nazionale Magistrati mette in guardia: “La separazione rischia di creare due categorie di magistrati che non potranno più essere scambiabili, con effetti negativi sulla qualità della giustizia”. Il governo però va avanti: “Abbiamo mantenuto una promessa agli elettori”, ha detto Gasparri.

Ora si aspetta la Gazzetta Ufficiale

Nelle prossime ore si attende la pubblicazione ufficiale del testo sulla Gazzetta Ufficiale. Solo allora partiranno formalmente le procedure per il referendum. In Transatlantico, tra i senatori, si respira un’atmosfera di attesa mista a tensione. “Non sarà una passeggiata”, ammette un esponente della maggioranza, “ma siamo pronti a confrontarci con il Paese”.

Il percorso è segnato. Sarà il popolo italiano a decidere se confermare o respingere la riforma sulla separazione delle carriere. Un passaggio che potrebbe cambiare i rapporti tra politica e magistratura.