Corte dei conti boccia il visto di legittimità per il Ponte: cosa significa per il futuro del progetto

Corte dei conti boccia il visto di legittimità per il Ponte: cosa significa per il futuro del progetto

Corte dei conti boccia il visto di legittimità per il Ponte: cosa significa per il futuro del progetto

Giada Liguori

Ottobre 30, 2025

Roma, 30 ottobre 2025 – La Corte dei conti ha messo un freno, almeno per il momento, al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Ieri, nella riunione della sezione centrale di controllo sulla legittimità degli atti del Governo e delle amministrazioni, non è stato concesso il visto né la registrazione alla Delibera Cipess n. 41/2025. Questo documento è fondamentale per far partire i lavori dell’opera. La notizia è stata diffusa nella tarda mattinata con una nota ufficiale della Corte.

Ponte sullo Stretto, la Corte dice no

La decisione della Corte dei conti segna un momento delicato per il progetto del Ponte sullo Stretto, un’opera che da decenni divide l’opinione pubblica e che negli ultimi mesi è tornata a essere protagonista nel dibattito politico. Il nodo è proprio la Delibera Cipess n. 41/2025, il via libera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, ritenuto fondamentale per sbloccare i fondi e partire con le procedure.

La Corte ha spiegato che le motivazioni del rifiuto sono ancora in fase di elaborazione e saranno rese note entro 30 giorni con un documento ufficiale. Fino ad allora, la delibera resta sospesa: niente registrazione, niente effetti legali.

Le prime reazioni politiche

La notizia ha subito acceso il dibattito tra i protagonisti politici. Dal Ministero delle Infrastrutture, guidato da Matteo Salvini, si è preferito mantenere il riserbo: “Aspettiamo di leggere le motivazioni della Corte prima di esprimerci”, ha detto un portavoce nel primo pomeriggio. In ambienti governativi si respira una certa tensione. Il Ponte era stato indicato come un simbolo della ripresa infrastrutturale del Paese.

Dall’opposizione, invece, arrivano richieste di chiarezza. La deputata Elly Schlein (PD) ha chiesto al Governo di riferire in Parlamento: “Serve trasparenza sulle ragioni di questo stop”. Anche i sindaci delle città coinvolte, Messina e Villa San Giovanni, si dicono preoccupati per i possibili ritardi. “Il territorio aspetta risposte concrete”, ha detto il sindaco di Messina, Federico Basile.

Cosa cambia senza la registrazione

Dal punto di vista tecnico, senza il visto della Corte dei conti, la Delibera Cipess n. 41/2025 non può entrare in vigore. Senza la registrazione, il provvedimento resta senza effetti legali e non può essere messo in pratica dagli uffici preposti. È una procedura prevista dalla legge: la Corte verifica che gli atti più importanti del Governo e delle amministrazioni centrali rispettino le regole, soprattutto quando si tratta di spese pubbliche.

Fonti vicine alla Corte parlano di “profili di legittimità” da chiarire. Potrebbero esserci problemi tecnici legati alla copertura finanziaria o alla correttezza delle procedure adottate dal Cipess. Solo quando saranno pubblicate le motivazioni si capirà bene quali sono gli ostacoli individuati dai magistrati.

Il destino del Ponte sullo Stretto

Il futuro del Ponte sullo Stretto di Messina resta incerto. Fino a pochi mesi fa il Governo aveva spinto per accelerare l’iter e far partire i cantieri entro il 2026. Questo stop inatteso rischia di allungare ancora i tempi.

Non è la prima volta che il progetto si scontra con intoppi burocratici e legali. Tra ricorsi e rilievi tecnici, l’opera è stata più volte rimandata o bloccata. Ora si attende di leggere le motivazioni della Corte dei conti: solo allora si capirà se si tratta di un problema tecnico o di un vero e proprio blocco.

Nel frattempo, tra Roma e Messina l’attesa cresce. “Non possiamo permetterci altri ritardi”, confida un imprenditore locale, preoccupato per le conseguenze economiche sul territorio. Per ora, però, il destino del Ponte resta appeso a una decisione che arriverà nero su bianco entro trenta giorni.