Roma, 30 ottobre – Roberta Bruzzone, nota criminologa e psicologa forense, è finita nel mirino dell’Ordine degli Psicologi delle Marche. L’accusa? Aver danneggiato l’immagine della categoria con alcune sue dichiarazioni sul caso Garlasco. A dare notizia della segnalazione è stato l’avvocato Marco Felipe Perfetti, il 29 ottobre. Un episodio che si inserisce nel clima sempre più acceso intorno alla vicenda giudiziaria che vede coinvolto Alberto Stasi.
L’accusa all’Ordine: “Parole che danneggiano la professione”
La segnalazione arriva domenica pomeriggio. Perfetti pubblica un messaggio su X (ex Twitter) senza giri di parole: “Abbiamo inviato all’Ordine degli Psicologi delle Marche una richiesta di procedimento disciplinare contro Roberta Bruzzone. Le sue parole, ormai un vero trend, danneggiano pesantemente l’immagine di chi fa questo mestiere”. Il riferimento è alle ultime apparizioni televisive della criminologa, in particolare alla presunta “diagnosi psichiatrica” fatta su Stasi.
L’avvocato precisa che non si tratta di una denuncia isolata: “Con altre persone abbiamo segnalato la questione”, lasciando intendere che il malcontento tra alcuni professionisti è diffuso. Il punto chiave è il codice deontologico, che vieta agli psicologi di fare diagnosi pubbliche su persone mai visitate di persona.
Bruzzone risponde: “Mai fatta una diagnosi”
La replica di Bruzzone non si fa attendere. Nel tardo pomeriggio pubblica su Facebook una lunga nota per smentire tutto: “Mi è stato riferito che un gruppo di persone avrebbe segnalato il mio Ordine professionale, sostenendo che avrei fatto una diagnosi psichiatrica su Alberto Stasi. Non è vero. Non l’ho mai fatto, né l’ho mai detto”.
Spiega poi di aver fatto solo “un’analisi comportamentale e personologica basata su documenti, atti giudiziari e perizie forensi, come mi spetta e come devo fare quando parlo di casi noti al pubblico”. Elenca poi vari atti processuali e sentenze definitive, come le due condanne per detenzione di materiale pedopornografico e le consulenze informatiche dei periti Vitelli. “Tutta roba pubblica, giudiziaria, agli atti. Non sono opinioni, ma fatti”, sottolinea Bruzzone.
Toni duri e minacce di cause legali
Il botta e risposta si fa più duro negli ultimi passaggi della nota. Bruzzone avverte: “Chi oggi cerca di mettermi in cattiva luce con accuse false e diffamatorie dovrà assumersi le conseguenze delle proprie parole e azioni”. E aggiunge: “La disinformazione non è libertà di parola, è sporco. E come sempre, i fatti finiranno per farla sparire”. Annuncia anche possibili azioni legali contro chi dovesse presentare denunce infondate: “Con chi ha fatto queste segnalazioni ne parleremo davanti a un giudice”.
Perfetti non molla: “Bruzzone si studi il Codice Deontologico”
Poco dopo arriva la controreplica di Perfetti, sempre su X: “Forse Bruzzone dovrebbe rileggersi il Codice Deontologico. Le cose non stanno come le racconta lei. Questi post sono solo tentativi di intimidazione che non ci spaventano. Anzi, ci danno la forza per andare avanti”. Uno scambio che mostra come la vicenda sia tutt’altro che risolta.
Un clima teso tra professionisti e opinione pubblica
Il caso Garlasco, già al centro delle cronache per i nuovi sviluppi che coinvolgono Andrea Sempio e la sua famiglia, si arricchisce così di un nuovo capitolo polemico. Stavolta, però, lo scontro si sposta dal tribunale all’Ordine professionale e al dibattito pubblico. Sullo sfondo resta la questione delicata della responsabilità di chi commenta casi giudiziari complessi davanti a un pubblico ampio e spesso diviso.
L’Ordine degli Psicologi delle Marche dovrà ora decidere se aprire un procedimento disciplinare nei confronti di Bruzzone. Nel frattempo, il confronto tra esperti e opinione pubblica continua a infiammarsi sui social e nei talk show serali. Nessuna decisione definitiva è stata presa, ma la vicenda promette ancora molte discussioni.
