Il 2024: un’estate da record, il caldo che cambia il mondo

Il 2024: un'estate da record, il caldo che cambia il mondo

Il 2024: un'estate da record, il caldo che cambia il mondo

Giada Liguori

Ottobre 30, 2025

Roma, 6 giugno 2024 – Il 2024 si conferma l’anno più caldo di sempre, probabilmente il più torrido degli ultimi 125mila anni. A dirlo è il sesto rapporto annuale sullo Stato del Clima, pubblicato su BioScience da un gruppo internazionale guidato dall’Università Statale dell’Oregon. Gli scienziati, capitanati da William Ripple e Christopher Wolf, hanno passato al setaccio una serie di indicatori globali e lanciano un messaggio chiaro: la crisi climatica sta accelerando e ormai tocca quasi ogni aspetto della vita sul pianeta.

Il cuore del pianeta soffre

Nel rapporto si legge che 22 su 34 parametri vitali della Terra sono in pericolo. Dalle acque degli oceani, sempre più calde e sopra ogni record, alla perdita di foreste devastate dagli incendi. Solo nell’estate 2025, in Europa, sono andati in fumo oltre un milione di ettari di boschi, un dato senza precedenti. “Negli ultimi anni abbiamo visto questi indicatori battere record su record”, spiega Johan Rockström, direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico e co-autore dello studio. “Questo crea rischi strettamente collegati per sistemi vitali come la corrente Amoc nell’Atlantico, che potrebbe indebolirsi in modo irreversibile, e la stabilità delle risorse idriche nel mondo”.

Energia fossile domina, rinnovabili arrancano

Il rapporto mette in evidenza un altro dato preoccupante: il consumo di energia da fonti fossili nel 2024 ha raggiunto un nuovo picco. Le rinnovabili – soprattutto eolico e solare – sono cresciute, ma il loro apporto resta ancora 31 volte più basso rispetto ai combustibili tradizionali. Un divario enorme, che rende difficile frenare le emissioni. “Siamo in una corsa contro il tempo”, ammette Ripple. “Le soluzioni ci sono, ma vanno messe in pratica subito”.

Ultima chiamata per evitare il peggio

Nonostante i dati allarmanti, i ricercatori sottolineano che non è ancora troppo tardi per agire. Il rapporto cita anche l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e indica alcune priorità: uscire dai combustibili fossili il più presto possibile, arrivare al 70% di energia da fonti rinnovabili entro il 2050, ridurre lo spreco di cibo – che oggi pesa tra l’8 e il 10% sulle emissioni globali – e spingere verso diete più a base di vegetali. “Se interveniamo con decisione e velocità, possiamo ancora contenere il riscaldamento globale”, insiste Ripple. “Ma la finestra si sta chiudendo: senza azioni concrete rischiamo di mettere a rischio pace, governi e salute pubblica”.

Ripristinare gli ecosistemi per salvare il clima

Tra le misure più efficaci, il rapporto punta sul ripristino di foreste, zone umide, mangrovie e torbiere. Questi ambienti potrebbero assorbire fino a 10 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno, circa un quarto delle emissioni attuali. Un potenziale enorme, ma che richiede investimenti seri e accordi globali. “Solo così potremo davvero invertire la rotta”, sottolinea Rockström.

Un futuro da scrivere, ma il tempo stringe

Il messaggio degli scienziati è chiaro: la crisi climatica non è più un pericolo lontano, ma una realtà che vediamo ogni giorno nei numeri. Eppure, come ricordano gli autori, la possibilità di cambiare c’è ancora. “Serve coraggio politico e decisioni rapide”, conclude Ripple. “Il tempo scarseggia, ma non è ancora finita”.