Il Cremlino chiarisce: nessuna nuova corsa agli armamenti nucleari

Il Cremlino chiarisce: nessuna nuova corsa agli armamenti nucleari

Il Cremlino chiarisce: nessuna nuova corsa agli armamenti nucleari

Matteo Rigamonti

Ottobre 30, 2025

Mosca, 7 giugno 2024 – Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha detto oggi che la Russia non crede che l’annuncio di Donald Trump sulla ripresa dei test nucleari possa dare il via a una nuova corsa agli armamenti. La risposta ufficiale di Mosca è arrivata dopo le domande dei giornalisti, a seguito delle preoccupazioni sollevate a livello internazionale dalle dichiarazioni dell’ex presidente americano.

Peskov chiude la porta: “Nessuna nuova corsa agli armamenti”

Interrogato sulla possibilità che i nuovi test nucleari degli Stati Uniti riaccendano la competizione militare tra potenze, Peskov ha risposto con un netto “in fin dei conti no”. Le sue parole, riportate dall’agenzia russa Ria Novosti, sono arrivate poco dopo le 11 ora di Mosca, durante il briefing quotidiano con la stampa al Cremlino. Il portavoce ha aggiunto che, finora, Mosca non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale da Washington su una vera ripresa dei test.

La linea di Mosca: prudenza e attesa

“Non ci è stato comunicato nulla di concreto dagli Stati Uniti”, ha detto Peskov, sottolineando che il governo russo vuole prima capire bene cosa sta succedendo prima di muoversi. “Valuteremo la situazione e decideremo di conseguenza”, ha aggiunto, senza entrare nei dettagli su possibili contromisure. Insomma, la Russia al momento resta alla finestra, pronta a seguire gli sviluppi da Washington e le reazioni nel resto del mondo.

Un clima di tensione e dubbi a livello globale

Le parole di Trump, pronunciate due giorni fa durante un comizio in Texas, hanno riaperto il dibattito sulla non proliferazione nucleare. L’ex presidente ha parlato della possibilità di tornare ai test, fermi dal 1992 negli Stati Uniti, sostenendo che “solo così si può garantire la sicurezza nazionale”. Una frase che ha subito fatto il giro delle capitali europee e asiatiche, accendendo timori su una possibile escalation.

Secondo fonti diplomatiche a Bruxelles, l’Unione Europea segue la vicenda “con attenzione e preoccupazione”. Anche a Tokyo e Seul – in Asia orientale – si registrano segnali di allarme. Pechino, invece, per ora non ha rilasciato commenti ufficiali.

A Mosca, reazioni fredde e caute

In Russia la notizia è stata accolta con una certa calma. Nei corridoi della Duma, alcuni deputati della maggioranza hanno ridimensionato l’impatto dell’annuncio americano. “Non ci faremo tirare dentro una nuova corsa agli armamenti solo per le parole di Trump”, ha detto un parlamentare vicino a Russia Unita. L’opposizione invece invita a non abbassare la guardia e a restare vigili.

Gli esperti: “È tutto ancora incerto”

Per Andrei Baklitsky, analista del Center for Energy and Security Studies di Mosca, “al momento non ci sono segnali chiari che gli Stati Uniti vogliano davvero riprendere i test”. Baklitsky ricorda come “le parole di Trump vanno viste anche in chiave elettorale”, ma avverte che “un passo falso potrebbe avere conseguenze imprevedibili”. Un punto di vista condiviso da molti osservatori occidentali.

Il futuro della diplomazia sotto pressione

Per ora la diplomazia resta in allerta. Il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), firmato nel 1996 ma mai ratificato né dagli Stati Uniti né dalla Russia, resta un punto fragile. “Siamo pronti a valutare ogni scenario”, ha detto Peskov, lasciando capire che Mosca non vuole essere la prima a muoversi.

In attesa di segnali concreti da Washington, il Cremlino preferisce mantenere un basso profilo. Solo se dalle parole si passerà ai fatti, la Russia deciderà come rispondere. Per ora, in casa russa, la parola d’ordine è una sola: prudenza.