Impagnatiello sfida la condanna: la crudeltà nel caso Tramontano potrebbe essere riconsiderata

Impagnatiello sfida la condanna: la crudeltà nel caso Tramontano potrebbe essere riconsiderata

Impagnatiello sfida la condanna: la crudeltà nel caso Tramontano potrebbe essere riconsiderata

Matteo Rigamonti

Ottobre 30, 2025

Milano, 4 luglio 2024 – Alessandro Impagnatiello, 27 anni, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano, ha presentato ricorso in Cassazione contro l’aggravante della crudeltà. L’obiettivo è ottenere una riduzione della pena, chiedendo trenta anni di reclusione. La vicenda, che ha scosso profondamente la comunità di Senago il 27 maggio 2023, torna così sotto i riflettori della giustizia, mentre la famiglia della vittima attende risposte definitive.

Ricorso in Cassazione: la difesa punta alla cancellazione dell’aggravante

Nei giorni scorsi, le avvocate Samanta Barbaglia e Giulia Geradini hanno depositato il ricorso, mettendo in discussione la sentenza della Corte d’appello di Milano che, il 25 giugno, aveva confermato l’ergastolo per l’ex barman. La difesa contesta l’aggravante della crudeltà, ritenendo che non ci siano prove sufficienti per sostenerla. “Non ci sono elementi chiari che giustifichino questa aggravante”, hanno spiegato le legali, ricordando che l’eliminazione della premeditazione, già ottenuta in appello, apre la strada a una possibile revisione della pena.

La Corte d’appello aveva infatti escluso la premeditazione, definendo il gesto di Impagnatiello “goffo e approssimativo”. Un passaggio importante: secondo i giudici, il tentativo di somministrare topicida a Giulia Tramontano – in dosi crescenti e senza che lei lo sapesse – mirava solo a provocare “l’aborto del feto”, non a pianificare un omicidio. Una “soluzione drastica”, così l’aveva definita Impagnatiello durante gli interrogatori, per eliminare un ostacolo alla sua vita privata e lavorativa.

La Procura insiste: premeditazione confermata

Dall’altra parte, la Procura generale di Milano ha già portato il caso davanti alla Cassazione chiedendo invece di riconoscere l’aggravante della premeditazione. Per i pm, Impagnatiello avrebbe pianificato ogni dettaglio dell’aggressione che ha causato la morte di Giulia Tramontano e del piccolo Thiago, il bimbo che la donna aspettava al settimo mese di gravidanza.

Secondo gli atti, la sera del 27 maggio 2023, nell’appartamento di via Novella a Senago, Impagnatiello ha colpito la compagna con 37 coltellate. Per l’accusa, un gesto che non lascia dubbi sulla volontà di uccidere e sulla lucidità dell’azione. “Non è stato un raptus – hanno ribadito i pm – ma una decisione meditata nel tempo”.

Rimane centrale il nodo delle attenuanti generiche. Se la Cassazione le dovesse accogliere, la condanna all’ergastolo potrebbe essere rivista. Lo scorso luglio, Impagnatiello aveva già visto negata la possibilità di accedere alla giustizia riparativa, una strada chiusa dalla gravità dei fatti.

Reazioni e attesa tra Senago e le associazioni

La notizia del ricorso ha riacceso il dibattito tra i residenti di Senago e le associazioni che si occupano di violenza sulle donne. “Siamo stanchi di processi che sembrano non finire mai”, ha detto una vicina della famiglia Tramontano. Molti chiedono che si arrivi a una conclusione senza altri rinvii.

La famiglia di Giulia, assistita dall’avvocato Giovanni Cacciapuoti, ha preferito non commentare pubblicamente la mossa della difesa di Impagnatiello. “Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso”, si sono limitati a dire i parenti più stretti. In tribunale, durante le ultime udienze, lo sguardo dei genitori di Giulia era fisso sull’imputato: nessuna parola, solo attesa.

Cassazione in arrivo: cosa può cambiare

La decisione della Cassazione potrebbe cambiare il corso del processo. Se la richiesta della difesa venisse accolta e l’aggravante della crudeltà cancellata, per Impagnatiello si aprirebbe la possibilità di una pena ridotta a trent’anni. Un risultato che modificherebbe anche le pene accessorie e le prospettive future per l’imputato.

Fonti giudiziarie di Milano confermano che la sentenza è attesa entro l’autunno. Solo allora si saprà se la battaglia legale di Impagnatiello avrà avuto effetto o se l’ergastolo rimarrà confermato in uno dei casi di femminicidio più discussi degli ultimi anni. Nel frattempo, a Senago e oltre, resta un clima di attesa e tensione.