Francoforte, 26 giugno – La Banca Centrale Europea ha dato il via a una nuova fase per l’euro digitale, segnando un passo importante nel percorso di aggiornamento della moneta unica. La presidente Christine Lagarde ha spiegato, in una nota diffusa alle 10.30 dalla sede di Sonnemannstraße, che l’obiettivo è “rendere il contante – la forma più concreta dell’euro – adatto al futuro”, lavorando sia sul redesign delle banconote sia sulla preparazione al debutto del contante digitale.
Euro digitale: l’evoluzione della moneta europea
L’idea dell’euro digitale non è una novità, ma con l’annuncio di oggi entra finalmente in una fase concreta. La Bce ha sottolineato che questa valuta elettronica nasce per “tutelare la libertà di scelta degli europei, la privacy, la sovranità monetaria e la sicurezza economica”. Secondo la guida dell’istituto, questo passaggio dovrebbe rafforzare il ruolo dell’euro in un mondo sempre più segnato dall’innovazione nei sistemi di pagamento.
Lagarde ha messo in evidenza che il nuovo strumento “darà una spinta all’innovazione nei pagamenti”, aiutando a rendere le soluzioni europee “più competitive, solide e aperte a tutti”. Un messaggio diretto, rivolto sia ai cittadini che alle imprese, in un momento di grandi cambiamenti nelle abitudini di spesa e risparmio.
Cosa cambia per chi usa l’euro
L’euro digitale non vuole cancellare il contante tradizionale. “Vogliamo offrire un’opzione in più”, ha detto la presidente, “non togliere nulla a chi preferisce le banconote e le monete”. La moneta elettronica sarà disponibile a tutti i residenti dell’area euro, probabilmente tramite app dedicate o servizi bancari già noti. I dettagli tecnici sono ancora da definire; fonti interne parlano di test pilota già nel 2025.
Per le aziende, in particolare quelle che lavorano online, l’arrivo dell’euro digitale potrebbe essere un’opportunità per abbattere i costi delle transazioni e aumentare la sicurezza dei pagamenti. “Ci aspettiamo che le imprese accolgano con favore questa novità”, ha confidato un funzionario della Bce a margine della presentazione. Resta però qualche punto interrogativo, dalla gestione della privacy alle possibili resistenze di chi teme un controllo troppo stretto sui movimenti di denaro.
Privacy e sicurezza: i nodi da sciogliere
Tra le questioni più delicate c’è la protezione della privacy. La Bce assicura che l’euro digitale sarà pensato per mantenere riservate le transazioni, “secondo i più alti standard europei”. Ma associazioni di consumatori e alcuni eurodeputati chiedono più chiarezza su come saranno raccolti e usati i dati. “Vogliamo sapere chi potrà vedere le nostre spese”, ha detto ieri sera Sven Giegold, eurodeputato tedesco dei Verdi.
Sul fronte della sicurezza economica, la Bce insiste: la moneta digitale rafforzerà la sovranità europea, riducendo la dipendenza da circuiti di pagamento esterni all’Unione. Un tema che negli ultimi anni ha guadagnato peso con la crescita delle criptovalute private e delle piattaforme fintech americane.
I prossimi passi e le prime reazioni
La nuova fase prevede consultazioni con banche centrali nazionali, istituti di credito e rappresentanti dei consumatori. Solo dopo queste interlocuzioni, spiegano da Francoforte, si decideranno i dettagli operativi e i tempi per il lancio vero e proprio dell’euro digitale. Secondo le prime previsioni, il debutto potrebbe arrivare tra il 2026 e il 2027.
Le reazioni non si sono fatte attendere. In Italia, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato: “Seguiamo con attenzione lo sviluppo dell’euro digitale; è fondamentale che resti la libertà di scelta per i cittadini”. Più cauta la risposta delle associazioni dei commercianti: “Innovare va bene, ma senza penalizzare chi lavora con il contante”, ha detto Confesercenti in una nota diffusa nel pomeriggio.
Il cammino verso l’euro digitale sarà lungo e pieno di sfide. Ma il segnale lanciato oggi dalla Bce – tra promesse di innovazione e richieste di garanzie – segna un punto di svolta nel modo in cui gli europei gestiranno i loro soldi nei prossimi anni.
