San Francisco, 19 giugno 2024 – Nvidia ha fatto la storia: ieri la società californiana ha toccato una capitalizzazione di mercato da 5.000 miliardi di dollari, diventando la prima azienda al mondo a superare questo traguardo. Per capire la portata, è quasi il doppio del PIL italiano (2.540 miliardi secondo il Fondo Monetario Internazionale) e più grande di economie come quelle di Francia e Regno Unito. Il titolo ha chiuso la giornata a Wall Street con un balzo superiore al 5%, spinto dall’entusiasmo degli investitori per il ruolo chiave di Nvidia nel boom dell’intelligenza artificiale.
Nvidia corre grazie all’intelligenza artificiale
Il successo di Nvidia va di pari passo con l’esplosione degli investimenti nell’IA. Negli ultimi mesi sono stati spesi centinaia di miliardi nel settore, con la convinzione che questa tecnologia possa rivoluzionare l’economia mondiale. “Non credo che siamo in una bolla”, ha detto Jensen Huang, amministratore delegato e co-fondatore dell’azienda, in un’intervista recente. Huang, nato nel 1963, ha fondato Nvidia nel 1993 con Chris Malachowsky e Curtis Priem, inizialmente per produrre chip per videogiochi. Oggi l’azienda è il punto di riferimento globale per l’hardware dell’intelligenza artificiale, superando in valore colossi come Microsoft e Apple, fermi a 4.000 miliardi.
Numeri da record ma anche sfide sullo sfondo
Nel secondo trimestre dell’anno fiscale, Nvidia ha registrato un utile netto di 25,78 miliardi di dollari, con un aumento del 59% rispetto all’anno scorso. I ricavi sono saliti a 46,74 miliardi, in crescita del 56%. Gli analisti ora guardano con attenzione ai dati del terzo trimestre, attesi per il 19 novembre: le aspettative sono alte, soprattutto dopo il valore raggiunto dal titolo. Tuttavia, restano incognite. L’azienda è quasi esclusa dal mercato cinese – uno dei più promettenti al mondo – a causa delle restrizioni americane sull’export di tecnologie avanzate e delle contromisure di Pechino. “Ci muoviamo tra due fuochi”, ha ammesso un dirigente vicino alla situazione.
Accordi chiave e tensioni globali
La corsa in Borsa è stata sostenuta anche dai nuovi accordi commerciali firmati da Nvidia. Spiccano quelli con Uber e Stellantis per sviluppare robotaxi, veicoli autonomi che potrebbero cambiare il volto della mobilità urbana nei prossimi anni. Sullo sfondo resta la competizione tra Stati Uniti e Cina per il dominio nell’IA: fonti della Casa Bianca rivelano che il presidente Donald Trump avrebbe in programma un confronto diretto con Xi Jinping proprio su questi temi. Nvidia si ritrova così nel mezzo di una sfida geopolitica tra le grandi potenze.
Il rischio di una bolla speculativa
Nonostante i risultati e la fiducia del management, alcuni esperti temono che la corsa all’IA nasconda il rischio di una bolla. Il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia: “I mercati potrebbero crollare se l’intelligenza artificiale non manterrà le alte aspettative di guadagno”, si legge in una nota recente. Un eventuale tonfo, avverte il FMI, avrebbe ripercussioni sui consumi e potrebbe scuotere l’intero sistema finanziario mondiale.
Una crescita senza paragoni
La crescita di Nvidia negli ultimi due anni è stata rapidissima. Dopo aver superato i 1.000 miliardi nel 2022, poco dopo il lancio di ChatGPT, l’azienda ha raddoppiato la sua valutazione nel febbraio 2024, arrivando a 2.000 miliardi. A giugno ha toccato i 3.000 miliardi, un traguardo raggiunto pochi mesi prima solo da Apple. Ma mentre Cupertino ha rallentato per la flessione delle vendite di iPhone e una strategia incerta sull’IA, Nvidia ha continuato a correre, lasciandosi alle spalle anche Microsoft, che pure ha beneficiato della partnership con OpenAI.
Oggi Nvidia vale più di tutte le Borse mondiali tranne cinque: Stati Uniti, Cina, Giappone, Hong Kong e India (che la segue a soli 250 miliardi di distanza). Un record che apre una nuova era per la tecnologia globale e lascia aperti molti interrogativi sul futuro del settore. “Siamo solo all’inizio”, ha confidato Huang ai suoi collaboratori in una riunione a Santa Clara. Ma, tra entusiasmi e dubbi, resta da vedere se l’onda lunga dell’IA riuscirà a sostenere numeri così alti nel tempo.
