New York, 13 giugno 2024 – Il prezzo del petrolio scivola oggi a New York, con le quotazioni del greggio che perdono lo 0,79%, attestandosi intorno ai 60 dollari al barile. Dietro questa flessione, secondo gli addetti ai lavori, ci sono le incertezze sulla domanda globale e le tensioni geopolitiche che stanno frenando le aspettative degli investitori.
Petrolio in calo: cosa sta succedendo
La giornata al New York Mercantile Exchange è iniziata in terreno negativo. Fin dalle prime ore, il prezzo del WTI (West Texas Intermediate) ha mostrato una tendenza al ribasso, confermata nel corso della sessione. “Il mercato sconta diversi fattori: da un lato i timori su un rallentamento dell’economia cinese, dall’altro l’incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve”, spiega James Carter, analista di Energy Markets Consulting.
Gli operatori sottolineano che questo calo si inserisce in un quadro di forte volatilità. Negli ultimi mesi il prezzo del petrolio è oscillato tra i 58 e i 65 dollari al barile, saltando su e giù a seconda delle notizie su scorte e produzione. Solo ieri, ad esempio, l’Energy Information Administration ha diffuso dati sulle riserve statunitensi più alte del previsto, un segnale che ha raffreddato le aspettative di un rialzo.
Domanda mondiale sotto osservazione e tensioni in Medio Oriente
A pesare sulle quotazioni del petrolio sono anche i dubbi sulla domanda globale. In particolare, la crescita più lenta del previsto in Cina – primo importatore mondiale di greggio – sta mettendo in allarme gli investitori. “Se Pechino rallenta, l’intero settore energetico ne paga le conseguenze”, confida un trader di New York, che preferisce restare anonimo.
Non solo. Restano sullo sfondo le tensioni in Medio Oriente e le trattative tra i paesi dell’OPEC+ per possibili tagli alla produzione. Ma, secondo le prime analisi, le recenti dichiarazioni dei ministri dell’Energia di Arabia Saudita e Russia non hanno chiarito se e quando arriveranno interventi coordinati. Questa incertezza si riflette nei prezzi.
Effetti sui mercati finanziari e sulle economie
Il calo del prezzo del petrolio si fa sentire anche a Wall Street. I titoli delle grandi compagnie energetiche – da ExxonMobil a Chevron – hanno aperto in leggero ribasso. Gli investitori tengono d’occhio le prossime mosse della Federal Reserve, che potrebbe aggiustare la sua politica monetaria in base all’andamento delle materie prime.
In Europa la situazione è altrettanto incerta. A Milano, il titolo Eni ha segnato una flessione nelle prime contrattazioni, mentre a Londra il settore oil & gas ha chiuso in rosso. “Il mercato teme che un calo prolungato del prezzo del greggio possa ridurre i margini delle aziende”, spiega Francesca Bianchi, analista di Borsa Italiana.
Cosa ci aspetta nei prossimi mesi
Gli esperti mantengono un atteggiamento prudente sulle previsioni a breve termine. Nel suo report mensile, l’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede una crescita della domanda globale di petrolio nella seconda metà dell’anno, ma a ritmi più lenti rispetto alle stime iniziali. “Ci aspettiamo una ripresa graduale, ma molto dipenderà da come si muoverà l’economia mondiale e dalle decisioni dell’OPEC+”, avverte l’agenzia.
Nel frattempo, sul mercato dei futures, gli operatori si preparano a nuove oscillazioni. Solo allora, dicono alcuni trader, si capirà se i 60 dollari al barile diventeranno un nuovo punto fermo o se il prezzo continuerà a scendere.
Reazioni a catena e scenari futuri
Intanto, i consumatori tengono d’occhio i prezzi alla pompa. Negli Stati Uniti, secondo l’American Automobile Association, il costo medio della benzina è rimasto stabile nelle ultime settimane, ma non si escludono scossoni se il mercato internazionale dovesse muoversi ancora.
In Italia, invece, i distributori seguono la situazione con attenzione. “Per ora i prezzi al dettaglio non hanno subito variazioni significative”, dice un portavoce della Federazione Italiana Gestori Carburanti, “ma tutto dipenderà da quanto durerà questa fase di debolezza”.
Il quadro resta quindi incerto: tra dati economici che non danno certezze e tensioni geopolitiche non risolte, il mercato del petrolio naviga in acque agitate. E come spesso capita, basterà una notizia a sorpresa per cambiare di nuovo tutto.
